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Bonisoli contro bonus da 500 euro per giovani. Spendere in cultura fa paura?

Al neoministro dei beni culturali non piace il bonus per i neodiciottenni. Il Pd: "Irresponsabile". Confindustria contro il ministro. Ma il Consiglio di Stato dice: serve una legge

Bonisoli contro bonus da 500 euro per giovani. Spendere in cultura fa paura?
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redazione Modifica articolo

18 Giugno 2018 - 15.26


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Il neoministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli ritiene che sia inutile il Bonus cultura per i giovani stabilito dal precedente governo e ottenuto dall’ex ministro alla cultura Dario Franceschini. Intervistato da Paolo Conti sul Corriere della Sera, ha detto: “In alcuni casi era meglio spendere diversamente i soldi. Penso alla 18 App, i 500 euro in buoni da far spendere ai diciottenni. Vale 200 milioni… Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe”. Il bonus vale per chi aveva compiuto 18 anni nel 2017.

Il Pd, e anche Confindustria, hanno contestato le posizioni del neotitolare della cultura, ma il Consiglio di Stato ha appena depositato un suo parere dove afferma che per esterndere il bonus a chi compie 18 anni nel 2018 e nel 2019 non è sufficiente una variazione delle tabelle dei fondi del ministero dei beni culturali per ampliare la platea ai nuovi diciottenni ma serve una legge vera. Perché rimanga in piedi quindi il nuovo governo dovrebbe fare una sua legge. Fatto improbabile, vista la posizione di Bonisoli.

Anna Ascani, Pd: “Bonisoli irresponsabile”

La deputata Pd Anna Ascani ha commentato: “Il ministro Bonisoli persevera in un atteggiamento irresponsabile e svilente nei confronti di 18App, ma soprattutto dei nostri giovani. È delirante arrivare a dire che sarebbe più educativa per un ragazzo la rinuncia a un paio di scarpe per permettersi i consumi di cultura che avere 18App. Come se tutti i ragazzi in questo paese potessero permettersi i consumi culturali, come se non fosse responsabilità pubblica educare alla cultura. Il sospetto è che il ministro Bonisoli cerchi goffamente un motivo qualsiasi per tagliare i fondi a 18App, visto che il suo partito ha promesso ingenti tagli delle tasse fortemente classisti. Bonisoli e la Lega abbiano il coraggio di dire questo, invece che sperticarsi in penose lezioni paternalistiche su come si educherebbero i ragazzi alla cultura. Sul mantenimento di 18App, ovviamente, il Partito Democratico darà battaglia insieme al mondo della cultura e ai tanti ragazzi e ragazze che per la prima volta hanno visto un governo scommettere su di loro. E che ora dovrebbero pagare il costo delle promesse irrealizzabili della coppia Salvini-Di Maio”.

Con il bonus si possono spendere 500 euro in un anno in “cultura”, cioè biglietti per teatro, film, concerti, musei, mostre, libri, siti archeologici. Lo ha introdotto la Legge di Stabilità del 2016 (art. 1 comma 979) per chi è nato nel 1998 e diventava maggiorenni nel 2016, è residente in Italia e se è straniero abbia il permesso di soggiorno. Potevano spendere i 500 euro fino al 31 dicembre 2017 se si erano iscritti sulla piattaforma “18App” entro il 30 giugno 2017.

 

La Legge di Bilancio 2017 (art. 1 comma 626) lo ha confermato per i ragazzi nati nel 1999 che hanno raggiunto i 18 anni nel 2017. Hanno tempo fino al 30 giugno 2018 per iscriversi e potranno spendere il bonus entro il 31 dicembre 2018. Possono acquistare anche “musica registrata, nonché corsi di musica, di teatro o di lingua straniera”.

Confindustria Cultura: “I ragazzi hanno speso 260 milioni in cultura”

Per Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia, secondo Skuola.net “quasi 800 mila ragazzi hanno speso ad oggi oltre 260 milioni di euro, tra libri, musica, concerti, cinema, musei, teatri, eventi culturali e altro. Per un Paese che, secondo i dati Istat, è molto indietro sul piano dei consumi culturali e dei prodotti creativi, ci sembra un segnale incoraggiante, perché oltre alle necessarie politiche di incentivazione dell’offerta, è fondamentale una progettualità di sostegno alla domanda”.

 

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