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25 novembre: ripartire da qui

La violenza di genere rimane un problema strutturale: il 31,9% ha subito almeno una violenza. In occasione di questa giornata apre il Museo del Patriarcato (MUPA) a Roma. Oggi l'Italia scende in piazza.

Fonte: corriere.it
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25 Novembre 2025 - 08.35


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di Giada Zona

Il 25 novembre è un’imprescindibile chiamata in causa contro un fenomeno che ogni anno riaccende i riflettori su una piaga sociale fin troppo radicata: la violenza contro le donne. Stando alle recenti stime Istat, circa il 31,9% delle donne italiane tra i 16 e i 75 anni ha subito almeno una volta una violenza fisica o sessuale. Oggi è un giorno di coscienza collettiva, alimentata dalle manifestazioni e dall’attenzione mediatica, ma deve rappresentare un punto d’inizio da cui avviare una vera e propria rivoluzione culturale.

E’ sempre l’Istat a riportare che a compiere atti violenti contro le donne sono sia partner sia altri uomini, anche se i partner risultano maggiormente responsabili delle violenze. Non è colpa di un “raptus” o di un momento di rabbia isolato: è un problema collettivo, sociale, culturale, che affonda le sue radici in meccanismi patriarcali ancora oggi resistenti. Gli stereotipi di genere si traducono persino nella gestione degli spazi, nelle possibilità e nei servizi che il mondo offre –o non offre– alle donne: a delinearne un quadro minuzioso è l’autrice Caroline Criado Perez nel suo libro “Invisibili. come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano.” (2020, Einaudi), denunciando una società disegnata su un modello maschile. 

Pochi giorni fa a Roma veniva inaugurato, proprio per l’occasione della giornata contro la violenza sulle donne, il Museo del Patriarcato (MUPA) che espone i suoi visitatori nel 2148, ovvero l’anno in cui, secondo l’ultimo Global Gender Gap Report, saranno completamente abbattute le disuguaglianze di genere. Il pubblico viene inoltre invitato a riflettere sulla violenza di genere attraverso alcune opere, come buste paga diverse per uomini e donne e porte con segni di pugni.

La violenza contro le donne ha poi raggiunto i nostri divide, come recentemente dimostrato dal gruppo Facebook “Mia moglie” che contava più di 32 mila iscritti, o le foto di donne create dall’intelligenza artificiale, o ancora i commenti sessisti sotto i post di figure pubbliche, come accaduto alla sindaca di Genova Silvia Salis. A fare luce sulle violenze di genere mediate dalla tecnologia è Lilia Giugni nel suo saggio “La rete non ci salverà. Perché la rivoluzione digitale è sessista (e come resistere)” (2022, Longanesi), esplorando fenomeni come la diffusione sistematica di commenti misogini, discriminazioni sessiste dietro gli algoritmi e gli abusi subiti dalle lavoratrici del settore tech. Come potrebbe, tutto questo, non considerarsi un’emergenza sociale?

Contro ogni tipo di violenza sulle donne, l’Italia oggi si mobilita organizzando manifestazioni e varie attività per sensibilizzare e per prendere posizione ad un problema collettivo. Da nord a sud, sono tantissime le città che prendono parte a diverse iniziative: da Belluno con una “passeggiata arrabbiata”, a Torino con una mobilitazione cittadina, a Rimini con talk e serata femminista, a Reggio Emilia con un presidio itinerante, a Livorno con una serata transfemminista.

I cortei sono previsti nelle seguenti città italiane: Asti (18:00 piazza Cairoli), Bergamo (18:00 piazzale Marconi), Bologna (18.00 piazza VIII agosto), Cagliari (18:30 piazza San Michele), Como (17.30 via Milano Alta), Genova (18:00 piazza della meridiana), Alba (18:30 Giardini Maestri del Lavoro), Albenga (18:30 Viale Pontelungo 83), Cuneo (18.00 piazza Palestina).

E ancora: Ferrara (17.30 piazza verdi), Firenze (18:00 piazza San Marco), La Spezia (18.00 Piazza Garibaldi), Lucca (17:30 fuori porta Sant’Anna), Mantova (19:00 piazza Canossa), Messina (17.00 Piazza Ruggero settimo), Milano (18.30 piazzale Oberdan), Modena (18.00 Quartiere Sacca), Macerata (19.00 Corso Matteotti), Padova (18:30 Porta Portello), Palermo (17:00 piazza Ruggero Settimo), Piacenza (18.00 giardini margherita), Pisa (16.30 piazza della stazione – 17.30 piazza Gaza).

E infine: Prato (17:30 piazza S.M. delle Carceri), Roma (18:30 piazza d’Italia), Savona (18:00 piazza Giulio II), Siena (16:00 piazza La Lizza), Trento (18:30 via verdi), Treviso (17:00 Palla di Ferro), Trieste (17:30 piazza Goldoni), Udine (19:15 Via Roma).

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