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Rilasciati gli ostaggi: un altro giorno di commozione a Gaza

Oggi, 29 Novembre 2023 sono stati rilasciati altri ostaggi a Gaza: tra la Croce Rossa e i parenti si respira aria di liberazione.

Rilasciati gli ostaggi: un altro giorno di commozione a Gaza
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13 Dicembre 2023 - 19.35


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Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.

di Claudia Di Marco

La notte a Gaza, sulla striscia di confine, è illuminata dalle cellule fotoelettriche. L’aria è calda e il vento accarezza il viso della gente che si è radunata. Sulla frontiera che separa i due stati ci sono angoscia e voglia di futuro. Nella notte il tempo sembra sospeso dal gioco di selezione che invade le case di ogni famiglia. All’improvviso viene consegnata la lista dei nomi degli ostaggi che verranno liberati oggi, 29 Novembre 2023. Il silenzio fa grande rumore.

Il foglio arriva all’orario concordato direttamente al governo israeliano e, come previsto dall’accordo con Hamas, ci sarà la liberazione del sesto gruppo di dieci ostaggi israeliani e trenta prigionieri palestinesi.

Questa mattina il cielo è limpido e le strade sono ancora vuote. Una notizia riecheggia nell’aria: sono stati rilasciati degli ostaggi con passaporto russo; questi non farebbero parte dell’accordo tra Hamas e Israele. La loro liberazione viene giustificata dall’alto funzionario di Hamas, Musa Abu-Marzouk, come “segno di apprezzamento per le lodevoli posizioni del presidente Putin”. Questa notizia mi fa rabbrividire ma mi solleva allo stesso tempo. La contentezza per il loro rilascio si mischia al disappunto della selezione fatta su base politica e non umanitaria.

La tregua che sta facendo respirare momentaneamente Gaza non è stata ancora confermata. I funzionari di Netanyahu affermano che questa dipenderà dalla capacità di Hamas di rilasciare 10 ostaggi al giorno, data la presenza ancora di molti prigionieri, donne e bambini, che soddisfano le condizioni per la tregua.

Un’estensione del cessate il fuoco potrebbe portare alla liberazione di alcuni uomini per la prima volta, come riportato dal Guardian. Un passo da sottovalutare: una tregua permetterebbe agli aiuti umanitari di arrivare a Gaza.

Mi dirigo verso le aree popolate della città e vedo la Croce Rossa che fornisce cibo e coperte. Gli sguardi sono un tormento. Le madri stringono i propri figli per consolarli con gli occhi vuoti di speranza. Nel primo pomeriggio vedo finalmente i furgoni di Hamas avvicinarsi per lasciar libere le persone comparse nella lista della scorsa notte.

Mi trovo a Ramallah, in Cisgiordania. Il sole non è ancora tramontato. Nella luce soffusa vedo spiccare il bianco e il vermiglio della Croce Rossa, già in posizione per aiutare eventuali feriti e dare assistenza. L’ala militare di Hamas spicca con il nero delle divise, lasciando intravedere solo gli occhi degli ufficiali. Trasportano a uno a uno gli ostaggi rilasciati e li portano direttamente ai soccorritori. Cerco di interpretare i loro sguardi ma anche in questo caso vedo solo una cosa: il vuoto.

Noto anche gli sguardi delle famiglie che restano lontane a guardare. Sanno ormai da un giorno intero se il loro figlio, la loro madre, il loro nonno fanno parte della fatidica lista. Distinguo due sguardi: quelli ansiosi delle madri che sperano solo di riabbracciare i loro figli vivi e quelli di coloro che sanno che dovranno aspettare ancora un’altra lista. La commozione unisce tutti.

Credo di trovare negli sguardi degli ostaggi sempre lo stesso sentimento di sollievo. Mi rendo conto, invece, di quanto la mente umana sia singolare. Ci sono persone commosse, persone confuse, persone perfino arrabbiate. Una cosa li accomuna: tutti torneranno a casa stasera.

Mi soffermo su una madre che abbraccia sua figlia, una bambina di poco più di sette anni che così piccola ha dovuto subire tutte le atricità di questa guerra. Rimango bloccata in questo pensiero: Come possiamo noi accettare tutto questo?

Ritorno a guardare la scena. Mi immergo negli abbracci, negli sguardi rubati, nelle lacrime delle persone. Mi lascio trasportare dalla loro immensa umanità. Anche oggi delle vite sono state salvate, anche oggi la guerra, per un attimo, si è fermata.

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