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Ispettore Woolworth, c'è un messaggio di sangue da decifrare

Enzo Verrengia pubblica un nuovo giallo, "Lo scritto di sangue": omaggia Edgar Wallace ed è un rompicapo criminale dagli esiti imprevedibili. Leggi un "assaggio"

Ispettore Woolworth, c'è un messaggio di sangue da decifrare
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17 Gennaio 2018 - 11.17


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Dopo avere rivisitato la Londra vittoriana con “L’eredità di Hyde”, lo scrittore e giornalista Enzo Verrengia (che su questo sito conoscerete bene perché accanto ad altre testate su carta e programmi tv collabora con “Globalist”) con il suo nuovo romanzo si sposta in avanti nel tempo, pur mantenendo la location inglese. E dunque si è sempre all’ombra del Big Ben negli anni fra le due guerre, quando la scena del giallo classico è dominata da un gigante della trama e dell’azione, Edgar Wallace. A lui è dedicato “Lo scritto di sangue” (Delos Digital, 123 pp.), in cui fa la sua entrata l’ispettore Woolworth, del Criminal Investigation Department di Scotland Yard. Un segugio dagli occhi di madreperla che non trascurano alcun particolare indiziario. Come ad esempio la strana rigidità di una coperta nella quale si nasconde il messaggio scritto con il sangue da una donna prigioniera nell’amena campagna inglese. Woolworth non è un detective in panciolle. Si reca sul posto e nel percorso trova finanche un assistente, il ladro Hardwinkle. Quindi, fra intrighi familiari e amori tarpati dalle convenzioni sociali, Woolworth risolve un rompicapo criminale dalle conseguenze impreviste.
L’ispettore del Cid potrebbe divenire un protagonista seriale, per il diletto di quanti sono stufi di improbabili poliziotti contemporanei, di latitudini che nulla hanno a che fare con l’autentico mystery. Con lo pseudonimo di Kevin Hochs ha pubblicato vari romanzi per la collana Segretissimo della Mondadori.

 

Enzo Verrengia

Quello stesso pomeriggio, Woolworth si trovava alla stazione ferroviaria di Liverpool Street, da dove partivano tutti i treni per l’Inghilterra orientale. Il suo era diretto ad Harwich, ma lui sarebbe sceso molto prima, a Chelmsford. Di là, un taxi l’avrebbe portato a Trymple.
Il funzionario del CID prese posto in un tranquillo scompartimento di seconda classe, dove sedevano soltanto un’anziana signora e un pastore anglicano. Con un sommesso mormorio di saluto ai due, George C. Woolworth si levò la bombetta e andò a sistemarsi accanto al finestrino. Dopodiché la sua unica apparente occupazione fu seguire il filo dei pensieri mentre guardava oltre i vetri la città scorrere indietro e lasciar posto alla campagna verdeggiante di primavera.
L’anziana signora tirò fuori dalla borsa l’occorrente per lavorare a maglia e si mise a sferruzzare, finché non si appisolò. Ben presto i raggi bassissimi del sole al tramonto penetrando nello scompartimento e parvero intontire anche Woolworth e il reverendo. I tre dondolavano placidamente ai sobbalzi della carrozza sulle giunture dei binari.
—Non ti consiglio di provarci, amico!
La voce fredda e tagliente dell’Ispettore Woolworth aveva acquistato di colpo tutta l’autorevolezza di un funzionario della giustizia. Il pastore anglicano, che era stato l’oggetto del rimbrotto, rimase impietrito, con la mano sospesa a mezz’aria, protesa verso la borsa dell’anziana signora.
—Hai scelto il più banale dei camuffamenti, per un borseggiatore.
—Co… come si permette?— balbettò l’altro, confuso.
—Potevi almeno procurarti un vero completo da pastore della chiesa. Invece ti sei accontentato della brutta imitazione che indossi.
—Chi… chi è lei?— farfugliò il presunto reverendo.
—Ispettore George C. Woolworth, del CID.
—Oh no!
—Oh sì. E tu sei Patrick Hardwinkle, sei condanne per furto. L’ultima un anno fa. Ci siamo salutati all’Old Bailey e tu eri sul banco degli imputati.
L’altro ebbe una smorfia di frustrazione. Era sui trentacinque anni, alto, un po’ troppo atletico per essere un dedito solo ai servizi religiosi.
—Mi hanno messo fuori per buona condotta, Ispettore.
—Non tanto buona come credevano, a giudicare dalla celerità con la quale ti sei rimesso in affari. Ora tirerò il freno d’emergenza e ti farò arrestare, caro il mio reverendo. E se pensi di complicare le cose con una fuga, sappi che tutte le polizie di contea sono sempre molto sensibili a una segnalazione che viene da un funzionario del CID.
—La prego, Ispettore. Qualsiasi cosa, ma non questo. In fondo, stavo solo cercando di sbarcare il lunario. Crede sia facile per un ex detenuto trovare un lavoro, anche dei più umili.—
Hardwinkle ce la metteva tutta per impietosire Woolworth.
—Con me non attacca— ribatté l’Ispettore. —Conosco bene la scusa.
—Allora ascolti, signore, se ha bisogno di me per qualche cosa, sono a sua disposizione. Parola di…
—…Parola di gentiluomo?— fece ironicamente Woolworth.
—Parola mia. Sono servo suo, ma non mi faccia mettere di nuovo dentro.
L’Ispettore abbassò la testa e i suoi occhi grigio perla si strinsero impercettibilmente. Prese una decisione: —D’accordo, Hardwinkle. Dove vado, potrei aver bisogno di una mano extra. E tutto sommato, il tuo travestimento può ingannare chi non vi mette sufficiente attenzione, come questa poveretta— indicò l’ignara signora, che per nulla disturbata dall’alterco, ronfava sonoramente.
Fu così che sul treno da Londra a Harwich, Woolworth trovò un assistente al di fuori dell’ordinario per la vicenda che altrettanto al di fuori dell’ordinario che andava a dipanare nell’Essex.
Alla stazione di Chelmsford, Hardwinkle e l’Ispettore scesero mentre calavano le prime ombre della sera. Sul piazzale davanti all’uscita c’erano tre Vauxhall in attesa. Woolworth scelse quella verde scuro, al centro.
—Spiacente di importunarla— disse all’autista con il tono ingannevolmente mite che il mondo gli conosceva.
—Le spiacerebbe portarci a Trymple?
—Sono qui per questo— borbottò il tassista, senza troppi complimenti.
Prese la valigia di Woolworth e la infilò nel portabagagli.
—Lei viaggia leggero, reverendo?— fece a Hardwinkle.
—È più che abbastanza il peso dei peccati del mondo— rispose tetro il borseggiatore.
I due uomini salirono sul sedile posteriore dell’automobile, che partì con qualche scossone.
—Devo farla revisionare, questa carretta— bofonchiò l’autista, più preoccupato per la Vauxhall che per la comodità dei suoi passeggeri.
Mentre il cielo si imbruniva sempre di più, Woolworth apprezzò il paesaggio pianeggiante ed erboso della zona. Qua e là, fra distese di prati, spuntavano boschetti cedui in piena fioritura e filari di alberi ai margini delle strade. Solide mura delimitavano le tenute.

 

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