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"My Covid in Comics" racconta la pandemia nel mondo con i fumetti

A febbraio 2021 uscirà una pubblicazione dove sono raccolti fumetti realizzati da artisti da ogni angolo del mondo, da Zerocalcare a Palumbo. Il ricavato andrà in beneficenza

"My Covid in Comics" racconta la pandemia nel mondo con i fumetti
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9 Dicembre 2020 - 13.14


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di C.G.

My Covid in Comics è il progetto curato da Jacopo Granci, dell’organizzazione non governativa Cefa. 
Il libro, realizzato grazie alla collaborazione di Claudio Calia e dell’associazione padovana Ya Basta Caminantes-Onlus, sarà disponibile da febbraio 2021 e non sarà in vendita, ma verrà regalato a chiunque sceglierà di fare una donazione in favore dei progetti sostenuti da Cefa e Ya Basta Caminantes, riguardanti anche le campagne di contrasto alla pandemia in Tunisia e in Iraq, oltre a finanziare interventi attivati in favore di due scuole delle regioni italiane più colpite dal virus: la Lombardia e l’Emilia Romagna.
All’iniziativa hanno preso parte fumettisti provenienti da tutto il mondo, contribuendo alla realizzazione di 300 illustrazioni, 173 tavole e un racconto a voci unite potentissimo sull’emergenza sanitaria che, dallo scorso marzo 2020, sta coinvolgendo l’intero pianeta e cambiando le nostre vite.
Tra i 137 artisti selezionati troviamo anche fumettisti made in Italy come Zerocalcare, Palumbo, Kappel, Large, Gilmar e Claudio Calia, oltre a molti artisti emergenti e meno conosciuti.
Alcuni tra loro si erano già esposti durante la pandemia, come Zerocalcare e il suo Rabibbia Quarantine, un cartoon, trasmesso a puntate su La7 all’interno di Propaganda Live, raccontando la prima quarantena nell’omonimo quartiere romano, passando dalla difficoltà nel fare la spesa, alla noia vissuta nello stare costantemente in casa, fino alla difficoltà di mantenere rapporti interpersonali vissuti tramite lo schermo digitale.

Il progetto nasce da lontano, afferma Granci al Corriere della Sera, da una serie di attività che svolgevamo in tanti Paesi per promuovere l’inclusione sociale dei giovani nei quartieri e nei territori più emarginati.

Un passaggio fondamentale è stato quello di unire le aree di intervento delle due associazioni, Cefa e Ya Basta Caminantes, nel mondo.
Hanno lanciato così una global challenge e la sfida è stata accolta con molto entusiasmo: sono stati in tantissimi a partecipatare.
Il risultato finale è stato la raccolta illustrata di My Covid in Comics, un racconto sociale dove la denuncia, la separazione, la distanza e la satira si alternano alla manifestazione dei sentimenti che la pandemia ha suscitato in tutti noi.

Ma perché proprio un libro a fumetti?
L’immagine è qualcosa che va oltre il grado di alfabetizzazione e la differenza di lingua. L’immagine è universale e comprensibile a chiunque. Abbatte tutte le barriere. 
Oltre alle riflessioni sanitarie, economiche e sociali legate alla pandemia si apre anche un’altra riflessione, sulla forza visiva dell’illustrazione e le sue potenzialità in momenti di crisi, usandola al fine di sensibilizzare.
Facendoci soffermare, almeno per un attimo, sul fatto che, forse, il fumetto non è più solo un racconto leggero fatto per divertire, ma ha una potenzialità ben più vasta, portandoci anche a riflettere sul ruolo cruciale delle arti per offire conforto e unire le comunità.

In My Covid possiamo trovare i vari punti di vista degli artisti riguardo la pandemia, tra cui la vignetta di Bolsonaro che nasconde il virus sotto il tappeto, ricordando molto le scene dei cartoni animati in cui dopo aver spazzato casa in fretta e furia lo sporco veniva nascosto per l’appunto sotto al tappeto. 
La cruda tavola del brasiliano Gilmr, il quale rappresenta un bara chiusa in una bottiglia il cui tappo è il Covid-19, mentre accanto si ha un’altra bottiglia tappata con dentro una persona che piange e saluta da lontano ed è isolata dal proprio caro.
Immagine che ci porta tristemente alla memoria l’impossibilità di manifestare una qualsiasi vicinanza sia a chi sta lottando contro la malattia sia a chi, sfortunatamente, non è riuscito a sconfiggerla.
Infine, sfogliando il manuale, possiamo trovarci di fronte alla vignetta che meglio riassume l’atteggiamento che qualsiasi governo ha adottato di fronte a questa calamità globale: un politico scandisce i mesi della crisi e prescrive le cose da fare:
a febbraio si dovrà, a marzo si deve, mentre ad aprile avremmo dovuto. 
Affermazioni fin troppo familiari per tutti noi.

Però My Covid in Comics non è solo un racconto di disperazione attraverso il mondo, ci sono anche tavole di speranza, come il soffione a forma di virus disegnato dall’iraniano Ari Rastroo, che ricopre la Terra, ma con un soffio viene spazzato via, riportandoci i continenti e gli oceani.

#Mycovidincomics
@Cefa.Onlus
@yaBastaCaminantes
@ifumettidiclaudiocalia

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