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Il giudice: il Lisippo al Getty Museum va confiscasto

Il tribunale di Pesaro ribadisce per la terza volta: il bronzo dell'Atleta pescato nel 1964 al largo di Fano appartiene all'Italia

Il giudice: il Lisippo al Getty Museum va confiscasto
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redazione Modifica articolo

9 Giugno 2018 - 16.18


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Il Getty Museum di Los Angeles stavolta cederà? Pare improbabile ma ha perso un altro round nello scontro con l’Italia sulla stupenda scultura in bronzo dell’Atleta ritenuta dello scultore greco Lisippo: per la giustizia italiana l’opera va confiscata. “Ovunque si trovi”. E si trova a Malibu, Los Angeles, esposta. Lo stabilisce la magistratura di Pesaro. La scultura è oggetto da anni di una contesa tra lo Stato tramite il Ministero dei beni e attività culturali, che reclama l’opera, e l’istituzione privata californiana, che nel 1977 comprò il bronzo pescato nel 1964 da un peschereccio di Fano al largo della cittadina marchigiana.

È la terza volta, ricorda l’agenzia Ansa, che la magistratura pesarese intima la confisca dell’opera. Il gip Giacomo Gasparini ha respinto così l’opposizione del Getty Museum. L’istituzione comprò la scultura dal commerciante d’arte tedesco Heinz ma, per le autorità italiane, e il giudice di Pesaro lo conferma, è un’opera trafugata ed esportata illegalmente. Al di là del fatto se il bronzo è stato pescato in acque extraterritoriali o territoriali (quindi sul suolo italiano), le indagini hanno provato che il bronzo è stato portato a terra, è quindi passato sul territorio dello Stato senza essere stato dichiarato, è stato nascosto, venduto all’estero e pertanto violando quindi la legge: ogni reperto archeologico rinvenuto va infatti dichiarato alle autorità, per vendere un’opera d’arte all’estero occorre il benestare dell’ufficio esportazioni della soprintendenza di zona. Ciò potrebbe bastare. Non bastasse, il peschereccio “Ferruccio Ferri” era di Fano, quindi anch’esso rientra nel territorio dello Stato.

Già nel 2009 e nel 2013 i giudici di Pesaro avevano stabilito di confiscare l’Atleta, detto “vittorioso”, del IV secolo avanti Cristo, perché opera inalienabile dello Stato italiano e trafugata. Per ben volte, ricorda l’agenzia di stampa, il Getty ha fatto annullare la sentenza per vizi procedurali e continua a esporla in bella vista tra le opere più importanti. Il museo può far ricorso in Cassazione, come è probabile: ogni tentativo di accordo perché lo restituisse finora è caduto nel vuoto. Molti altri musei americani hanno restituito opere trafugate da quando fu ministro dei beni culturali Rutelli. Era anche un’azione politica. Assai improbabile confidare ora in Trump.

A chiedere la confisca, perché ne benefici lo Stato italiano e quindi i suoi cittadini, è stata undici anni fa l’associazione di Fano “Cento città” guidata da Alberto Berardi.

 

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