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Obama: è estremismo interno. Indagini su un imam radicale

"C'è un'indagine penale su altre persone", ha dichiarato il procuratore federale.

Obama: è estremismo interno. Indagini su un imam radicale
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13 Giugno 2016 - 16.52


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Barack Obama è tornato a parlare della strage di Orlando, in cui hanno perso la vita 49 persone, spiegando che è stata causata da “Homegrown extremism”, ovvero estremismo cresciuto nei confini degli Usa. Non esiste, quindi, un piano più ampio dietro la carneficina portata a termine da Omar Mateen nel locale Gay Pulse, causando la peggiore tragedia da armi da fuoco della storia americana. C’è l’influenza degli estremisti, ma non ci sono prove di un complotto terroristico che minacci gli Stati Uniti. Il presidente ha confermato comunque che l’attacco è considerato dagli inquirenti come “atto di terrorismo”, ma al momento non c’è “nessuna prova che fosse guidato dagli estremisti” dell’Isis. Come nel caso di San Bernardino, il killer sarebbe (ma il condizionale è d’obbligo dato che l’Isis ha immediatamente rivendicato la  strage, esaltando Mateen come un martire)  più probabilmente un lupo solitario che aveva giurato fedeltà a uno Califfato di cui però non era ancora parte.

Indagini su ex marine: è un predicatore radicale.  “L’attentatore si è visto con tre persone prima di entrare in azione e durante la strage è apparso freddo e calmo”, ha aggiunto inoltre John Mina, il capo della polizia di Orlando. “C’è un’indagine penale su altre persone”, ha dichiarato il procuratore federale. Domenica è stato fermato e interrogato Marcus Dwayne Robertson, un ex marine con precedenti per rapina e leader di una gang criminale, che si sarebbe convertito all’Islam radicale predicando su internet dopo essere stato rilasciato da una prigione in Florida. Mateen era in contatto con Robertson: si era iscritto a un corso online tenuto proprio dall’ex marine. Una fonte investigativa ha dichiarato che non è un caso la strage sia avvenuta a Orlando, proprio per la presenza di Robertson. Su questo punto è stato chiaro anche il presidente Obama che ha insistito: “Non basta colpire i vertici dell’Is e le sue strutture: bisogna combattere la sua propaganda sul web e l’idea perversa dell’Islam diffusa su internet”.

 

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