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I pm di Catania: no all'arresto degli scafisti se costretti a farlo

Molti migranti vengono obbligati dai trafficanti a tenere il timone: sono vittime e non carnefici

I pm di Catania: no all'arresto degli scafisti se costretti a farlo
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22 Marzo 2017 - 11.29


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La linea della Procura di Catania, contenuta in una circolare del procuratore Carmelo Zuccaro, illustrata dal magistrato durante la sua audizione a Palazzo San Macuto davanti la commissione Schengen, sostiene che “I giovani scafisti costretti dalle organizzazioni criminali a fare da ‘driver’ a natanti carichi di migranti agiscono sotto stato di necessità, per questo non è configurabile per loro il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. 

“Dobbiamo registrare una sorta di scacco che la presenza di Ong provoca all’attività di contrasto degli organizzatori del traffico di migranti”. Lo ha affermato il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, nella sua audizione davanti la commissione Schengen, a Palazzo San Macuto, sottolineando come “l’intervento immediato delle navi delle Ong rende inutile le indagini anche sui ‘facilitatori’ delle organizzazioni criminali, rendendo piu’ difficili le indagini”.

Zuccaro ha poi annunciato che “aprirà un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nei coinfronti delle “Ong che non inseguono profitti privati, ma si rendono responsabili della violazione dell’art. 12 della Bossi-Fini”, non appena “si verificherà uno di questi casi”. “Perché – ha aggiunto – si può dubitare del fatto che si sceglie sempre il porto d’approdo e si portano in Italia migranti che non dovrebbero arrivare”.

Il procuratore ha spiegato che la “convenzione di Ginevra impone di portare le persone soccorse in mare nel porto più vicino, e questo non avviene”. Ma, ha precisato, “questa non è una violazione penalmente perseguibile”. Per il procuratore Zuccaro “la magistratura applica le leggi” e una eventuale inchiesta, che al momento ha ribadito non esserci, “non è la soluzione al problema”. “Il resto – ha aggiunto rivolgendosi alla Commissione – e nelle vostre mani, è responsabilità della politica”.

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