L’Ivrea di Olivetti 54esimo sito italiano dell’Unesco | Culture
Top

L’Ivrea di Olivetti 54esimo sito italiano dell’Unesco

La città industriale iscritta nell’elenco del patrimonio mondiale. Rimandate le colline di Conegliano e Valdobbiadene

L’Ivrea di Olivetti 54esimo sito italiano dell’Unesco
Preroll

redazione Modifica articolo

1 Luglio 2018 - 16.31


ATF

L’Unesco ha iscritto nel patrimonio mondiale Ivrea come città industriale del XX secolo, dove Adriano Olivetti creò un modello alternativo di cultura industriale, di rapporti sindacali con i lavoratori meno conflittuali e di rapporti con il mondo della cultura con designer, scrittori (Paolo Volponi), poeti (come Giovanni Giudici), figure di intellettuali di estrazione marxista come Franco Fortini, progettisti. Lo ha deciso l’incontro del 42esimo Comitato del Patrimonio Mondiale in corso a Manama in Bahrein fino al 4 luglio. Il Comitato ha invece rinviato la candidatura a sito Unesco delle colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.

“Ivrea, la città ideale della rivoluzione industriale del Novecento, è il 54esimo sito Unesco italiano. Un riconoscimento che va a una concezione umanistica del lavoro propria di Adriano Olivetti, nata e sviluppata dal movimento Comunità e qui pienamente portata a compimento, in cui il benessere economico, sociale e culturale dei collaboratori è considerato parte integrante del processo produttivo”, ha dichiarato il Ministro dei beni e delle attività culturali, Alberto Bonisoli.

Scrive in una nota il dicastero: “Ivrea rappresenta un esempio distintivo della sperimentazione di idee sociali e architettoniche sui processi industriali, e un’esperienza innovativa di produzione industriale di livello mondiale che guarda in special modo al benessere delle comunità locali. Fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, la città industriale di Ivrea è un progetto industriale e socio-culturale del XX secolo. La maggior parte dello sviluppo di Ivrea avvenne nel periodo degli anni ’30 e ’60 sotto la direzione di Adriano Olivetti, periodo in cui l’azienda Olivetti produceva macchine da scrivere, calcolatrici meccaniche e computer. La forma della città e gli edifici urbani di Ivrea sono stati progettati da alcuni dei più noti architetti e urbanisti italiani di quel periodo. La città è composta da edifici per produzione, amministrazione, servizi sociali e usi residenziali, che riflettono le idee del Movimento Comunità. La città industriale di Ivrea rappresenta quindi un significativo esempio delle teorie dello sviluppo urbano e dell’architettura del XX secolo in risposta alle trasformazioni industriali e sociali, inclusa la transizione dalle industrie meccaniche a quelle digitali”.

Il perimetro di “Città industriale” comprende “l’area destinata al progetto industriale olivettiano, includendo gli edifici della produzione, gli uffici, i servizi (asilo nido, mensa, servizi sociali), le residenze”. Avevano promosso la candidatura nel 2017 il Comune di Ivrea e la Fondazione Adriano Olivetti, con la Fondazione Guelpa, la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino e il Comune di Banchette e il coordinamento del Segretariato Generale – Ufficio Unesco del Mibact.

 

 

 

Native

Articoli correlati