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Berengo Gardin: «Le “grandi navi” solcano Venezia per giochi di interesse»

Parla il fotografo autore di un reportage che il sindaco Brugnaro censurò a Palazzo Ducale: «Sono pericolose». Bonisoli invoca lo stop

Berengo Gardin: «Le “grandi navi” solcano Venezia per giochi di interesse»
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3 Giugno 2019 - 18.33


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«Le “grandi navi” a Venezia? Prima erano tutti contrari a bloccarle, dopo l’incidente di ieri adesso sono tutti favorevoli. Non so cosa vogliono i politici, non si riesce a capirlo. Credo che spostarle dalla laguna sia così difficile perché c’è un gioco di interessi», afferma a globalist.it Gianni Berengo Gardin. il giorno dopo l’incidente della Msc scontratasi con una navetta ferendo cinque persone.

Oltre a essere uno dei maggiori fotografi del nostro tempo per i suoi reportage l’88enne autore nell’autunno del 2015 fu costretto a spostare una sua mostra da Palazzo Ducale (comunale) al Negozio Olivetti gestito dal Fai – Fondo Ambiente Italiano. Quale peccato aveva commesso, con le sue immagini in bianco e nero dei colossi del mare svettanti nelle acque della Serenissima? Il sindaco leghista di allora, e lo stesso di oggi Luigi Brugnaro, le “censurò” dietro la formula che l’esposizione doveva essere “meglio formulata” e calibrata.

Berengo non scese a compromessi e allestì altrove la sua rassegna su questi giganti tra le case dopo di ché la portò anche a Roma. Il fotografo ha buona memoria: «Il sindaco dice ora di non volere più le “grandi navi” ma lui fece censurare la mia mostra. I politici dicono che ci stanno lavorando, ma non fanno niente, quindi non so cosa dire».

Bonisoli: «Non devono più passare per la Giudecca»
Quanto agli esponenti politici, il ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli giudica l’incidente di ieri, dove solo per fortuna non è morto nessuno, «l’ennesima conferma che le grandi navi non devono più passare per la Giudecca. Per questo il Mibac, alcuni mesi fa, ha posto il vincolo su tre canali di Venezia, e sta lavorando alacremente al tavolo interministeriale per il blocco delle grandi navi in laguna, insieme con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti – Mit e al ministero dell’Ambiente. Oltre alla tutela della città patrimonio Unesco, bisogna salvaguardare l’ambiente e l’incolumità di cittadini e turisti».
Già ministri precedenti avevano provato qualche timido tentativo (Dario Franceschini propose di farle attraccare lontano, a Trieste) ma, al di là delle parole, nulla è accaduto. Potrà, Bonisoli, posto che l’esecutivo non frani sotto i colpi del ministro degli Interni “capitano” nei fatti anche di Palazzo Chigi?

Il fotografo: «Sono pericolose e inquinano l’acqua, l’aria e la vista»
L’autore di innumerevoli reportage, veneziano, non è felice di aver testimoniato con i suoi scatti del 2013 e 2014 quanto poteva accadere. Perché sono così pericolose, queste gigantesse? «Perché provocano un evidente inquinamento visivo – risponde Berengo Gardin – Perché causano un forte inquinamento atmosferico in quanto quelle navi usano un petrolio più nocivo delle auto. Perché inquinano dato che muovono le sabbie della laguna con quattro potenti eliche. E sono un pericolo per Venezia stessa». L’incidente di domenica ne è una prova lampante: la nave è andata a sbattere contro una navetta. Con la prua «poteva andare a sbattere contro l’isola di San Giorgio o contro Palazzo Ducale o contro una chiesa. Sono pericolose».

Con la loro stazza impressionante, le navi da crociera attraversano ancora la città del leone di San Marco. È così difficile tenerle fuori? «C’è un gioco di interessi. Ci sono stati anche progetti di architetti famosi per tenerle fuori dal lido». Idee mai considerate. «Vanno bloccate», auspica Berengo Gardin. Chissà con quante speranze.

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