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Uno spiraglio di luce: scambio di ostaggi fra Israele e Hamas

Finalmente la tregua è arrivata e in queste ore a Gerusalemme si vive un'atmosfera di riassestamento.

Uno spiraglio di luce: scambio di ostaggi fra Israele e Hamas
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23 Dicembre 2023 - 16.41


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Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.

di Giacomo Adami

Uno spiraglio di luce arriva dallo scambio di ostaggi, messo in atto ieri sera, tra le due fazioni che negli ultimi mesi sono state le protagoniste di una guerra tenebrosa e complessa. Non si sono mai date tregua, troppa la rabbia che è emersa fra Israele e Hamas, che stanno scrivendo una pagina buia della loro storia e della storia dell’umanità. Finalmente la tregua è arrivata e in questi giorni sono stati liberati molti ostaggi da entrambe le fazioni. In queste ore a Gerusalemme si vive un’atmosfera di riassestamento. I civili si muovono per procurarsi viveri e sostegno medico. Lunghissime sono le file ai supermercati, nelle prime ore del mattino. Nelle strade principali vi sono numerose manifestazioni di pace. Molti ristoranti, bar e locali sono chiusi. Totalmente abbandonate invece le attrazioni turistiche. La capitale israeliana vive un momento in cui occorre stringere i denti e sperare di tornare alla normalità il prima possibile. Purtroppo qui non è possibile prevedere quando si potrà tornare alla normalità.

Hamas ha liberato circa 20 ostaggi nella tarda serata di ieri, catturati dal raid dello scorso 7 ottobre. A sua volta Israele ha dato il via libera a 39 civili palestinesi per tornare a casa, anche se della loro casa ne rimane poco o nulla. Il governo israeliano afferma l’intenzione di liberare tutti gli ostaggi palestinesi in questi giorni di tregua, con l’accordo che Hamas faccia lo stesso, liberando a sua volta civili israeliani. Sospiri di sollievo dalla popolazione di Gerusalemme, soprattutto da parte dei familiari degli ostaggi: molte famiglie si sono riunite in un abbraccio che sa di angoscia e incertezza, perché questa guerra non ha ancora intenzione di terminare.

In questo stallo siamo in grado di comprendere la brutalità della guerra ed esaminare meglio la faccia di due popolazioni sconvolte, che hanno dovuto sopportare per decenni continue tensioni e disordini militari, fino a veder scoppiare un vero e proprio sanguinoso conflitto, in un mondo che di guerre sembra non averne ancora abbastanza. Da una parte vediamo i vertici israeliani che continuano a sganciare bombe su Gaza, dall’altra vediamo il gruppo estremista Hamas che continua a commettere famigerati crimini contro l’umanità.

Una guerra continua, senza esclusione di colpi, in cui le vere vittime alla fine chi sono? I civili, coloro che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Uomini innocenti, donne e bambini che devono sfollare, ripararsi da bombe e vedere distrutta la propria casa. Tuttavia, lo scambio di ostaggi ha acceso una lieve speranza, i civili hanno visto parzialmente stabilita la loro normalità. È stato possibile per loro curarsi e riunirsi ai propri cari. Le istituzioni sanitarie in questi giorni stanno agendo attivamente per fornire cure e provviste agli sfollati e a coloro che sono stati danneggiati maggiormente dai bombardamenti. Le autorità di soccorso, approfittando della pausa, stanno cercando di riesumare i numerosi corpi dispersi sotto le macerie, per garantire loro almeno un’adeguata sepoltura.

Le sensazioni sono sempre negative e lo scenario rimane inquietante. Gli abitanti di Gerusalemme sono preoccupati. Questi giorni sono solo una breve pausa che potrà permettere ai non combattenti di stabilizzarsi prima di doversi riparare nuovamente dai bombardamenti. Il feroce astio fra le due fazioni tornerà ad infuocarsi.

Le persone comprendono la complessa situazione che sta vivendo il Medio Oriente e gran parte dei civili si rende conto delle elevate perdite umane che subiscono entrambe le parti. Tutto questo porterà ad alimentare una spirale di violenza, ad oggi, apparentemente insormontabile. La cruda realtà della guerra non esclude nessuno, gettando tutti in un clima di incertezza continua. A Tel Aviv e Gerusalemme sono state messe in atto manifestazioni per la pace e festeggiamenti per la liberazione dei connazionali. In queste manifestazioni continuano appelli per chiedere la liberazione dei restanti ostaggi nelle mani di Hamas. Appelli in cui la voce dei familiari si fa sentire, implorando disperatamente di poter abbracciare nuovamente i propri cari.

Si attende il ritorno di giovani madri con i loro bambini, di cui alcuni addirittura in tenera età. Dall’altro lato, a Ramallah in Cisgiordania, vi è stata molta euforia per il rilascio degli ostaggi palestinesi, la quale anche loro hanno potuto riabbracciare i propri familiari. Le trattative proseguono. Hamas ha proposto di negoziare la liberazione di altri ostaggi israeliani catturati nell’aggressione dello scorso 7 Ottobre, prolungando ulteriormente la pausa nei combattimenti. In questo caso non si tratta di civili, ma di soldati. L’accordo sarebbe quello di liberare soldati israeliani in cambio della scarcerazione dei detenuti di peso della formazione terroristica palestinese. La comunità internazionale preme perché le trattative vadano avanti, di modo che possano essere forniti ai civili ulteriori aiuti umanitari. L’incertezza rimane sempre molto elevata, ed è difficile prevedere quello che succederà nelle prossime ore.

L’unico spiraglio di luce è il sostegno umanitario che viene inviato alle popolazioni e questi accordi che mettono in primo piano la vita dei civili. Il fatto che ostaggi innocenti vengano restituiti alle loro normali vite è un passo avanti nella protezione dei diritti umanitari. I civili auspicano che questo sia un primo piccolo passo che vada in direzione di una pace prolungata. La speranza è che il dialogo rimanga aperto, con il supporto degli stati alleati nella mediazione, allo scopo di individuare una soluzione che possa evitare ulteriori disastri.

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