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Muti: "Siamo così ignoranti che si è discusso di fare del Nabucco l'inno italiano"

Se lo è domandato ironicamente il maestro Riccardo Muti, tra un'aria e l'altra dell'applauditissimo galà verdiano diretto ieri sera nel piccolo teatro gioiello di Busseto

Muti: "Siamo così ignoranti che si è discusso di fare del Nabucco l'inno italiano"
Riccardo Muti
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24 Dicembre 2023 - 10.45 Globalist.it


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«Chissà cosa penserebbe Verdi, di tutto quello che gli facciamo». Se lo è domandato ironicamente il maestro Riccardo Muti, tra un’aria e l’altra dell’applauditissimo galà verdiano diretto ieri sera nel piccolo teatro gioiello di Busseto, dedicato al grande musicista, nel suo paese natale. Una serata intima, trionfale, conclusa con le ovazioni del pubblico in sala lanciata per la salvaguardia e il recupero della residenza di Sant’Agata (Piacenza) dove Verdi visse per oltre 50 anni.

E con il pubblico che alla fine, dopo aver ascoltato due ore di musica chiedeva il bis, Muti ha scherzato sul Va pensiero, ribadendo perché il coro del Nabucco non può essere, per lui, l’inno nazionale: «Intanto perché in origine era cantata sottovoce, poi Zaccaria alla fine dice `ma perché sollevate al Padreterno lamenti di femmine imbelli?´. Oggi queste parole potrebbero creare qualche problema, vero signore?».

«Il Va pensiero – ha detto ancora – è un coro di un popolo che è schiavo, lontano dalla sua terra. In Italia l’ignoranza è così grave che per anni si è discusso se metterlo come inno nazionale. Bussetani, voi avete il dovere di difendere Verdi, lo si calpesta ogni giorno. Dovreste mettere le lettere di Verdi in giro per il paese: `dico a direttore d’orchestra e cantanti di attenersi esattamente a ciò che io ho scritto´. Verdi è un gigante, nessuno si permetterebbe di andare in un museo dicendo `l’occhio di questo angelo non mi piace, lo aggiusto´, ma perché allora bisogna aggiustare Verdi?».

Il galà, che la sera prima si era tenuto all’Alighieri di Ravenna, si è aperto con la sinfonia da `La forza del destino´ da parte dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, poi seguita da brani da Simon Boccanegra, Il Trovatore, Macbeth, Otello, Don Carlo e i Vespri Siciliani, interpretati da Elisa Balbo, Isabel De Paoli, Rosa Feola, Juliana Grigoryan, Vittoria Magnarello, Luca Micheletti, Riccardo Rados, Giovanni Sebastiano Sala e Riccardo Zanellato, con il Coro del Teatro Municipale di Piacenza. Alla fine, applausi a scena aperta e dalla platea il grido: «Viva Verdi, Viva Busseto, Viva Muti». 

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