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Raqqa, il deserto dell'Isis dove prima c'era un museo archeologico

I mercenari del Califfato lasciano dietro di loro solo devastazioni. Tutti i reperti del Museo archeologico della città siriana cancellati dalla furia dei mercenari. Saccheggi e ruberie

Raqqa, il deserto dell'Isis dove prima c'era un museo archeologico
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25 Settembre 2017 - 22.21


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Il museo archeologio di Raqqa non esiste più. Quello che c’era all’interno- reperti, memorie, preziosi oggetti – è stato cancellato dalla furia dell’Isis. I mercenari sono fuggiti ma dietro li loro hanno lasciato un deserto. Quasi tutti i siti archeologici siriani hanno subito gravi e ingenti danni, ma il disastro del museo di raqqa è una ferita per tutta l’umanità. Come riporta la Rivista Studio, citando l’inglese Independent: “Nel gennaio dello scorso anno lo Stato islamico ha fatto saltare in aria un mosaico bizantino a Raqqa, la città siriana divenuta capitale del Califfato; nell’estate dello stesso anno ha raso al suolo la “tomba di Giona”, moschea costruita su quello che alcuni considerano il luogo di sepoltura del profeta biblico, a Ninive, in Iraq; questo febbraio miliziani dell’Isis hanno distrutto molte statue e bassorilievi mesopotamici nel museo di Mosul, sempre in Iraq; a marzo hanno spianato con un bulldozer i resti dell’antica città assira di Nimrod, oggi nell’Iraq settentrionale; molto più recentemente ha decapitato il direttore del sito di Palmira, l’archeologo ultra-ottantenne Khaled al-Asaad”. Un disastro.

Il museo era n antico edificio costruito in materiale argilloso durante l’occupazion degli Ottomani nel 1861, si trova nel quartiere al-Mansour nel centro della città, in un quadrato noto come la Piazza del museo. Fu usato in precedenza come prigione durante l’occupazione francese, e si estendeva su due piani. Al suo interno soprattutto meravigliosi mosaici, ceramiche di terracotta del periodo islamico. Tra gli oggetti più preziosi antichità al-Abbasiyah nel terzo millennio aC. Sullo stesso piano, c’era una sezione dedicata alle tradizioni popolari di al-Raqqa, dove veniva presentata una tenda beduina con tutto il suo contenuto: mobili e utensili con due statue. E infine scene di panificazione e simboli equestri. Tutto questo, per volontà della furia dell’Isis, ora non esiste più

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