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Claudia Daniele: un paese tenuto chiuso in una bolla

Di fronte ad un evento dalle conseguenze imponderabili, il nostro giornale sceglie di far esprimere chi di solito riporta il pensiero degli altri. I nostri studenti-redattori.

Claudia Daniele: un paese tenuto chiuso in una bolla
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21 Luglio 2022 - 15.46


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di Claudia Daniele

Il succedersi degli eventi che hanno portato alla crisi di governo, in questi ultimi giorni, invitano a riflettere su quali e quanto gravi saranno le conseguenze che colpiranno sia la società italiana nella sua collettività sia i singoli cittadini nella loro quotidianità.

Accogliere le dimissioni di Draghi significa affrontare una crisi di governo all’interno di un’ulteriore crisi internazionale, data dall’emergenza pandemica e dalla guerra Russia-Ucraina, che inevitabilmente porta ad esiti negativi. Le prime conseguenze sono state evidenti sin da subito, con il crollo dei mercati finanziari, proprio quando l’Italia stava acquisendo nuovamente credibilità dal panorama internazionale grazie alla guida di una figura affidabile come quella di Draghi. Inoltre, questa crisi mette a rischio i 21 miliardi del PNRR che sarebbero dovuti arrivare dall’Unione Europea, ponendo in bilico qualsiasi tipo di provvedimento futuro sul quale si discuteva: dalla delega fiscale al piano di stoccaggi alternativi di gas per affrontare l’interruzione di forniture dalla Russia.

Tuttavia, da giovane studentessa, non posso fare a meno di pensare soprattutto alle difficoltà che ancora una volta si incontreranno nel campo dell’istruzione e della ricerca. Infatti, non rispettando le scadenze per poter godere dei fondi europei, verranno rinviati gli investimenti previsti per il miglioramento dei processi di reclutamento e formazione per gli insegnanti, per la riforma e l’ampliamento dei dottorati, per il potenziamento delle condizioni di supporto di ricerca e innovazione.

Insomma, il nostro paese è di nuovo bloccato in una bolla, che detterà l’immobilismo in campo sociale, economico e politico ma soprattutto rallenterà la possibilità di investire su coloro che dovranno rappresentare il futuro dell’Italia, che si prospetta sempre più incerto, ovvero su noi giovani, ormai del tutto sfiduciati nei confronti di chi ci dovrebbe guidarci e dare il buon esempio.

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