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Un toscano come CT, intervista esclusiva a Luciano Spalletti

Fresco di qualificazione, racconta i prossimi obiettivi, dai primi mesi a Coverciano all’esordio della nazionale a EURO 2024

Un toscano come CT, intervista esclusiva a Luciano Spalletti
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22 Dicembre 2023 - 11.17


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Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.

di Giacomo Adami

Oggi ai nostri microfoni, siamo in compagnia di Luciano Spalletti, CT della nazionale italiana. Non possiamo trascurare il recente successo con il Napoli e il profondo legame che si è instaurato con i tifosi dopo la conquista dello scudetto. Il momento più significativo è stato, senza dubbio, la qualificazione all’Europeo, un risultato che sembrava un tabù per la nazionale, alla luce delle deludenti prestazioni nelle qualificazioni precedenti. Luciano quali sono state le sensazioni dopo il fischio finale dell’ultima gara contro l’Ucraina e qual è stato il primo pensiero una volta che ha realizzato di aver raggiunto la qualificazione?

Sensazioni sicuramente positive, perché abbiamo meritato la qualificazione contro una grande squadra che ci ha dato filo da torcere fino all’ultimo. Il mio obiettivo quando sono stato chiamato quest’estate era di portare a casa la qualificazione, in quello che era un girone sicuramente complicato. L’Italia ha sempre il dovere di qualificarsi a qualsiasi manifestazione e sono molto contento di aver contribuito con i ragazzi a raggiungere questo obiettivo. Il primo pensiero è stato di sollievo, abbiamo ancora molto da migliorare, per questo dovremo lavorare bene in questi mesi.

Ecco, per lavorare bene in questi mesi cosa intende? La prossima pausa sarà a fine marzo, come potrà far sì che i giocatori lavorino bene anche per la nazionale in questo lungo periodo con i propri club?

Credo che sia molto importante che i giocatori abbiano sempre in testa la nazionale, in vista dell’Europeo di giugno, e che siano focalizzati sul loro percorso con il club. Per questo, con l’aiuto dello staff, abbiamo realizzato un’applicazione interna per i giocatori in cui vengono caricate delle clip di giocate individuali e di squadra che i giocatori potranno visionare per avere sempre a mente le caratteristiche dei compagni con cui non si allenano quotidianamente.

Molto interessante. È una strategia per creare maggiore intesa?

Esattamente, così alle prossime convocazioni i giocatori saranno già preparati.

Un segreto dell’ultima Italia campione d’Europa è stato il gruppo creato da Mancini, uno dei suoi obiettivi nei prossimi mesi può essere quello di compattare il gruppo?

La possibilità di giocare in nazionale deve essere vista come l’ambizione di giocare in una squadra prestigiosa, e per diventarlo dobbiamo trasformarci in un grande gruppo. La compattezza è fondamentale, molti ragazzi si conoscono già ed hanno passato momenti straordinari in nazionale. L’obiettivo è cercare di farli mantenere in contatto per creare ancora più affinità di modo che a Coverciano ci sia sempre un clima più che sereno.

Dopo una carriera come la sua, dove finalmente ha raggiunto uno straordinario successo con il Napoli la passata stagione, che effetto le fa guidare la nazionale da CT in una competizione come l’Europeo.

È un motivo di orgoglio. Sentirsi sulle spalle il sostegno di un intero paese è un’emozione straordinaria, dovremo mantenere i piedi per terra e cercare di fare il nostro dovere per regalare serate memorabili a tutto il popolo italiano.

I sorteggi dei gironi saranno proprio domani, dove l’Italia verrà estratta dalla quarta fascia. Ha delle preoccupazioni a riguardo?

Una volta che siamo lì, siamo lì. Dovremo dare il massimo contro qualsiasi squadra e ogni squadra sarà complicata da affrontare. Certo è strano che la nazionale campione d’Europa in carica sia in quarta fascia, ma sono pronto per qualsiasi sfida. Non esistono gare facili in una competizione come questa.

Questi mesi da allenatore sono stati difficili, c’era il rischio di non qualificarsi. Come li ha passati?

Sapevo delle mie responsabilità e ho cercato il più possibile di mettere bene in campo la squadra. Tutti siamo sotto pressione quando lavoriamo in questo sport, ancor più se abbiamo addosso la maglia della nazionale. Ho cercato di compattare il gruppo e rendere le cose più semplici ai giocatori. Il passo falso è stato con la Macedonia al mio esordio, poi ci sono state importanti vittorie con Ucraina e Malta. Avrei sperato di fare risultato con l’Inghilterra ma nella partita ci sono stati superiori. Infine, la vittoria con Macedonia e l’ultimo pareggio con l’Ucraina sono stati fondamentali per il passaggio del turno. Per cui si è accumulata sicuramente un po’ di tensione, che è stata rilasciata totalmente con l’ultimo fischio finale.

A proposito del fischio finale, poco prima c’è stato un rigore dubbio non dato all’Ucraina. Addirittura, molti italiani sostengono che siamo stati favoriti dalla non chiamata dell’arbitro. Qual è Il suo pensiero a riguardo?

Se ne vedono molti di contatti del genere, l’arbitro sul campo ha ritenuto opportuno non fischiare, in panchina eravamo tutti appesi a un filo. Rivedendo le immagini però Bryan Cristante non sembra toccare Mudryk. Evidentemente in sala Var non hanno visto immagini che certifichino il contatto, per questo non lo hanno fischiato.

Dopo il fischio finale, l’abbiamo vista correre subito a richiamare Scamacca. Era un modo per spronarlo subito dopo la fine della partita?

Si, Gianluca è un attaccante importante per la nazionale e in quella partita ha fatto il suo; tuttavia, non è riuscito ad incidere come avevo immaginato. Doveva farsi valere di più a livello fisico e ho deciso di parlargli subito appena finita la partita.  Il ragazzo sa cosa gli ho detto, deve continuare a fare bene con l’Atalanta e arrivare in forma a giugno.

Un commento sulla vittoria dello scudetto con il Napoli, riportando quel trofeo alla città dopo 33 anni e raggiungendo questo traguardo per la prima volta nella sua carriera.

Abbiamo costruito un gruppo straordinario e siamo riusciti ad esprimere un grande calcio. Lavorando bene e creando unione sono questi i risultati. Far gioire i tifosi napoletani è stata un’emozione unica nella mia carriera, soprattutto raggiungendo quel traguardo. Non me lo scorderò mai. Infatti, me lo sono anche tatuato!

Perché ha deciso di lasciare il Napoli dopo la fine della scorsa stagione? Vittoria irripetibile?

No assolutamente, questo Napoli ha ancora molto da dare e i suoi tifosi potranno ricevere ancora grandi soddisfazioni. Sapevo che non ne avevo più e volevo semplicemente riposarmi, anche se ad agosto è arrivata la chiamata irrinunciabile della nazionale. La storia è stata scritta e lasciare in quel momento era per me la cosa migliore.

Un suo punto di vista su questa prima parte di stagione del Napoli, che ha visto anche il cambio in panchina, da Rudi Garcia a Walter Mazzarri. Vuole anche fare un in bocca al lupo a Mazzarri, toscano come lei?

Sì, Walter è un grande allenatore a cui faccio il mio augurio, spero che continui così. Nelle sue prime partite ho visto un Napoli rivitalizzato. Anche Rudi è un grande allenatore, purtroppo ha incontrato difficoltà. Non è facile mantenere la continuità di gioco in una squadra da stagione a stagione. Auguro il meglio alla squadra, sono dei ragazzi straordinari e meritano di continuare a vincere.

Grazie Luciano per la disponibilità. Buona fortuna e forza Azzurri!

“Grazie a te. Certo forza Italia sempre.”

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