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Pietro Lorenzetti rientra nella pieve, Raffaellino entra in cura

Il polittico del pittore senese è tornato ad Arezzo ma c’è una raccolta fondi per finire i lavori nella chiesa. L’Accademia di Firenze interviene su Raffaellino del Garbo

Pietro Lorenzetti rientra nella pieve, Raffaellino entra in cura
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12 Novembre 2020 - 17.53


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Un polittico di Pietro Lorenzetti che esemplifica la pittura senese nella sua stagione d’oro, il Trecento, è stato restaurato ed è rientrato nella sua dimora ad Arezzo mentre a Firenze ha preso la via del restauro una tavola d’inizio ‘500 di un pittore di estrema raffinatezza, Raffaellino del Garbo. Dal medioevo di Seina al pieno rinascimento fiorentino, le cure delle opere d’arte non finiscono mai.

Il Lorenzetti nella Pieve
Ad Arezzo il polittico con la “Madonna con Bambino, Santi, Annunciazione e Assunzione” è stato riposizionato sull’altare maggiore della Pieve di Santa Maria, per adesso senza festeggiamenti causa la pandemia. Il lavoro è durato sei anni e ha comportato la pulitura, il consolidamento e messa in sicurezza (ovvero misure che impediscono o almeno frenano il degrado del tempo. Il Lorenzetti eseguì la sua tempera su fondo oro tra il 1320-24 come attesta l’atto di commissione del 17 aprile 1320 del vescovo Guido Tarlati: un ricco incarico che prevedeva l’uso di oro da cento fogli a fiorino e, soprattutto, l’alto prelato richiedeva al pittore la “perfezione” e che non prendesse altre committenze finché non aveva completato l’opera. Il polittico non è completo: mancano all’opera
due colonne con sei figure dipinte per ciascuna, pilastrini tra gli scomparti terminanti in pinnacoli e la predella, che il Vasari definì “con molte figure piccole, tutte veramente belle e condotte con buonissima maniera”.

Le restauratrici Paola Baldetti, Marzia Benini e Isabella Droandi, avvisa una nota, hanno tra altri passaggi rimosso strati di sporco, patinature antiche e ripulito la superficie pittorica. Una ricerca, condotta con la Soprintendenza di Siena Grosseto e Arezzo, ha ipotizzato come erano le parti strutturali in legno della cornice monumentale, perduta, e le ha ricostruite con un disegno digitale.
Il restauro – informa sempre il comunicato – è stato autofinanziato dallo studio Ricerca e dal 2017 ha avuto il sostegno dell’associazione Art Angels Arezzo onlus che ha raccolto molti donatori privati. Hanno contribuito con donazioni la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, le aziende Power One Italy, Chimet, Tca, Centro Chirurgico Toscano. Sono arrivati contributi anche dagli Stati Uniti attraverso l’associazione Friends of Florence. Sempre i responsabili dell’intervento segnala che servono altri 78mla euro per disinfestare il coro ligneo, preparare una nuova illuminazione e altri interventi. Per questo vengono raccolti fondi sulla piattaforma GoFundMe (clicca qui)

Raffaellino dell’Accademia
Alla Galleria dell’Accademia di Firenze il laboratorio di restauro ha iniziato il suo lavoro sulla tavola della Resurrezione che Raffaellino del Garbo (così è conosciuto Raffaellino Dei Carli) dipinte per la cappella della famiglia Capponi nella chiesa di San Bartolomeo a Monteoliveto, tra il 1500 e il 1505. Per gli storici dell’arte il dipinto che ha Firenze sullo sfondo richiama autori come Domenico Ghirlandaio e il Verrocchio.
“Questo intervento riguarderà sia il supporto ligneo che gli strati pittorici e sarà condotto per gradi – dice nella nota stampa Eleonora Pucci, responsabile dell’ufficio restauro della Galleria – Il complesso insieme delle operazioni che interesseranno gli strati pittorici procederà da una pulitura eseguita dopo gli opportuni test per individuare la metodologia da usare ed il livello più corretto da raggiungere, alla stuccatura con integrazione delle parti pittoriche, prima di arrivare alla protezione finale”. Un altro capitolo del restauro interesserà la cornice lignea a tabernacolo.

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