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Berlino, vandalizzate 70 opere d’arte. Sospetti su complottisti di estrema destra

L’altare greco di Zeus da Pergamo ritenuto “centro satanico”, sarcofagi egizi, dipinti dell’800 imbrattati di una sostanza oleosa. I media sospettano dei negazionisti del virus

Berlino, vandalizzate 70 opere d’arte. Sospetti su complottisti di estrema destra
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21 Ottobre 2020 - 15.09


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Lo vediamo dove porta il fanatismo. A Berlino almeno una settantina di opere d’arte e reperti archeologici sono stati vandalizzati il 3 ottobre scorso da una sostanza oleosa nella cosiddetta isola dei musei con un gesto assurdo che sembra legato a teorie della cospirazione e di un immaginario “satanismo”: tra i luoghi colpiti c’è il Pergamon Museum, l’istituzione che ha il monumentale frontone dell’altare di Zeus da Pergamo del II secolo a.C. e che, con un pensiero delirante davvero curioso, sarebbe il nucleo di una “scena satanica globale”. Lo hanno rivelato Die Zeit e l’emittente Deutschlandfunk dacché gli istituti hanno tenuto la notizia riservata.

Tra i pezzi danneggiati ci sono sculture in pietra, conservati al Pergamon, dipinti dell’800 alla Alte Nationalgalerie e sarcofagi egizi al Neues Museum. La Fondazione Prussian Heritage Foundation, responsabile dei musei, ha confermato che le opere hanno riportato danni ma ha taciuto sulla notizia. La polizia invece non ha commentato né spiegato perché né detto chi ha compiuto l’atto di vandalismo. Ma i media tedeschi hanno seguito una pista: negazionisti del Coronavirus attraverso i social e persone convinte di teorie sataniste. E hanno individuato un possibile responsabile, una star nel suo campo: Attila Hildmann, chef vegano con quasi un milione di “amici” su Facebook, che – stando ai giornali tedeschi – seguirebbe la teoria di estrema destra chiamata “QAnon” su un immaginario complotto mondiale dei soliti “poteri forti” contro Trump. Nelle ricostruzioni dei media in messaggi su Telegram, dove ha oltre 100mila follower, ad agosto e settembre aveva suggerito che Angela Merkel usasse l’altare di Pergamo per compiere “sacrifici umani”. Ieri martedì su Telegram il 39enne Hildmann ha condiviso l’articolo della Deutschlandfunk scrivendo: “Fatto. È il trono di Baal” (cioè Satana). In precedenza aveva definito il monumento “Trono di Satana, centro dei satanisti e dei criminali del Coronavirus”. Non è una prova ma per i media tedeschi è un commento che giustifica sospetti.

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