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Nunziatina: la storia della partigiana sopravvissuta alla fucilazione fascista diventa pièce teatrale

Il 25 aprile in piazza a Pomezia: una Festa della Liberazione speciale, con la storia di Annunziata Verità, "Nunziatina", la staffetta partigiana sopravvissuta a diciotto anni alla fucilazione fascista

Nunziatina: la storia della partigiana sopravvissuta alla fucilazione fascista diventa pièce teatrale
Nunciatina Verità, parigiana sopravvissuta alla fucilazione dei fascisti

Claudio Visani Modifica articolo

24 Aprile 2023 - 15.07 Globalist.it


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Martedì festeggerò con i partigiani di ieri e gli antifascisti di oggi il 25 aprile in piazza a Pomezia. Una Festa della Liberazione speciale, con la storia di Annunziata Verità, “Nunziatina”, la staffetta partigiana sopravvissuta a diciotto anni alla fucilazione fascista che ho raccontato tre anni fa nel libro “La ragazza ribelle” e che ora diventa una pièce teatrale. 

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Andrà in scena in anteprima in piazza dell’Indipendenza a Pomezia (Roma), nel contesto delle iniziative organizzate dall’Anpi e da una miriade di altre associazioni, tra cui Cgil, Arci e Luca Coscioni. La trasposizione teatrale del romanzo è opera della regista Eleonora Napolitano, con le attrici e gli attori del suo laboratorio di teatro. Sono molto emozionato e curioso di vedere lo spettacolo, che spero di poter portare anche a Faenza, la città di Nunziatina, e altrove. 

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Tre anni fa, il 26 marzo, presentai per la prima volta il romanzo in una affollatissima sala del consiglio comunale di Faenza con la compianta presidente nazionale dell’Anpi, Carla Nespolo, e il 25 aprile a Cà di Malanca (Brisighella), uno dei luoghi simbolo della Resistenza in Emilia-Romagna. Lassù, con Nunziatina, c’era Ivano Marescotti – in una delle sue ultime uscite prima dell’insorgere della malattia – a leggere alcune pagine del romanzo in una cornice di pubblico ed emozioni straordinaria. Fu una giornata commovente. Come lo sono stati gli incontri con gli studenti e le altre in iniziative a cui la Nunzia ha quasi sempre partecipato creando una empatia unica, soprattutto con i ragazzi con i quali ha un feeling particolare, forte dei suoi 25 anni di bidella al liceo.

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Da allora la storia da film di questa incredibile donna che è stata ed è ancora Annunziata Verità, oggi novantesettenne, se n’è andata in giro per l’Italia e continua tutt’ora il suo viaggio. Ho pubblicato con un piccolissimo editore, la distribuzione è stata artigianale, mi hanno sorpreso le tre ristampe così come mi sorprende che dopo tre anni mi chiedano ancora copie e di scoprire che due librerie di Faenza, neppure le più grandi, abbiano venduto solo loro più di trecento copie. La storia è approdata in tivù nel bel docufilm di Pietro Suber “Lilì Marlene, la guerra degli italiani” trasmesso da Mediaset in occasione del cinquantesimo anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia), è stata oggetto di molte presentazioni, incontri e iniziative pubbliche, è diventata materia didattica in diverse scuole (qualche studente delle medie ci ha pure scritto la tesina), un fumetto (quattro splendide tavole realizzate da Francesca Gatto e Chiara Benazzi, pubblicate in una rivista sulle storie delle donne nella Resistenza a cura dell’Anpi di Pomezia e Roma, con “la ragazza ribelle” in copertina) e, da ultimo, lo spettacolo teatrale che va in scena martedì a Pomezia e la graphic novel a cui stanno lavorando i ragazzi della quinta classe del Liceo artistico di Faenza che dovrebbe essere pronta dopo l’estate.

Nunziatina quest’anno non sarà né a Pomezia né a Cà Malanca a festeggiare con tutti noi e voi la Liberazione dal nazifascismo che fu possibile per il coraggio delle donne e degli uomini che fecero la Resistenza, a ricordarci, in questo periodo buio, che la libertà e la pace non sono acquisite per sempre. Ultimamente non è stata tanto bene, ma tranquilli, è una roccia. La sono andata a trovare, bella come il sole come sempre, vi saluta tutti, ci siamo detti che vogliamo festeggiare alla grande i suoi cent’anni.

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Lei, come fece nell’intervista televisiva, continua a ripetere: “Loro ci sono ancora. Ci sono ancora”, riferendosi ai fascisti. E ha ragione. Ne abbiamo avuto conferma in questi mesi dalle parole della Meloni e di La Russa. “In via Rasella i partigiani uccisero una banda musicale di pensionati, non dei nazisti”. I 335 delle Fosse Ardeatine “furono uccisi solo perché italiani”, non perché erano antifascisti ed ebrei”. “La Resistenza è stata manipolata dai comunisti che volevano fare come in Unione Sovietica”. “La parola antifascismo non c’è nella Costituzione”. “Non possiamo arrenderci alla sostituzione etnica”. E via straparlando, piegando la storia a loro piacimento. Facendo la bella presenza all’Altare della Patria il 25 aprile per poi volare a Praga a rendere omaggio a Jan Palach, figura simbolo dell’opposizione all’Unione Sovietica. 

Non lo fanno a caso. E non sono solo provocazioni. Il fatto è, come dice Nunziatina, che “ci sono ancora”, sono sempre quelli di allora, i vinti in cerca di rivincita, coloro che odiano i neri, gli immigrati, i musulmani, gli ebrei, i rom, i comunisti, gli omosessuali, le donne libere, i giovani dei rave, chi si fa le canne, gli ambientalisti, gli orsi, la Rakete, Greta, il Papa. E ora che sono al potere vorrebbero vendicarsi di chi li sconfisse nel 1945 e di chi continua a combattere la loro folle idea di una società Dio Patria e Famiglia. Sta a tutti noi impedirlo. A noi che in fondo odiamo una cosa sola: i fascisti. Viva il 25 aprile. Viva i partigiani. Viva la Resistenza e l’antifascismo che è la nostra Costituzione.

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