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Monet, l'impressionista che avrebbe voluto fare il giardiniere

Al Vittoriano di Roma una sessantina di quadri e disegni del campione dell'Impressionismo prestati dal museo Marmottan di Parigi. Dalle caricature alle celebrate ninfee del suo giardino

Monet, l'impressionista che avrebbe voluto fare il giardiniere
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19 Ottobre 2017 - 08.54


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Con un capitolo sui disegni caricaturali di Claude Monet (1840-1926), e un capitolo sulle sue ninfee che da emblema dell’Impressionismo diventano sempre più astrazione, l’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano a Roma raccoglie una sessantina di opere del pittore prestate dal Musée Marmottan Monet di Parigi dal 19 ottobre all’11 febbraio 2018. Tra i dipinti esposti gli organizzatori evidenziano Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).

La mostra è curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet e comprende l’intero percorso del pittore. Si va dalle caricature della fine degli anni ‘50 che lo fecero notare nella sua città natale, Le Havre ai paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, dalle opere eseguite nelle sue tante dimore, incluso un passaggio in Liguria documentata dal dipinto del castello di Dolceacqua, fino alla fase finale. E con i quadri dei fiori, dei salici piangenti e del ponticello alla maniera giapponese del suo giardino che curava con tale passione da fargli dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere

Lo scrittore Guy de Maupassant di lui scrisse: «Lo scorso anno, in questo paese, ho spesso seguito Claude Monet in cerca di “impressioni”. Non era un pittore, in verità, ma un cacciatore. Andava, seguito dai bambini che portavano le sue tele, cinque o sei tele raffiguranti lo stesso motivo, in diverse ore del giorno e con diversi effetti di luce. Egli le riprendeva e le riponeva a turno, secondo i mutamenti del cielo. E il pittore, davanti al suo soggetto, restava in attesa del sole e delle ombre, fissando con poche pennellate il raggio che appariva o la nube che passava… E sprezzante del falso e dell’opportuno, li poggiava sulla tela con velocità».

Nel 1958 un incendio nel Museum of Modern Art di New York danneggiò gravemente diverse opere, tra cui alcuni dipinti di Monet andati perduti per sempre. Sfruttando le più recenti tecnologie, Sky Arte HD ha ricreato uno dei quadri distrutti, Water Lilies (1914-26) e ne espone la «ri-materializzazione» che documenta in Il mistero dei capolavori perduti, serie di 7 documentari prodotta dall’emittente stessa. diretta da Giovanni Troilo e co-prodotta da Ballandi Arts dedicata a dipinti perduti, rubati, distrutti, scomparsi e che trasmetterà Sky Arte HD. Il catalogo è edito da Arthemisia Books. La retrospettiva è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi.

 

Informazioni e prenotazioni gruppi
Tel. +39 06 8715111. www.ilvittoriano.com, www.arthemisia.it

 

 

 

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