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Musica in streaming: da Ligabue alla Nannini, duemila artisti chiedono un diritto al compenso

"Da un lato il crescente mercato dello streaming, dall'altro gli artisti che ricevono poco o nulla per l'uso delle proprie opere", sottolineano i firmatari. Paolo Fresu: "La politica non può girarci le spalle"

Musica in streaming: da Ligabue alla Nannini, duemila artisti chiedono un diritto al compenso
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9 Settembre 2021 - 19.09


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Da Paolo Fresu a Luciano Ligabue, da Gianna Nannini a Mario Biondi, da Morgan a Irene Grandi, da Pieranfelo Cassano dei Matia Bazar a tanti altri nomi: sono in totale duemila gli artisti, gli intepreti e i musicisti che hanno firmato e hanno inviato un appello al ministro Dario Franceschini e ai Presidenti di Camera e Senato.
Tutti insieme, a gran voce, chiedono alle istituzioni che nell’attuare la Direttiva Copyright venga introdutto “un diritto  al compenso per per gli utilizzi in streaming della musica diffusa da parte delle piattaforme on demand, come del resto è già previsto per Radio e TV e per i loro colleghi attori”.

Un appello che è spinto soprattutto dalla profonda crisi che ha colpito la categoria e i lavoratori dello spettacolo in generale: in una nota, infatti, si legge che il loro appello “nasce dalla forte preoccupazione per le scelte fatte dal Governo, che al momento non ha voluto risolvere adeguatamente la situazione che vede, da un lato il mercato dello streaming on demand crescere in maniera esponenziale e dall’altro gli artisti ricevere poco o nulla per le utilizzazioni delle proprie opere.  I più fortunati guadagnano lo 0.46% di quanto incassa una piattaforma come Spotify o Apple Music”.

“Il nostro sguardo è rivolto alle istituzioni. Ci aspettiamo ora che il Governo e il Parlamento ascoltino le nostre richieste e capiscano l’opportunità e la necessità di riconoscere, finalmente, il giusto ruolo alla figura dell’artista, tenendo conto anche della profonda crisi che sta attraversando la categoria”, ha commentato Paolo Fresu, che insieme alla collecting degli artisti Itsright, ha promosso l’appello, nell’ambito del comune impegno a supporto della campagna europea Payperformers.
“E penso ai tanti musicisti e interpreti che pur dando un contributo artistico fondamentale ai successi che sono ampiamente diffusi dalle piattaforme, non si vedono riconoscere quello che meritano. La politica su questo tema non può più girarci le spalle”, ha concluso.
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