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Dall'Asia al mondo: sono i BTS, idoli del pop coreano

I Bangtan Boys, con diversi primati di vendita, con brani che hanno più di un miliardo di ascolti e con un "fandom" sempre più numeroso, sono un fenomeno internazionale dai grandi numeri diventato persino oggetto di studio

Dall'Asia al mondo: sono i BTS, idoli del pop coreano
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11 Luglio 2021 - 10.38


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di Elena La Verde

Siamo abituati ad ascoltare la musica italiana. Prestiamo attenzione alle sonorità europee durante l’Eurovision. Oppure guardiamo spesso all’America. O balliamo sui ritmi veloci e travolgenti dell’America Latina. E nell’Asia orientale e nel sud-est asiatico, invece, cosa ascoltano? Non è una domanda così tanto scontata: immersi in un flusso di suoni internazionali, spesso ignoriamo cosa si ascolti nella regione più popolosa del mondo. Eppure, anche se può sembrare incredibile, ci sono gruppi musicali che sono diventati dei veri e propri fenomeni mondiali. Un esempio? Dalla lontana Corea del Sud, sono i BTS, conosciuti anche come Bangtan Boys, ad aver monopolizzato la scena mondiale, infrangendo nel corso degli anni diversi primati di vendita, macinando record su record e conquistando sempre più persone con il loro pop leggero, allegro e frizzante.

Dal loro debutto nel 2013 con il singolo 2 Cool 4 Skool ad oggi con Permission to dance, uscito ieri, di strada ne hanno decisamente fatta molta: con oltre 20 milioni e 300mila dischi fisici venduti dagli inizi della loro carriera – il dato è aggiornato alla fine di marzo 2020 – sono stati nel 2020 il primo artista con il maggior numero di vendite a livello mondiale secondo la IFPI (International Federation of the Phonographic Industry, in italiano la Federazione internazionale dell’Industria Fonografica); nello stesso anno, con il loro pezzo di grande successo Dynamite sono arrivati al vertice della Billboard Hot 100 e sono arrivati anche ad essere candidati ai Grammy Award, aggiudicandosi la nomination nella categoria Miglior interpretazione vocale di gruppo. In più, nel 2018 con l’album Love Yourself: Tear hanno raggiunto la vetta della Billboard 200 e hanno replicato tale risultato con altri quattro dischi in poco tempo, cosa che prima di loro avevano fatto solo i Beatles. Ma non solo: oltre a figurare in vetta alle classifiche dei maggiori mercati musicali, sono anche detentori di diversi Guinness World Records per via dell’altissimo numero di ascolti e visualizzazioni che le loro canzoni hanno su ogni piattaforma di streaming musicale, appena vengono rilasciate.

Per avere ben chiaro la portata del loro successo, basti prendere in esame il loro canale ufficiale Youtube. Da una semplice ricerca, infatti, ci si renderà conto che i videoclip dei loro brani registrano cifre da capogiro, dove in taluni casi si arriva ad un miliardo ed oltre di visualizzazioni. Se poi consideriamo che il totale delle visualizzazioni sul canale conta oltre i 10 miliardi e paragoniamo questo dato al totale della popolazione mondiale, che è pari a quasi 7 miliardi, beh, possiamo facilmente intuire quanto impressionante sia il fenomeno BTS. 

Insomma, RM, Jin, Suga, J-Hope, Jimin, V e Jungkook, (ndr. sono i nomi d’arte dei sette ragazzi che compongono il gruppo), esportando il genere del K-pop nel mondo, hanno superato ogni barriera linguistica e culturale, e sono stati in grado di connettersi con pubblici di diversi paesi, sapendo poi costruire e consolidare con questi un profondo legame. Del resto, non sono un caso anche i tanti appassionati che li sostengono ogni giorno: si fanno chiamare A.R.M.Y, che rinvia al termine inglese army, che vuol dire esercito, ma è anche l’acronimo di Adorabile Representative MC For Youth, che in italiano suona come Adorabili MC in Rappresentanza dei Giovani. Come suggerisce il loro stesso nome, non sono una notevole cerchia, ma anzi sono un esercito, una vera e propria comunità transnazionale. E quindi, come un esercito, i fan sparsi nel mondo sono unitissimi ed attivissimi quando devono mostrare il loro supporto alla band e non si risparmiamo nelle parole, nei modi e nelle azioni che, per via della loro frenesia ed originalità, hanno finito col incuriosire anche qualche studioso di media, divenendo persino oggetto di studi accademici.

Alla luce di ciò, pertanto, viene naturale chiedersi cosa abbia portato i BTS ad avere questo straordinario successo. Sarà il tempismo perfetto richiesto in coreografie e performance che devono essere impeccabili? Sarà la cura dei particolari e la continua ricerca del dettaglio, che sono alla base della produzione e del fine montaggio dei video musicali? Sarà l’intreccio di suoni tradizionali e moderni, di stili e generi diversi tra loro, che vanno dal pop alla dance music, dal rap all’hip hop, dal funk al neosoul? O saranno le continue citazioni alla letteratura, alla filosofia, all’arte e alla cultura popolare presenti sia nei testi sia nei video delle canzoni, come in Blood Sweet Tears, nel cui testo si hanno rimandi da Herman Hesse a Nietzsche, mentre nel video sono state usate la Pietà di Michelangelo, la Caduta di Icaro e la Caduta degli angeli ribelli di Bruegel per rappresentare stati di pace e di guerra, contrastanti fra loro? Trovare una risposta univoca è difficile, ma una cosa è certa: questi ragazzi non amano le etichette e si sentono liberi di provare più stili e cambiare spesso la loro musica, aumentandone il ritmo e abbassandone i toni quando occorre. Sono liberi e non hanno paura di mettersi in gioco. Puoi chiamarmi artista, puoi chiamarmi idolo, o in qualsiasi altra cosa, non m’interessa, sono libero, canta uno di loro in Idol. E’ questo lo spirito che li muove: i BTS hanno colto sia il modo d’intendere dell’Oriente sia la conoscenza dell’Occidente e, prendendoli insieme, cercano di scoprire e di legare insieme forme e sonorità diverse tra loro, e in questo modo, stanno sperimentando, forse, un nuovo modo di intendere la musica, che può essere gradito o meno. Se da un lato si può discutere dei gusti e delle preferenze musicali, dall’altro bisogna prendere atto del fatto che i BTS sono sicuramente un fenomeno dai grandi numeri.
Un fenomeno interessante da ascoltare, o quantomeno da osservare con attenzione. Per cui, vogliamo rimanere nel nostro orticello di provincia, oppure proviamo ad andare oltre, vedendo cosa succede a livello planetario?

L’articolo fa parte dell’iniziativa #Unamusicaintesta ideata dalla giovane redazione di Culture. Globalist. Si rimanda alla lettura dell’articoloLe canzoni non raccontano più storie? Forse. Ma conviene ascoltare la musica giovane” di Manuela Ballo.

 

Qui le canzoni più note dei BTS:

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