Ermal Meta: “Torno a Sanremo perché è l’unico palco attivo” | Culture
Top

Ermal Meta: “Torno a Sanremo perché è l’unico palco attivo”

“Una canzone d’amore verticale e a presa lenta”, così definisce l’artista “Un milione di cose da dirti”: il brano in gara è nel nuovo album “Tribù Urbana”, in uscita il 12 marzo

Ermal Meta: “Torno a Sanremo perché è l’unico palco attivo”
Preroll

admin Modifica articolo

26 Febbraio 2021 - 22.24


ATF
Andare ai festival dopo essete stato sul gradino più alto potrebbe far pensare che vado chissà con quali aspettative, per fare chissà quale scorpacciata…invece vado perché in questo momento Sanremo è l’unico palco attivo e c’è tanta voglia di tornare a esibirsi dal vivo”. Così commenta Ermal Meta il suo ritorno al festival di Sanremo, dopo aver trionfato nel 2018 con Non mi avete fatto niente insieme a Fabrizio Moro e presentato anche all’Eurovision Song Contest a Lisbona. Quest’anno, il cantautore di origini albanesi è in gara tra i 26 Big con un Un milione di cose da dirti, una ballad essenziale, una “canzone d’amore verticale e a presa lenta”, come lui stesso la definisce. “Non sono mai andato con una ballad e non mi sento un pesce fuor d’acqua a portare una canzone d’amore. Non voglio essere quello che ogni volta porta per forza un messaggio sociale”, aggiunge, come viene riportato dall’Ansa.
Il brano sanremese– che avrà come direttore d’orchestra Diego Calvetti – fa parte della tracklist del suo prossimo album Tribù Urbana (Mescal con distribuzione Sony Music), in uscita il 12 marzo. “L’ho scritto sperimentando suoni diversi e, mai come questa volta il verbo ‘play’ si addice a questo album, e immaginando di essere in platea, dalla parte del pubblico che va ai concerti, con la voglia di cantare a squarciagola”. Brani che si intrecciano fra loro, che danno voce ai sentimenti e che raccontano il mondo attraverso le storie di coloro che compongono la Tribù Urbana: come la traccia Gli Invisibili, nata da un incontro con un senzatetto in America. “Ho pensato fosse una bella storia, che nessuno avrebbe mai ascoltato. Tutti siamo stati invisibili, almeno una volta nella vita. Anche io mi sono sentito così a lungo, come quando scrivevo, canzoni per altri. Ad un certo punto ho detto ‘basta’: è stata la spinta a cominciare il mio percorso da solista”, sottolinea.
In merito, alla serata di giovedì 4 marzo, dedicata alle cover, Ermal, che sarà accompagnato sul palco dalla Napoli Mandolin Orchestra ed interpreterà il celebre brano Caruso di Lucio Dalla, spiega: “L’ho scelta perché tutti mi hanno sconsigliato di farla: sono fatto così, vado controcorrente e preferisco misurarmi con i miei limiti, ma metterò i guanti di velluto per questo capolavoro. Una sorta di punizione calcolata al 93/o: vediamo se mi avvicino almeno allo specchio della porta”. Un Sanremo senza pubblico non lo spaventa. “Sarà strano, ma in questa edizione il ruolo più difficile non è quello dei cantanti, ma dei presentatori. Amadeus e Fiorello condurranno davanti a nessuno”.
Native

Articoli correlati