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Il Viareggio-Repaci va a un libro sul fascismo "macchina" totalitaria

Nella saggistica vince Guido Melis. Fabio Genovesi e Giuseppe Lupo ex aequo nella narrativa, Roberta Dapunt premiata per la poesia, l’ex procuratore Caselli per l’impegno civile

Il Viareggio-Repaci va a un libro sul fascismo "macchina" totalitaria
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27 Agosto 2018 - 12.35


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È un libro sul fascismo, su come il regime totalitario riuscì a compenetrare ogni aspetto della vita sociale, civile, culturale, amministrativa, imprenditoriale, il vincitore per la saggistica al Premio Viareggio Repaci assegnato domenica sera nella città toscana. Il volume “La macchina imperfetta. Immagine e realtà dello stato fascista”, edito dal Mulino a inizio 2018, scritto da Guido Melis, docente di Storia delle istituzioni politiche e Storia dell’amministrazione pubblica nella Sapienza – Università di Roma, inquadra nel suo complesso il fenomeno del fascismo e sugli italiani (Melis parla anche degli intellettuali, degli imprenditori, dei funzionari alle belle arti) ed è forse significativo che nella fase attuale, dove il pericolo di un fascismo in altra forma è concretissimo e non mancano persone che invocano il ritorno di una dittatura, i giurati abbiano scelto questo titolo. Così recita, tra l’altro, la motivazione della giuria: “Lo Stato fascista è studiato qui nei suoi meccanismi essenziali (…). E in primo piano il nuovo soggetto che ambiguamente penetra nello Stato e al tempo stesso se ne lascia penetrare, statalizzandosi: il Partito fascista. (…) Uno Stato ben lontano dall’essere la «macchina perfetta» che vorrebbe sembrare. Nell’affresco, ricco di particolari, emerge una visione complessa di quel che volle e non riuscì a essere lo Stato. Stato «fascista» ma al tempo stesso Stato «nel fascismo»”.
Genovesi e Lupo per la narrativa, Dapunt per la poesia
Per la narrativa il premio è andato ex aequo a Fabio Genovesi con “Il mare dove non si tocca” (Mondadori) e a Giuseppe Lupo con “Gli anni del nostro incanto” (Marsilio). Alla 89esima edizione per la poesia ha vinto Roberta Dapunt con la raccolta “Sincope” (Einaudi) e, sempre riprendendo dalle motivazioni della giuria, perché “parla soprattutto il corpo: le alterazioni degli equilibri, le emozioni non controllate hanno sempre una corrispondenza fisica”.
Si sono guadagnati il Viareggio opera prima per la narrativa Simone Somekh con “Grandangolo” (edizioni Giuntina), Viareggio-Versilia l’ex procuratore di Palermo Giancarlo Caselli “per la sua battaglia al servizio della legalità e della convivenza civile”, il Premio speciale Città di Viareggio Giordano Bruno Guerri, dal 2008 presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, il Premio Viareggio del presidente è andato a Nerio Nesi per il nuovo libro “Le passioni degli Olivetti”, edizioni Aragno.
Presiedeva la giuria Simona Costa. Hanno presentato la serata in piazza Mazzini il conduttore Tiberio Timperi con il sindaco Giorgio Del Ghingaro.

Il premio Viareggio-Repaci

 

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