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Cannes: Ospite Bellocchio. Una borsa sospetta lancia l’allarme anti-terrorismo

Premiati i film “Chiara”, “Revolution of Our Times di Kiwi Chow” e “The Year of the Everlasting Storm”

Cannes: Ospite Bellocchio. Una borsa sospetta lancia l’allarme anti-terrorismo
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16 Luglio 2021 - 13.58


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Prosegue il Festival di Cannes tra premi, ospiti e qualche imprevisto. In concorso troviamo: “Memoria”, primo lavoro in lingua inglese del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul che racconta una storia evocativa, metafisica ambientata in Colombia con Tilda Swinton perseguitata da suoni misteriosi che sembrano provenire dal centro della terra; Il film “France di Bruno Dumont”, ritratto di un’anchorwoman, del paese e dei nuovi media con Lea Seydoux protagonista che sarebbe dovuta essere presente a Cannes ma che, a causa della sua positività al Covid, ha dovuto annullare il viaggio. Infine “Casablanca Beats (Hauth et Fort)” del regista marocchino Nabil Ayouch che mette al centro la storia di giovani ‘salvati’ dall’hip hop, ispirata ad un vero laboratorio musicale gestito dal rapper Anas Basbousi, che appare anche nel film.

Nella sala Debussy attigua al Palais des Festival, durante il pomeriggio, è stata ritrovata una borsa sospetta. Scattato immediatamente l’allarme anti-terrorismo la sala è stata evacuata per controllarla ma, alle verifiche di polizia, tutto è rientrato e tutte le persone che erano dentro il Palazzo non si sono accorte di quanto era successo. 

Il Festival prosegue consegnando i premi a: “Chiara”, pellicola di Jonas Carpignano che si è aggiudicata il premio Europa Cinemas Label nella sezione della Quinzaine des Réalisateurs. Una bella soddisfazione per il giovane regista italiano, alla sua opera terza. Nel 2017 il suo primo film A “Ciambra”, che ebbe Martin Scorsese come produttore esecutivo, vinse lo stesso identico premio; Poi ancora a “Revolution of Our Times di Kiwi Chow”, un documentario sulle proteste ad Hong Kong e la repressione. Una pellicola che è stata inserita all’ultimo minuto per una proiezione speciale domani a sorpresa che propone temi politici che a Cannes sono sempre questioni calde. Il festival, che pure lo ha messo a fine rassegna proprio per evitare ritorsioni immediate, rischia molto per questo film ‘illegale’ sul movimento pro-democrazia represso, persino una denuncia diplomatica da parte delle autorità della Cina continentale e di Hong Kong. Programmandolo, il festival si prende la sua bella responsabilità diplomatica mostrando quello che accade nella ex colonia britannica tornata sotto il controllo cinese 24 anni fa. E poi c’è il film collettivo sulla pandemia: “The Year of the Everlasting Storm”, l’anno della tempesta infinita, cui alcuni registi dall’iraniano ‘recluso’ in casa Jafar Panahi al thailandese Apichatpong Weerasethakul raccontano in pillole video il vissuto durante il lockdown.

Ospite Marco Bellocchio con il film “Marx può aspettare” nelle sale da oggi con 01 coprodotto da Kavac Film e Rai Cinema con Tenderstories. Si tratta di un film/documento accanto alla vicenda privata della famiglia Bellocchio apre a riflessioni sul senso del fare cinema, sulla Storia italiana, sull’incedere del Tempo e sui suoi effetti sulla memoria. per il regista è anche l’occasione di ripercorrere la propria filmografia alla luce, però, del filo conduttore scelto, ovvero la tragedia di Camillo Bellocchio, il fratello gemello del cineasta, morto suicida a soli 29 anni. “è un’ultima occasione per fare i conti con qualcosa che era stato censurato, nascosto a tutti noi, da me e dalla mia famiglia.- Ha dichiarato Bellocchio – Prima abbiamo organizzato un pranzo al circolo dell’Unione a Piacenza che mio padre aveva fondato. Capii subito che non mi interessava fare una cosa nostalgica, tenera con chi restava della mia famiglia, mia sorella, i miei fratelli, ma che il focus sarebbe diventato ‘il grande assente’ ossia Camillo, il mio gemello suicida a 26 anni nel 1968”. E in questo accettare di fare i conti con il suo passato (presenti nel film i figli PierGiorgio e Elena) è diventato  “paradossalmente il mio film più privato e anche il mio più libero, leggero, senza i condizionamenti che mi avevano impedito di riflettere su questo dramma, prima la salvaguardia di mia madre, poi la politica, poi la psicanalisi. Ora finalmente sono sereno, ma non per questo assolto. Quello che è capitato a me e ai miei familiari non è crimine, un delitto, ma qualcosa di molto comune a tanta gente: noi non avevamo capito, non avevamo interpretato il suo silenzio né intuito cosa stava passando mio fratello, una persona che viveva con noi e questa forse è l’universalità, il motivo per cui tanti si stanno emozionando al film. Lavorare, avere progetti, essere dentro la vita, mi fa dimenticare che esiste anche la possibilità della morte”, conclude Bellocchio che sta finendo la serie tv ‘Esterno notte’ (ancora la tragedia Moro) in onda su Rai1 la prossima stagione e prepara il nuovo film, dimostrando vitalità, intelligenza, vivacità davvero formidabili.

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