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“Parlavo una lingua africana? Per la scuola ero stupido”

A Venezia “Incroci di civiltà” accoglie 25 scrittori da 21 paesi più Toni Servillo. Il kenyota Ngũgĩ wa Thiong’o: “Nella gerarchia tra lingue le radici della diseguaglianza”.

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4 Aprile 2018 - 12.03


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L’università Ca’ Foscari di Venezia organizza l’undicesimo festival “Incroci di civiltà”. Da mercoledì 4 a sabato 7 aprile si incontrano venticinque scrittori da ventun Paesi con l’assunto, più o meno esplicito, che le culture, le letterature, si nutrono di scambi, incroci appunto, non di barriere. Tanto è vero che uno dei momenti centrali dell’appuntamento è con autori dal continente africano: giovedì 5 alle 18 all’auditorium interviene Ngũgĩ wa Thiong’o, romanziere, drammaturgo e saggista kenyota dato in odore di Nobel. In un testo pubblicato sulla “Lettura” del Corriere della Sera di domenica 1 aprile a proposito del suo usare la lingua madre, il gikuyu (la lingua dell’etnia kikuyu o gikuyu), invece dell’inglese dominante, afferma: “La diseguaglianza ha le sue basi nell’economia e nella politica, ma filosoficamente le sue radici affondano nel concetto del rapporto tra lingue in termini gerarchici”. E ricorda: quando lui e altri ragazzi venivano “scoperti a parlare una lingua africana negli spazi della scuola venivamo umiliati attraverso l’obbligo di portare intorno al collo un cosiddetto Controllore, dove veniva scritto a chiare leggere che eravamo degli stupidi. Questa umiliazione e negatività venivano associate alle lingue africane come parte del processo educativo”.

Al Teatro Carlo Goldoni mercoledì 4 aprile alle 17 apre l’edizione 2018 una star della letteratura, l’inglese Ian McEwan, autore romanzi quali “Espiazione”, “Miele”, “Nel guscio” che dialoga con la sua traduttrice italiana Susanna Basso. Nella stessa occasione viene consegnato il “Premio Bauer – Giovani” alla scrittrice spagnola Eugenia Rico.

Tra gli italiani: giovedì alle 16 Donatella Di Pietrantonio, vincitrice nel Campiello 2017 con “l’Arminuta”, dialoga con la scrittrice australiana originaria dello Sri Lanka Michelle de Kretser.
Venerdì 6 alle 11.30, sempre in Auditorium Santa Margherita si confrontano il poeta Abdilatif Abdalla esiliato dal Kenya per aver criticato duramente il partito dell’ex presidente Jomo Kenyatta, la poetessa nicaraguense Gioconda Belli, che ha partecipato alla rivoluzione sandinista, il poeta cileno Raul Zurita, che fu arrestato e torturato dal regime di Pinochet. Alle 16 lo scrittore e insegnante Eraldo Affinati conduce un incontro sulla scrittura nel Carcere femminile della Giudecca (prenotazioni già chiuse da tempo).
Sabato 7 alla Fondazione Querini Stampalia alle 10 parla Thanasis Valtinòs, autore greco di racconti, romanzi e sceneggiature, premiato per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes nel 1984 per il film “Viaggio a Citera”, scritto con Theo Angelopoulos e Tonino Guerra. Alle 16 al Teatro Goldoni appuntamento libero con Toni Servillo, dove è in scena dal 6 al 15 aprile. Chiude il festival sabato alle 18 all’Auditorium Santa Margherita Wole Soyinka, il drammaturgo, poeta e saggista nigeriano, Nobel per la letteratura nel 1986 Wole Soyinka, fiero avversario dei soprusi del potere nel suo Paese e altrove.

Gli scrittori vengono da Australia, Cile, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Israele, Italia, Kenya, Nicaragua, Nigeria, Norvegia, Malesia, Marocco, Romania, Russia, Sri Lanka, Spagna, Svezia, Turchia. Gli appuntamenti sono a ingresso libero con prenotazione obbligatoria online (molti già pieni) su www.incrocidicivilta.org. Per Toni Servillo invece l’entrata è libera senza prenotazione fino a esaurimento posti. Il festival è ideato e organizzato dall’università veneziana Ca’ Foscari Venezia con Fondazione di Venezia e il Comune.

www.incrocidicivilta.org

 

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