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"The Social Network": tra connessione e solitudine

Il film di David Fincher racconta la nascita di Facebook e il prezzo umano dell’innovazione digitale, tra ambizione, relazioni fragili e riflessioni sull’uso consapevole dei social nella nostra vita quotidiana.

"The Social Network": tra connessione e solitudine
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2 Dicembre 2025 - 19.59


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di Sofia Ferrari

The Social Network è un film drammaticamente biografico. In 120 minuti il regista David Fincher ci consegna uno spaccato della vita del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, alle prime armi con la creazione del social tra il 2003 e il 2004 e i suoi tormentati rapporti durante gli anni all’università di Harvard.

Grazie alla sceneggiatura di Aaron Sorkin (ispirata al libro di Ben Mezrich The Accidental Billionaires) entriamo con i protagonisti nella loro vita quotidiana e ci interfacciamo con i loro stessi problemi, provando sulla nostra pelle le sensazioni di spaesamento e sorpresa che trasmettono.

Con 4 Golden globe e 3 Oscar assicuratisi nel 2011, il film riflette un mondo, oggi come allora, in continua innovazione e progresso. Ma questa evoluzione prevede un prezzo da pagare. Continuiamo a sentirci sempre più connessi l’un altro virtualmente e siamo a conoscenza di sempre maggiori informazioni su chi ci circonda e non, ma con un conseguente allontanamento sul piano “reale”.

All’inizio del film vediamo uno studente brillante intento a dimostrare qualcosa a Erica, la ragazza che l’ha appena lasciato. La ferita narcisistica è la spinta per vendicarsi sulla stessa mettendola alla gogna in rete e ottenendo una condivisione inaspettata in un blog chiamato Facemash, il prototipo di Facebook.

Lo ritroveremo ancora giovane a capo di un impero ma con le stesse problematiche del suo inizio. Egli ricerca la gratificazione economica a discapito delle relazioni interpersonali, lasciandosi trascinare in una corsa al successo (soprattutto da Justin Timberlake nei panni di Sean Parker) che lo porta a crearsi nemici tra quelli che erano i suoi pochi affetti. Con la sua genialità costruisce una fantastica piattaforma ma allo stesso tempo isola sé stesso.

La narrazione è spezzata da continui flashback e cambi di scena mentre la velocità dei dialoghi incastrati nel dinamismo delle scene tengono alta la soglia d’attenzione dello spettatore. Questo film è più che un semplice racconto di una vicenda: è uno spunto per riflettere sulla società contemporanea e su quanto i social influiscano sulla nostra vita e sui nostri rapporti, senza mai cadere nell’ovvietà. È un ritratto complesso della nostra epoca, dove l’innovazione va più veloce dell’etica.

Un film che, personalmente, mi ha fatto tornare a riflettere sull’uso dei social e alla scarsa consapevolezza con la quale mi approccio alle condivisioni di miei momenti di vita anche con sconosciuti. Vedere questo film è un ottimo punto di partenza per prenderne coscienza.

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