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Sanremo2021: Ermal Meta corre per la vittoria, Fiorello scherza su Zingaretti, serata sfibrante

Il cantante guida la top ten. Le cover: tante riletture personali, non tutte all'altezza: bravi i Negroamaro su Dalla. Si parla di teatri chiusi, dignità nella malattia, arti e sport. Guarda le foto

Sanremo2021: Ermal Meta corre per la vittoria, Fiorello scherza su Zingaretti, serata sfibrante
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4 Marzo 2021 - 19.58


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A cura della redazione di globalist.culture.it (clicca qui per vedere chi siamo) con il coordinamento di Stefano Miliani

Ermal Meta si candida alla vittoria perché dopo tre serate è in prima salda posizione. Lo tallonano Annalisa e uno dei nuovi entrati tra i big, Willie Peyote. Ma Sanremo2021 soffre per la troppa lunghezza: finisce dopo le 2 di notte, decisamente troppo. Qualche intoppo tecnico disturba, ma il problema non è quello, è il racconto che non prende.
Se nelle prime due serate le co-conduttrici hanno brillato, la top model Vittoria Ceretti ha fatto la bella statuina. Bella è bellissima, ma ci vogliono donne in grado di tenere il palcoscenico: non è il suo mestiere e si vede.

Amadeus senza particolare brio: se la cava, soprattutto sta al timone di una nave colossale e lentissima. Fiorello sta anche lui su binari per lui ordinari: scherza sulle dimissioni di Zingaretti che se la sarebbe presa per le sue battute sulla D’Urso e si sente in colpa. Data la notizia del giorno, almeno una battuta era nel conto. E poi lo showan si duole perché con i baffetti gli dicono che assomiglia a D’Alema invece che a Clooney. Il conduttore gli rasa i baffi in diretta, in effetti è un numero inedito. Ironia che ci sta, ma non graffia, è morbida, non è satirca e anche questa serata non ha registrato carenza di verve e pochi brividi.
La serata delle cover, quella dove vota solo l’orchestra e insieme alla performance giudica anche la qualità dell’arrangiamento, come ampiamente annunciato ha preso il via con i Negroamaro nella “4 marzo 1943” di Lucio Dalla. La versione integrale, non quella censurata al Sanremo 1971 con il verso su Gesù Bambino. Una interpretazione rispettosa. E Giuliano Sangiorgi che rimarca la libertà degli autori. Un aspetto positivo? Non c’è stato un altro lungo siparietto di Fiorello: diventava ripetitivo.

Nella maratona sfibrante dei cantanti in duetti – troppi, ci si stanca fino ad annoiarsi – qualche passaggio è sui messaggi civili. Amadeus richiama alle responsabilità di ognuno di noi quando introduce il campione paraolimpico Donato Grande: “Solo il 5% dei parchi gioco sono adatti ai portatori di handicap ma è troppo facile pensare alle istituzioni, siamo tutti responsabili. Quando parcheggiamo un’auto sul marciapiede, quando blocchiamo con un’auto davanti a un cancello o a un portone decidiamo con grande arroganza che ragazzi come Donato non possono vivere la vita devono vivere”.
L’attrice Antonella Ferrari è vestita del rosso squillante che è il colore dominante delle donne e viene da pensare a un messaggio anti-violenza. Lei si esibisce in un monologo toccante sulle peripezie mediche di chi ha una malattia (la Sla, nel suo caso) e rivendica rispetto, dignità, riconoscimento per la sua arte. Si è parlato anche dei teatri chiusi e lavoratori dello spettacolo a spasso.
Stupefacente ancora il quadro dall’antica Grecia di Achille Lauro: lui come un Apollo dorato, Emma Marrone come una dea, Monica Guerritore che interpreta parole potenti sulle donne. E infine entrano in tema i teatri chiusi con lo Stato sociale e i loro ospiti.
Ibrahimovic con Sinisa Mihajolovic allenatore del Bologna stasera ha anche sorriso: si trova bene sul palcoscenico.
Resta il giudizio sulla quarta serata: defatigante. Le cover? Più d’una personale e originale, più d’una ha deluso (Colapesce e Martino), altre entusiasmanti (come quella di Gaia).

Top Ten della classifica generale provvisoria a stasera, giovedì:
1 Ermale Meta
2 Annalisa
3 Willie Peyote
4 Arisa
5 Irama
6 Lo Stato Sociale
7 Malika Ayane
8 Extraliscio feat. Davide Toffolo
9 Orietta Berti
10 Maneskin

Classifica dell’orchestra per la serata dei duetti:
1 Ermal Meta
2 Orietta Berti
3 Extraliscio feat. Davide Toffolo
4 Willie Peyote
5 Arisa
6 Maneskin
7 Annalisa
8 Max Gazzè
9 La Rappresentante di Lista
10 Ghemon
11 Lo Stato Sociale
12 Gaia
13 Irama
14 Colapesce Dimartino
15 Fulminacci
16 Malika Ayane
17 Noemi
18 Madame
19 Francesco Renga
20 Fasma
21 Francesca Michielin e Fedez
22 Aiello
23 Bugo
24 Gio Evan
25 Random
26 Coma_Cose

Aiello, ultimo concorrente della serata, canta con Vegas Jones ‘Gianna’ di Rino Gaetano. Ad Aiello è tornata la voce, Vegas Jones molto bravo.

 


Ermal Meta con Napoli Mandolin Orchestra interpreta ‘Caruso’ di Lucio Dalla. Viso greve, voce profonda e piena.

Successivo artista in gara è un artista stravagante Max Gazzè con la Magical Mistery Band e Daniele Silvestri, cantano ‘Del mondo’, canzone di Giovanni Lindo ferretti e i Csi.


Era il 1968, da allora è cambiato tutto ma non il fascino di questa canzone: ‘Insieme a te non ci sto più’, Malika Ayane. Sempre molto elegante l’artista, sia nel look che nell’esibizione.

Si esibiscono i Negramaro con ‘La cura del tempo’.


Un altro classico della canzone italiana: ‘Il mio canto libero’ di Mogol, Coma_Cose con Alberto Radius e Mamakass. Autentici nell’interpretazione, rendono onore alla canzone.

 

Sono Colapesce e Dimartino a portare Battiato sull’Ariston con ‘Povera Patria’. Musica bellissima, interpretazione meno. Rimane una proposta originale.

Gaia, con Lous and the Yakuza, in un duetto toccante cantano ‘Mi sono innamorato di te’, con alcune strofe in francese cantate da una delicata Lous. Risaltano.


Annalisa con Federico Poggipollini si esibiscono in ‘La musica è finita’ di Ornella Vanoni: esegue con rispetto, un po’ di personalità negli acuti, niente di esaltante.


Lo Stato Sociale con Francesco Pannofino ed Emanuela Fanelli, ‘Non è per sempre’. 
Finiscono l’esibizione con un elenco di teatri e cinema che sono chiusi e non si sa quando riapriranno e se riusciranno a riaprire: grande dimostrazione di solidarietà.
‘Sanremo2021, con i suoi cantanti sono i concerti che non sono stati fatti, ma non sarà per sempre’.


Madame in ‘Prisencolinensinainciusol’ di Celentano. L’esibizione parte con un bel monologo sull’incomunicabilità e come ‘prisencolinensinainciusol’, una parola incomprensibile e senza senso, sia la chiave per capirsi. L’intepretazione di Madame è personale, convincente. E mette su un minishow con maestra (lei), allievi (i ballerini) e scuola. Lei supera le barriere della comunicabilità, e finalmente qualcuno usa i banchi con le rotelle.

Fiorello presenta ad Amadeus il numero che faranno domani sera: “L’anno scorso sei stato tuo malgrado testimone del sessismo, domani dobbiamo fare “Siamo donne” di Sabrina Salerno e Jo Squillo (era a Sanremo 1991, ndr). Ti senti più Salerno o Squillo? Ti senti Squillo. Dobbiamo metterci questo”. Dubbia ironia.
Fiorello si cimenta nuovamente in un’esibizione canora dedicata ad Amadeus: ‘un’ora sola ti vorrei’.


Monica Guerritore fa riflettere con un monologo di Penelope che fa da introduzione alla performance di Achille Lauro travestito da statua greca ed Emma Marrone nei panni di una dea greca. A fine esibizione Achille rinnova il suo invito a vivere la vita con il senso che ognuno desidera.
Monica Guerritore si augura che presto i teatri riaprano, il 27 marzo dovrebbe essere la data fatidica.


Entra il ‘bomber della nazionale’ Donato Grande, calciatore di Powerchair Football, il calcio in carrozzina. L’asso del calcio in carrozzina ‘sfida’ Ibra, poi si parla delle barriere architettoniche e di come non siano solo le istituzioni responsabili, ma tutti noi lo siamo quando nella quaotidianità compiamo gesti che rendono la loro vita più diffcile. “Per vivere la vita di ogni giorno deve affrontare delle difficoltà che in un paese civile non dovrebbero esistere”. 


Con un omaggio a Pino Daniele, Arisa e Michele Bravi cantano ‘Quando’. La voce dei due cantanti riempie il palcoscenico, la delicata performance fa emozionare e quasi dimenticare l’assenza del pubblico in platea.


Ennesima gag tra Fiorello ed Amadeus, coinvolta anche Vittoria Ceretti: improvvisano uno shooting fotografico alla super modella.
Fiorello va a mettere la crema all’irritazione dei baffi, mentre Amadeus e Vittoria presentano La Rappresentante di Lista e Donatella Rettore, duettano in ‘Splendito Splendente’. Il duo si presenta vestito di rosso, colore ricorrente al festival. 


Zatlan presenta il suo grande amico che è stato molto forte in campo, quasi quanto Zatlan: Sinisa Mihajlovic.
Raccontano come la loro amicizia sia nata da una testata, quando poi si sono trovati nell’Inter sono diventati amici, sono molto affini, scherzano sul fatto che Sinisa abbia la coppa dei campioni mentre Zatlan abbia solo giocato per provare a vincerla. Parlano con Amadeus dell’Inter, passano poi ad argromenti più seri: Sinisa ha lottato contro la leucemia, mentre si affronta l’argomento Ibra lascia leggermente intravedere un lato più sensibile oltre la corazza del ‘capo’. Arriva Fiorello che da i fiori a Sinisa, poi si preparano tutti e quattro per cantare insieme ‘Io vagabondo’, il gruppo si chiama ‘Abbadeus’.


Fiorello fa l’arrabbiato con Amadeus perché non entra in scena : “ti dimentichi di me? E’ tutto vero, non era previsto. sono nervoso. Questa storia di D’Alema mi ha fatto andare fuori di testa. Sono D’Alema incazzato”. Finisce col farsi fare i baffi in diretta da Amadeus che afferma a opera finita: ‘è tornato George Clooney’.
Continuano piccoli inghippi che rallentano il festival.


Ghemon con i Neri per Caso nel medley ‘L’essere infinito’ (L.E.I). L’artista si riscatta rispetto all’esibizione di ieri sera:cantano a cappella e la riuscita è molto bella.

Sono le 23.19 e si sono esibiti solo quattordici cantanti. Neanche le elezioni del presidente americano durano cosi tanto. Troppa pubblicità.


Quella di Gio Evan con i cantanti di The Voice Senior negli “Anni” di Max Pezzali è una delle interpretazioni più originali e personali della serata. Confermano il meltingpot generazionale diversamente giovani, che ammiccano ai giovani.


Torna Zlatan accompagnato dalle sonorità del suo paese. Entra sorridente (sorpresa) e si scusa ma continua a dettare le sue regole: “scusate per il ritardo, per un incidente in autostrada. Sono sceso dal pulmino, ho chiesto a un motociclista ‘mi puoi portare a Sanremo?’ Meno male era milanista’. E quando siamo arrivati mi ha detto che era la prima volta in autostrada. E mostra il video. Ce l’ha fatta: ‘Per salvare il mio festival, non tuo’, ad Ama. E poi aggiunge, un po’ serio e un po’ ironico: “Se Zlatan non va al festival, il festival va da Zlatan. A casa di Zlatan c’è posto, per l’orchestra, i cantanti in salotto, le ragazze con Zlata, tu in cucina che mi prepari un caffè. Achille Lauro lo mettiamo in garage che controlla le macchine, così i ladri non entrano e non rubano, hanno paura”.


Scende le scale dell’Ariston, sulle note del Quartetto Cetra, Valeria Fabrizi, la suora iconica di “che Dio ci aiuti”. E suor Costanza ricorda i libricini con i testi della canzoni distribuiti durante i primi Festival. Introduce poi, con garbo e misura Orietta Berti con Le Deva nella commovente “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo. Le Deva potrebbero risparmiarsi tutte quelle smorfie. Ma torna il rosso al femminile, questa volta accompagnato dal bianco. Un quinquetto strepitoso che riscatta le basse quote rosa dei cantanti di Sanremo. La potenza di una canzone intoccabile. Orietta esce dal palco  ringraziando i maestri. 


Amadeus parla dei teatri chiusi. Devono essere aperti. E introduce l’attrice Antonella Ferrari che ha la Sla. Di nuovo torna il rosso al femminile. Nella sua rappresentazione scenica: un urlo vibrante dei malati di sclerosi multipla. Un monologo drammatico e carico di emotività, in cui l’attrice ricorda che la malattia non deve essere la protagonista “io non sono la mia malattia, sono io”.


Bentornato sul palco Bersani! Autore della sua “Giudizi universali”, cantata insieme a Willie Peyote. I due si integrano per stile.

Amadeus ringrazia lo sponsor perché ci “ha creduto” in un anno particolare. D’accordo gli sponsor, ma è una violinata eccessiva e di dubbio gusto.


Random con The Kolors interpretano “Ragazzo fortunato” di Jovanotti. Rivivono gli spensierati edonistici anni 90′. Però l’allegria contagiosa di Jovanotti non si sente, saranno forse i nostri tempi.


A seguire, Maneskin con Manuel Agnelli con “Amandoti”, brano dei Cccd. Un tango eccezionale con due interpreti rock puro. Grande performance musicale ed emozionale, anche se forse la caricano un pò di troppa enfasi. 

In video e non in presenza Irama ha dato una buona versione di Cyrano di Guccini con la voce profonda del cantautore che lo introduce.


Francesca Michielin e Fedez, Medley con “E allora felicità”. I due hanno sintonia.


Bugo feat. Pinguini Tattici Nucleari con “Un’avventura”. Percussioni nuove per il Battisti della prima esibizione sanremese. Bugo ha una voce troppo in falsetto, e quando va sui toni rochi non li azzecca. I Pinguini Tattici Nucleari almeno tengono alto il ritmo.


Entra Fasma con Nesli, cantano “La fine”. Ma stasera qualcosa non va. Un microfono non funziona a Fasma: devono interrompere l’esibizione (é anche il bello della diretta).


Fiorello dice di sentirsi in colpa. Perchè Zingaretti si è dimesso dopo le battute dello showman sul segretario e Barbara d’Urso. “Si parla solo di poltrone, è di che si deve parlare qui?” E vede due opzioni per il politico dimissionario: o si candida a sindaco di Roma (ipotesi reale) oppure opinionista dalla D’Urso.”


Quarto ingresso: gli Extraliscio featuring Davide Toffolo affiancati da Peter Pichler nel “Medley Rosamunda”. Dal “Ballo della steppa” a “Rosamunda”, solleticano i momenti più popolari con versioni rock-bandistiche. Memori magari della patchanka in voga a inizio anni ’90. Tra sagra romagnola e una certa dose di ironia sotto sotto. 


Francesco Renga si fa accompagnare da Casadilego, vera rivelazione di X Factor, in Una ragione in più di Ornella Vanoni. Lei fa troppe smorfie, anche se è il suo personaggio. Si fa notare per l’abbigliamento extralarge da bambina. 

L’ingresso della terza co-conduttrice, la top model Vittoria Ceretti. Sembra imbarazzata. Abito super elegante, ci mancherebbe altro per una della sua professione. 


E’ il turno di Fulminacci con Valerio Lundini e Roy Paci in “Penso positivo” di Jovanotti. E finora “positivo” aveva sempre un’accezione buona, mica come adesso. Brano del 1994. Fulminacci apre cantando dalla batteria: versione ancora più sincopata. Più rabbiosa, non ha la gioiosità dell’autore. Valerio la rappa. Bene la tromba di Paci.


Noemi apre la sequenza con Neffa in “Prima di andare via” di Neffa stesso. Lei molto blues alla Zucchero, ha qualità vocali adeguate. La voce del suo compagno di palco arriva a fatica e non in sincrono: non ha fiato? Hanno provato a sufficienza?

Giuliano Sangiorgi e band seguono con “Meraviglioso” di Modugno. L’orchestra è d’obbligo però potrebbero fare tranquillamente senza e la canzone non ne risentirebbe.

Amadeus incappa in una gaffe e annuncia un ritorno della band sul palco. Ma Giuliano Sangiorgi e Fiorello lo correggono. Il cantante fa un monologo sulla canzone d’autore citando Dalla (Come è profondo il mare) e Fabrizio De Andrè (Anime salve). Anche gli occhialtti di Sangiorgi sembrano un omaggio al cantautore bolognese.


I Negroamaro aprono la serata delle cover con il leader Giuliano Sangiorgi interpretano “4 marzo 1943” di Lucio Dalla, il brano che portò al Sanremo del 1971 e di cui dovette cambiare il titolo e togliere “Gesù bambino”. E cantano la versione integrale, come annota Amadeus, quella non censurata con il verso “Gesù bambino”.
Una versione rispettosa, un po’ troppo gorgheggiante, è comunque una interpretazione, non un compitino. Il batterista indossa il baschetto classico alla Dalla.

*** *** *** *** *** 

Alle 20.40 parte la terza serata sanremese, quella dei duetti e delle cover, e noi la seguiamo come sempre. La aprono i Negroamaro con un loro omaggio a Lucio Dalla per ricordare la sua data di nascita e il brano “4 marzo 1943” di cui ricorderete tutti l’incipit: “Dice che era un bell’uomo / E veniva, veniva dal mare / Parlava un’altra lingua però sapeva amare”. Una curiosità sullo storico brano che Dalla portò a Sanremo: il titolo era “Gesù Bambino” ma la Rai del 1971 gli impose all’ultiro di cambiare il titolo, alla Dc e alla Chiesa non sarebbe piaciuto proprio. Non comprendento peraltro lo spirito del brano stesso. Così il cantautore scelse la sua data di nascita. Sul cantante morto il primo marzo 2012 in Svizzera il Festival di Berlino ha ospitato “Per Lucio”, documentario di Pietro Marcello accolto dalla 71esima edizione del Festival tutta al digitale. 

Al di là del riferimento oggi quasi scontato ai migranti, è appunto la notte dei duetti. Nella terza serata su cui Rai1 tanto conta per gli ascolti il direttore artistico e il suo sodale e ora un po’ ripetitivo Fiorello hanno appunto una missione da compiere per conto di Viale Mazzini: riconquistare il pubblico perduto dopo il calo di martedì rispetto alla loro stessa serata del 2020 e il crollo di ieri sera in confronto alla data corrispettiva dell’anno scorso. Lo sa mmette lo stesso Amadeus quando lo definisce un “non evento”.

Lo show finirà intorno alle 1.45: infarcito di pubblicità, la dimensione mostruosa non aiuta e scorre lento con qualche guizzo. Il guaio è che è proprio lo show che non cattura a dispetto del fatto che tutti sono in casa rispetto agli altri anni. Il direttore di Rai1 Stefano Coletta fa il suo mestiere, autoassolvere l’azienda e l’impalcatura, però nessuno può negare un fatto: che questo Sanremo2021 non cattura gli umori di un paese preoccupato, arrabbiato, impoverito, finora non li intercetta, non è nemmeno uno show tv solo per la tv. Il festival si è impantanato e i finti applausi aiutano gli artisti ma non gli spettoatri. 
 
Stasera la co-conduttrice è Vittoria Ceretti, top model. Rientra Zlatan Ibrahimović dopo la sua pausa calcistica di ieri sera e canta “Io vagabondo” dei Nomadi con l’amico e allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic. Il bomber ha come ospite Daniele Grande, campione paraolimpico, per affrontare un tema quanto mai opportuno: le barriere architettoniche che impediscono ai disabili di vivere la loro vita come è loro diritto.
Per il suo terzo quadro Achille Lauro è affiancato da Emma Marrone e da Monica Guerritore.

Di seguito la scaletta, salvo variazioni o stravolgimenti
Noemi con Neffa, Prima di andare via
Fulminacci con Valerio Lundini e Roy Paci, Penso positivo
Francesco Renga con Casadilego, Una ragione in più
Extraliscio feat. Davide Toffolo con Peter Pichler, Medley Rosamunda
Fasma con Nesli, La fine
Bugo feat. Pinguini Tattici Nucleari, Un’avventura
Francesca Michielin e Fedez, Medley E allora felicità
Irama, Cyrano (in video)
Maneskin con Manuel Agnelli, Amandoti
Random con The Kolors, Ragazzo fortunato
Willie Peyote con Samuele Bersani, Giudizi universali
Orietta Berti con Le Deva, Io che amo solo te
Gio Evan con i cantanti di The Voice Senior, Gli anni
Ghemon con I Neri per Caso, Medley L’essere infinito (L.E.I.)
La Rappresentante di Lista con Donatella Rettore, Splendido splendente
Arisa con Michele Bravi, Quando
Madame, Prisencolinensinainciusol
Annalisa con Federico Poggipollini, La musica è finita
Lo Stato Sociale con Francesco Pannofino ed Emanuela Fanelli, Non è per sempre
Gaia con Lous and the Yakuza, Mi sono innamorato di te
Colapesce Dimartino, Povera Patria
Coma_Cose con Alberto Radius e Mamakass, Il mio canto libero
Max Gazzè con Daniele Silvestri e la Magical Mistery Band, Del mondo
Malika Ayane, Insieme a te non ci sto più
Ermal Meta con Napoli Mandolin Orchestra, Caruso
Aiello con Vegas Jones, Gianna

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