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"Yellow Submarine", il viaggio psichedelico dei Beatles è magia anche a fumetti

È uscita in edizione italiana lʼavvincente graphic novel di Bill Morrison tratta dal film di animazione del 1968

"Yellow Submarine", il viaggio psichedelico dei Beatles è magia anche a fumetti
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5 Dicembre 2018 - 14.49


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Enzo Verrengia

Quando si tratta dei Beatles, ogni omaggio alla loro sempiterna creatività non soltanto musicale non è mai di circostanza bensì dovuta. Così ben venga finalmente lʼedizione italiana della graphic novel tratta dal film di animazione del 1968 Yellow Submarine. Cinquantʼanni da un culto che sʼinnesta in quello più ampio dei Fab Four, i Favolosi Quattro. È Bill Morrison ad avere adattato per la versione a fumetti la sceneggiatura originale per lo schermo firmata da Lee Minoff, Al Brodax, Jack Mendelsohn ed Eric Segal. Un nome non da poco. A Morrison si deve infatti la serie cartacea dei Simpson, che trascinano fino a un trash esilarante la psichedelia originaria della pellicola che trasformò i Beatles in icone coloratissime.
Un racconto scanzonato per immagini del trip con lʼLSD
Oggi, senza infingimenti, si può riesplorare Yellow Submarine per quello che era realmente fin dalla sua concezione: un racconto scanzonato per immagini del trip con lʼLSD, un tentativo di esorcizzare lo spauracchio che la droga più diffusa degli anni ʼ60 evocava tra gli adulti, tra i benpensanti, tra i genitori incapaci di dialogare con i figli nati nellʼetà dello spazio e dellʼatomica, già proiettati verso il Duemila. Ma insieme, il soggetto della vicenda e la fantasmagoria dei personaggi raccoglievano unʼeredità evocatrice del soprannaturale che risale agli incubi di Edgar Allan Poe e di Howard Phillips Lovecraft, nonché alla narrativa gotica inglese di fine Settecento e inizio Ottocento. Nello stesso tempo, si anticipava la vena di Stephen King, che nel 1968 aveva solo 21 anni, ma già lavorava al suo universo allucinato. Con una differenza. Nella trama di Yellow Submarine lʼhorror viene risolto in burla.
Gli abitanti subacquei di Pepperland sono degli atlantidei senza la portata epica di Rider Haggard e perfino di Martin Mystère. A loro piace semplicemente una gaiezza permanente e fluida, in armonia con i moti delle correnti che pervadono i fondali. Peccato che tanta felicità, come sempre accade, susciti lʼinvidia dei Biechi Blu, che hanno lo stesso colore dei Puffi, seppure con unʼindole autoritaria ascrivibile al conformismo e, di più, al totalitarismo.
Pepperland salvata dai Fab Four
A salvare Pepperland, però, non sarà un esperto di fantarcheologia tipo Indiana Jones, bensì il complesso dei Beatles. Lo pesca a Liverpool il capitano Fred con il suo sottomarino giallo. Lʼuomo e la sua imbarcazione sono gli unici scampati al maleficio gettato sulla contrada suboceanica dai Biechi Blu, che hanno paralizzato e silenziato tutti.
Anche se non basteranno le canzoni di Lennon e McCartney a riportare in vita Pepperland. Ci vorranno la bizzarria e lʼinfinita erudizione dellʼuomo inesistente per ridare vitalismo e soprattutto musica a questʼAtlantide psichedelica. Senza rancore, inoltre, perché il capo dei Biechi Blu farà la pace con tutti e i suoi si uniranno al concertone che chiude la storia.
Questi fumetti: autentica oreficeria stampata
I fumetti di Morrison con le chine di Andrew Pepoy e Tone Rodriguez, e i colori di Nathan Kane costituiscono unʼopera di autentica oreficeria stampata. Spiazzante, abbacinante, avvincente. Perdersi su queste tavole consente di effettuare un trip senza assorbire la tossicità del vero LSD. Oltre a ripercorrere unʼepoca spesso ricordata con una retorica che la priva del suo portato innovatore e rigenerante.
A.A.V.V., Yellow Submarine (Mondadori, tr. di S. Pogelli, pp. 112, Euro 20,00)

 

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