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Marco Bellocchio trionfa ai Nastri d'Argento con "Rapito"

Il film "Rapito" di Marco Bellacchio ha dominato la cerimonia dei Nastri d'Argento, conquistando ben sette premi.

Marco Bellocchio trionfa ai Nastri d'Argento con "Rapito"
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20 Giugno 2023 - 19.52 Globalist.it


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Il film “Rapito” di Marco Bellcchio ha dominato la cerimonia dei Nastri d’Argento, conquistando ben sette premi.

La pellicola drammatica, che si svolge durante il periodo della Santa Inquisizione, ha trionfato in diverse categorie principali. I premi sono stati assegnati anche ad Alessandro Borghi e Luca Marinelli, protagonisti del film “Le otto montagne”, a Barbora Bobulova (migliore attrice non protagonista per “Il sol dell’avvenire”) e a Pilar Foglietta, premiata come migliore attrice di commedia per “Romantiche”.

Cinema d’eccellenza

 Il verdetto votato dai Giornalisti Cinematografici mai come quest’anno ha premiato cultura e novità come dimostra il successo collettivo de “La stranezza”, il film di Roberto Andò con Toni Servillo, Ficarra e Picone. Riconoscimenti anche a Giuseppe Fiorello, miglior esordio per “Stranizza d’amuri” (premiato anche con il Nastro della legalità). A Sydney Sibilia il Nastro d’Argento per la migliore commedia “Mixed by Erry”, premiata anche per la produzione Groenlandia con Rai Cinema in collaborazione con Netflix, per la scenografia di Tonino Zera e per la casting director Francesca Borromeo.

Gli attori vincitori

 Alessandro Borghi e Luca Marinelli sono stati incoronati migliori attori protagonisti per “Le otto montagne”, Barbora Bobulova ha vinto nella categoria migliore attrice non protagonista per “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti, mentre a Pilar Fogliati è andato il premio come migliore attrice di commedia per “Romantiche” (di cui è anche regista). Antonio Albanese è stato eletto miglior attore di commedia per “Grazie ragazzi” di Riccardo Milani.

Nastri speciali

 Accanto alle categorie tradizionali, i “Nastri speciali” sono andati a Giovanna Ralli e a Michele Placido, a Giovanni Veronesi per il “cameo dell’anno” ne “La divina cometa” (opera prima dell’artista Mimmo Paladino). A Valeria Bruni Tedeschi è stato assegnato il “Nastro d’Argento Europeo” per “Forever Young – Les Amandiers”, mentre il “Premio Guglielmo Biraghi” per il talento tra i nuovi interpreti è andato a Leonardo Maltese (“Il signore delle formiche” e “Rapito”) e a Valentina Romani (“Il sol dell’avvenire”). ‘Premio Graziella Bonacchi’  è stato consegnato agli esordienti Samuel Segreto e Gabriele Pizzurro (“Stranizza d’amuri”). La Fondazione Nobis ha incoronato la più giovane delle candidate, Greta Gasbarri (“Mia”), e Massimiliano Caiazzo (“Piano piano”). Premio Nastri/Nuovo Imaie a Lidia Vitale per l’interpretazione di “Ti mangio il cuore” di Pippo Mezzapesa, mentre il Premio Persol-Personaggio dell’anno è andato a Giacomo Gianniotti (“Diabolik – Ginko all’attacco!”).

Musica sul grande schermo

  A Colapesce e Dimartino è andato il Nastro d’Argento per la migliore colonna sonora del road-movie che li ha lanciati sullo schermo, “La primavera della mia vita” di Zavvo Nicolosi. Per loro anche il premio Nastri d’Argento/Hamilton Behind the camera per l’exploit regalato come attori protagonisti. Per la migliore canzone originale hanno trionfato Marco Mengoni con “Caro amore lontanissimo” e Riccardo Sinigallia, autore del testo costruito sulla musica di Sergio Endrigo. La canzone è contenuta nella colonna sonora del film “Il Colibrì” di Francesca Archibugi, tratto dal best seller di Sandro Veronesi.

I premi tecnici

  Sono stati più di centoventi i Giornalisti Cinematografici che hanno espresso le loro scelte e attribuito, come da tradizione, premi ad artisti e maestranze. Per il miglior soggetto il Nastro d’Argento è stato assegnato a Emanuele Crialese (“L’immensita”), per la fotografia a Michele D’Attanasio (“L’ombra di Caravaggio”, “Ti mangio il cuore”), per la scenografia a Tonino Zera (“L’Ombra di Caravaggio”, “Mixed by Erry”). Per i costumi il nastro è andato a Carlo Poggioli (“L’Ombra di Caravaggio”), mentre il miglior sonoro ad Alessandro Palmerini (“Le otto montagne”).

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