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Snowden: con internet oggi il capitalismo sorveglia tutti e tutto

Longanesi pubblica il pamphlet autobiografico “Errore di sistema”. A Saviano dice: “Zuckerberg si pentirà”

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13 Settembre 2019 - 16.03


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Il mondo di internet al quale attingiamo quotidianamente è tutt’altro che libero. Siamo tutti tracciati, ogni passo, ogni immagine postata, ogni discorso, ogni ricordo. Le immagini dei figli piccoli comprese. Tutto è tracciato dai colossi del web e un simile controllo può avere un risvolto politico pericolosissimo. È una delle tesi di fondo di Errore di sistema (Longanesi, pagine 390, euro 18,60, titolo originale Permanent Record), il pamphlet autobiografico in uscita il 17 settembre dell’informatico, attivista Edward Snowden, giudicato dagli Stati Uniti una pericolosissima spia e pronti a incarcerarlo non appena ne avranno la possibilità: per adesso no, è rifugiato in Russia come rifugiato politico.

Il 36enne che ha lavorato per la Cia ed è stato consulente della Nsa nel 2013 rivelò che il governo statunitense aveva creato “un programma illegale di sorveglianza digitale di massa che consentiva (all’esecutivo di Wasghington e al governo britannico, ndr) di spiare praticamente chiunque”. Sapeva di cosa parlava: lui stesso aveva contribuito, scrive l’editore italiano.

In vista della pubblicazione del volume, Roberto Saviano ha intervistato via computer Snowden per Repubblica. Nella conversazione pubblicata oggi venerdì 13 lo scrittore ricorda che ogni nostra azione in rete viene registrata, non più dimenticata. E un giorno potrà essere usata, magari in modo distorto, contro noi stessi. “Non puoi pensare che non ti interessa la privacy perché non hai nulla da nascondere, sarebbe come dire che non ti interessa la libertà di stampa perché non ti piace leggere o che non ti importa della libertà di culto perché non credi in Dio. La privacy è l’espressione individuale di un diritto collettivo. Ma quando costruiscono un sistema che cataloga, immagazzina, sfrutta gli scambi tra esseri umani, per usarli contro di noi, devi stare in guardia e chiederti: e ora cosa ci succederà?”, dichiara l’informatico allo scrittore-giornalista.

Nell’intervista e nel libro Snowden denuncia “il capitalismo di sorveglianza”, a fronte della “fine di Internet per come la conoscevo io”, i cui responsabili sono società come Facebook e Google e dove, noi utenti, crediamo di gestire i nostri spazi liberamente quando siamo invece oggetti di marketing e, al contempo, di esame sui nostri pensieri, le nostre inclinazioni, le nostre idee politiche. Perché, avverte Snowden, la privacy ora come ora non esiste più, è indispensabile esserne consapevoli e ricorrere ad alternative perché, a esserne, minata, è la libertà del cittadino, la democrazia stessa. Lui garantisce che non cede: “Lotto perché internet torni libero. Zuckerberg si pentirà”, titola il quotidiano.

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