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Tolkien, i testi che Wu Ming 4 cancella dal Salone perché ci sono «neofascisti»

“J.R.R. Tolkien Il Fabbro di Oxford” raccoglie saggi sull'autore del "Signore degli anelli". Niente Torino per la presenza dell'editore Altaforte

Tolkien, i testi che Wu Ming 4 cancella dal Salone perché ci sono «neofascisti»
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6 Maggio 2019 - 16.22


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Qual è il libro che Wu Ming 4 rinuncia a portare al Salone del Libro di Torino? Lo scrittore del collettivo Wu Ming è stato il primo ad annunciare il suo no seguito da Carlo Ginzburg, poi Zerocalcare e la presidente dell’Anpi Carla Nespolo, per la presenza di Altoforte, casa editrice neofascista dagli espliciti valori fascisti

Si tratta di J.R.R. Tolkien Il Fabbro di Oxford (Eterea, 196 pp., € 17,00) in arrivo il 9 maggio, a cura di Roberto Arduini, prefazione di Edoardo Rialti, in calendario al Salone il 12 maggio. Il volume che raccoglie dieci scritti e interventi dal 2014 al 2017 dello scrittore nonché uno dei fondatori dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani mandati in stampa da una nuova casa editrice. Tolkien, converrà ricordarlo, impropriamente l’estrema destra ha spesso eletto a riferimento mitico e culturale.

“Mai gomito a gomito con i neofascisti: Altaforte è di fatto la casa editrice di Casapound”, ha detto il gruppo letterario nato nel 2000 criticato il comitato d’indirizzo del Salone il quale ha accettato Casa Pound perché non è fuori legge. Per Wu Ming «ci si nasconde dietro il “legale” per non assumersi una responsabilità politica e morale». Il comitato d’indirizzo è presieduto da Maurizio Rebola, direttore della Fondazione Circolo dei Lettori.

L’officina letteraria di Tolkien

Dieci i saggi. L’autore della prefazione Edoardo Rialti è saggista e traduttore. Nell’introduzione Wu Ming scrive tra l’altro: «Il comune denominatore dei testi in questo volume è l’indagine sul lavoro artigiano di Tolkien, cioè sulla sua attività di narratore che ha prodotto le storie grazie alle quali è diventato uno degli autori più letti al mondo. Ho cercato di illustrare il modo in cui ha costruito i personaggi e le storie attingendo alla grande conoscenza della propria materia di studio – la filologia e la letteratura medievale – e come sia riuscito ad attualizzare quest’ultima attraverso l’invenzione narrativa. Ma ho anche indagato la sua capacità di declinare temi al tempo stesso universali e legati all’epoca attuale, pur rimanendo estraneo agli stilemi “modernisti”».

Per lo scrittore italiano «c’è molto da imparare dal tipo di lavoro sugli archetipi narrativi e leggendari messo in pratica da Tolkien. La sua officina narrativa rimane un ottimo esempio di come si possano trarre nuove storie dalla materia antica e di come si possano far riverberare e collidere creativamente epoche letterarie molto distanti tra loro». Inoltre la produzione e l’officina letteraria di Tolkien ricordano «quanto sia necessario porre al proprio tempo grandi domande, in una chiave non pacificante, che narri il conflitto col dato senza sconti; almeno quanto si debba evitare di inseguire le tendenze letterarie o lasciarsi appiccicare una qualunque etichetta». Anche quelle politiche, pertanto, come quando l’estrema destra ha voluto appropriarsi di Tolkien.

Sul narratore, sul sito tolkeniano www.jrrtolkien.it Valérie Morisi registra: «Tolkien ha modellato il mondo meraviglioso della Terra di Mezzo, un mondo in cui le sue lingue inventate potessero esistere e trovassero popoli che le parlassero». E sul libro di WM4? «Da cosa traeva J.R.R. Tolkien le sue storie? Come nascevano i suoi personaggi? E, soprattutto, come riuscì lo scrittore inglese a trasmettere il suo pensiero attraverso le loro parole e azioni? Il lavoro di Wu Ming 4 muove da queste domande per mostrare il lavoro “artigianale” dello scrittore. Come un fabbro paziente e certosino, Tolkien ha costruito le sue narrazioni attingendo dalla materia dei suoi campi di studio, la filologia e la letteratura medievale, per affrontare temi al tempo stesso universali e legati alla nostra epoca».

Quanto al titolo, «il fabbro di Oxford», ha un duplice rimando: il primo è lampante e prevedibile peché Tolkien insegnò filologia anglosassone e lingua e letteratura medioevali nella città britannica; il termine «fabbro» invece può sorprendere: rinvia alla dedica che T. S. Eliot fece proprio a Ezra Pound quale «miglior fabbro», il poeta che lo indusse a massacrare una versione del suo poemetto reso perciò più essenziale e un capolavoro La Terra Desolata: paradossolamente, è uno dei testi principi del Modernismo letterario, quel Modernismo da cui Tolkien era escluso, e Casa Pound si chiama così come rimando alle idee fasciste di Pound nonostante la figlia del poeta abbia provato a impedire l’uso del nome alla formazione di estrema destra.

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