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Ascanio Celestini: "Assurdo chiudere i teatri come a marzo"

Durante la manifestazione romana dei lavoratori dello spettacolo, Celestini chiede risorse immediate per gli addetti e la riapertura dei teatri anche con ulteriori riduzioni di spettatori

Ascanio Celestini: "Assurdo chiudere i teatri come a marzo"
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31 Ottobre 2020 - 16.03


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Ieri a Roma, durante la manifestazione di protesta degli addetti allo spettacolo che ha coinvolto 17 città italiane, l’autore e tattore Ascanio Celestini ha voluto manifestare pubblicamente il proprio dissenso allo stop di cinema, teatro e spettacolo dal vivo, imposto dall’ultimo Dpcm.
Il regista e interprete de La pecora nera, dopo aver dichiarato di trovare assurdo il ritrovarci ancora nelle stesse condizioni di marzo scorso, aggiunge: “Va tutelato lo spazio del teatro e la relazione con lo spettatore, preziosi soprattutto in questo momento. Se tenere i teatri aperti con gli spettatori già ridotti dalle precedenti misure è ritenuto pericoloso, io sono pronto a ridurli, anche fino ad avere un solo spettatore. È una porta che non si può chiudere”.  Lo afferma con decisione a difesa della cultura in generale ma anche a difesa della vita sociale degli individui: “Sempre di più le persone vivono e viaggiano verso la solitudine – aggiunge Celestini – sempre di più i luoghi d’incontro scompaiono, a favore di un incontro virtuale. Se inizia a passare l’idea che il teatro possa diventare totalmente performance virtuale, si perde una parte fondamentale della nostra cultura”.
Al Governo chiede immediate risorse per la sopravvivenza di artisti e tecnici ma anche mirati investimenti per permettere di organizzare spettacoli che possano arrivare al pubblico in tutta sicurezza.  “Perché non portare gli studenti a teatro per valorizzarne la funzione pubblica di piazza coperta? Sempre rispettando ogni regola di sicurezza, sarebbe possibile”, aggiunge cercando di coinvolgere lo spettacolo nella scuola che vede immobile e che da padre di due figli lo preoccupa.
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