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Venticinque anni dalla scomparsa di Faber, Dori Ghezzi: «Le sue canzoni vivono ancora in ognuno di noi»

In occasione del ritrovamento di nuovi documenti ufficiali, un evento all’archivio De André a Siena. Ha partecipato anche la moglie, Dori Ghezzi, la quale ha rilasciato una breve intervista.

Venticinque anni dalla scomparsa di Faber, Dori Ghezzi: «Le sue canzoni vivono ancora in ognuno di noi»
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22 Dicembre 2023 - 16.14


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Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.

di Claudia Di Marco

Fabrizio De André è stato uno dei più grandi cantautori italiani; i suoi testi riecheggiano ancora oggi e tutti hanno sentito, almeno una volta nella vita, alcune delle sue canzoni più famose. Oggi a Siena, dove si trova l’archivio De André, si terrà un importante convegno in occasione di una presentazione di nuovi documenti ufficiali ritrovati.

Un’occasione importante per parlare un po’ del cantautore e per ricordarlo, proprio in vicinanza del venticinquesimo anniversario dalla sua scomparsa.

Presente all’incontro c’è la compagna di una vita di De André, Dori Ghezzi, cantante italiana. Dopo la morte del marito, ha cominciato a dedicarsi alla gestione del suo patrimonio artistico.

A breve saranno venticinque anni dalla scomparsa di Faber. Come si sente a riguardo?

Stavo pensando a questo da un po’ di giorni ed è molto strano. La verità è che non so come mi sento a riguardo, è come se Fabrizio non fosse mai andato via. Le sue canzoni vivono ancora in ognuno di noi ed è questo che gli permette di essere ancora qui. Il suo ricordo sta passando di generazione in generazione; vedo i giovani interessati ancora alle sue canzoni e soprattutto vedo che i temi delle sue canzoni sono ancora molto attuali. Ovviamente mi manca, come potrebbe non farlo? Io e Fabrizio siamo stati legati indissolubilmente fin dal primo istante, ma la consapevolezza del suo ricordo collettivo rende tutto un po’ meno amaro.

Fabrizio ha scritto tantissime canzoni d’amore, a quale ti senti più legata?

Fabrizio ha scritto tantissime canzoni su tanti temi diversi. Sicuramente alcune delle sue canzoni d’amore sono le più conosciute. Chi non ricorda Amore che vieni amore che vai? Oppure anche La canzone dell’amore perduto? O ancora Verranno a chiederti del nostro amore? Sono tutte canzoni piene di significato e malinconia, ma la mia non può che essere Valzer per un amore.

Come mai proprio Valzer per un amore?

Perché si lega all’inizio della nostra storia. Io e Fabrizio ci siamo conosciuti prima in ambito musicale. Ci incontravamo spesso negli studi di registrazione. Un giorno mi prese da parte e mi fece ascoltare una canzone che aveva scritto tanti anni prima e che era comparsa in uno dei suoi primi album. Era Valzer per un amore. Per quanto la prima strofa possa sembrare negativa con il rimpianto dell’amore non ricambiato, nella seconda si percepisce l’invito ad amarsi ora, senza aspettare. Che dire… mi ha conquistata.

La canzone in cui lui identificava se stesso?

A casa ne abbiamo parlato spesso, poi lo ha confermato anche in una famosa intervista a Mollica. La canzone in questione è Bocca di Rosa, la quale è anche una delle più famose. Credo che il motivo sia la sua vicinanza estrema agli ultimi. Inoltre, la canzone è l’emblema dell’amore libero, non della prostituzione, come pensano in molti. Fabrizio è sempre stato legato al tema dell’amore libero e questa canzone lo riprende perfettamente anche con l’accostamento di quest’ultimo all’amore sacro nella chiusa.

A proposito di Amor Sacro, il rapporto con Dio è un fattore interessante dell’evoluzione artistica di Faber. Ricorda un episodio in particolare legato alle sue canzoni?

Fabrizio ha scritto tante canzoni sulla figura storica di Gesù, lo ha sempre affascinato indipendentemente dalle sue credenze religiose. Ci sono tanti esempi esistenti, quello più lampante è sicuramente quello del suo album La buona novella, che narra tutta la passione di Cristo. Riguardo a questo album ricordo un episodio che rese Fabrizio particolarmente soddisfatto del proprio lavoro: la Rai censurò le sue canzoni con tematiche religiose per molto tempo; invece, fu proprio la radio del Vaticano a passarle per la prima volta. Secondo lui è successo perché hanno capito che le sue canzoni trattavano della figura storica di Cristo: era una trattazione laica che non mancava di rispetto alla visione religiosa dei fatti.

De André disse in un’intervista di non volersi definire un poeta, cosa ne pensa a riguardo?

Io credo che ci sia un motivo per cui in molti lo definiscono tale: le sue canzoni hanno una metrica ricercata e una cura del linguaggio e delle figure retoriche non da poco, non credo sia un caso che alcuni testi siano finiti nelle antologie scolastiche. Fabrizio non si è mai voluto definire un poeta perché credeva ci dovesse essere un perfetto equilibrio tra parole e musica per essere un buon cantautore: se una delle due avesse preso il sopravvento sull’altra sarebbe stato o un bravo poeta o un bravo musicista, ma il suo intento era essere un bravo cantautore. Non posso che essere d’accordo con lui su questo.

Si parla sempre di Fabrizio come autori di grandi testi, ma la sua voce era anche una componente fondamentale che oggi manca a molti, che ne pensa?

Fabrizio viene sempre ricordato per tutte le tematiche che ha portato nelle sue canzoni e sicuramente queste sono fondamentali per capire la sua poetica. Ciò che non va sottovalutato era come venivano dette queste cose. La sua voce era un catalizzatore, non ci si poteva non fermare ad ascoltare. Credo, quindi, che nel parlare della sua musica ci si debba necessariamente fermare a riflettere sulla sua timbrica da perfetto cantastorie.

Qual è un tema delle canzoni di Fabrizio sul quale dovremmo soffermarci tutti a pensare ancora oggi?

Come dicevamo prima, i temi di Fabrizio sono tutti immortali. Sono temi che ancora oggi rimangono attuali: la compassione per il prossimo, l’amore libero, il rispetto per il diverso, il racconto degli ultimi. Questi sono solo alcuni dei temi ricorrenti nelle sue canzoni e credo che valga la pena soffermarsi su tutti. Di certo la compassione per il prossimo risulta particolarmente attuale con tutte le guerre che ci circondano. Lui avrebbe avuto tanta speranza per il futuro, ha sempre creduto nel prossimo.

Oggi ci troviamo qui, all’Archivio De André. Che valore ha un luogo simile per la memoria di suo marito?

Credo sia molto importante avere un luogo in cui poter collezionare tutti i documenti fondamentali della sua carriera. È sempre un piacere tornare qui a Siena a visitarlo, tanti esperti si sono dedicati alla conservazione delle carte in cui scriveva. Fabrizio aveva tanti taccuini in cui riportava idee e testi, ma mi capita spesso di trovare fogli di carta sparsi in cui buttava giù qualcosa di geniale. Mi piace molto ritrovarli tutti qui, anche se devo ammettere che vedere la sua scrittura ancora mi commuove.

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