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Mediterri-amo, il mare che unisce le culture

Il progetto di Maurizio Scaparro, uno dei padri nobili del nostro teatro, per recuperare ciò che è stato il Mare Nostrum: crocevia di culture, di lingue e di conoscenze. Dal 12 ottobre a Firenze

Mediterri-amo, il mare che unisce le culture
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6 Ottobre 2017 - 14.17


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Per raccontare le storie del nostro mare, per raccoglierne le voci e le immagini, per riscoprirlo come luogo privilegiato di nostalgia, Maurizio Scaparro lancia Mediterri-amo, una rassegna itinerante che, dopo Roma e prima di Venezia, toccherà il Teatro della Pergola di Firenze il 12 e 13 ottobre per tentare, insieme a Alaa Arsheed, Eugenio Bennato, Ugo De Siervo, Izzedin Elzir, Stefano Fresi, Lino Guanciale, Enzo Moscato, l’Orchestra Almar’à, l’Orchestra di Piazza Vittorio, Mario Primicerio, Alessandro Preziosi, Claudio Romano, Pasquale Scialò, Peppe Servillo, i Solis String Quartet, i Diplomati della Scuola per attori “Orazio Costa”, di recuperare l’immagine di quella mitica età dell’oro in cui il nostro mare era il centro del mondo, crocevia di culture, di lingue e di conoscenze.

Shahrazād, per non morire, raccontava storie. E forse, oggi più che mai, è questo il compito dell’arte e degli artisti: raccontare storie, per comprendere l’altro e per ricordare il nostro passato.

Un progetto che, sotto la guida di uno dei maestri del grande Teatro Italiano, diventa una finestra aperta sulle tante sponde del Mediterraneo, per tracciare le coordinate di un viaggio fatto di immagini, suoni, parole.

Il nostro Mediterraneo non è un mare di confine, ultimo avamposto di un’Europa distratta che ha dimenticato le radici del suo passato; non vuole ridursi a campo di battaglia in cui trionfano populismi, paure ed egoismi; ma vuole essere un luogo di riferimento e incontro in cui riconoscersi, avvicinando prima di tutto gli artisti rifugiati, in collaborazione con l’UNHCR, e grandi ospiti italiani tra istituzioni e mondo della cultura, per cercare di riabbracciare quei valori comuni di un vivere civile che le tragedie umanitarie sembrano aver spazzato via.

“L’idea di Mediterri-amo nasce la sera del 13 novembre 2015”, ha affermato Maurizio Scaparro, “quando, sgomento, guardavo in televisione il succedersi tragico degli attentati di Parigi. Qualche giorno dopo avevo in programma un incontro pubblico a Parigi, con il poeta siriano Adonis per parlare di “Dialogo” e di “Mediterraneo”. L’incontro venne ovviamente annullato lasciando in me un profondo senso di impotenza. Ed è proprio per reagire che ho deciso di riunire, in una serie di incontri ed eventi, artisti, poeti, economisti, politici, istituzioni pubbliche e private per riaffermare la necessità umana di esprimersi contro l’odio, l’intolleranza, i muri e i reticolati che tornano a dividerci e a dividere la nostra Europa. Viviamo un periodo storico, artistico e civile nel quale noi Europei del Mediterraneo sentiamo il bisogno di guardare di nuovo a Oriente per arrivare, attraverso questo sguardo, a nuove conoscenze, nuove scoperte, nuove alterità, nuove illusioni, anche attraverso questo progetto. Per farlo dobbiamo sforzarci”, ha proseguito il regista, “di guardare, oltre i conflitti di interesse economico o di religione, a quell’ Oriente che è più vicino a noi rapportandoci a quel sogno utopico di convivenza sofferta, ma felice, che solo l’esercizio illimitato della fantasia suggerisce e consente. Voltando le spalle al Mediterraneo l’Italia e l’Europa taglierebbero i ponti con le proprie fonti intellettuali, morali, spirituali, ma anche con il proprio futuro, perché è nel Mediterraneo che l’Europa della Cultura potrà riconquistare la sua prosperità, la sua sicurezza e lo slancio che i suoi padri fondatori le avevano dato. Il mio è un appello per ricostruire un senso civile del vivere insieme che abbia le sue fondamenta nella Cultura e nelle sue vitalissime diversità”.

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