di Lorenzo Lazzeri
Un vento caldo e implacabile spazza la città degli angeli, portando con sé cenere, paura e distruzione. I venti di Santa Ana, noti anche come venti del diavolo, con le loro raffiche che superano i 90 chilometri orari, hanno alimentato un inferno che continua a divampare senza controllo.
Mentre gli incendi divampano a Los Angeles, si delinea un quadro complesso di cause scatenanti che evidenziano la vulnerabilità del territorio californiano. Sono più di 15.000 gli ettari di terra che sono stati consumati, lasciando dietro di sé uno scenario apocalittico di case distrutte, foreste bruciate e vite spezzate. Senza contare che l’aria è irrespirabile con livelli di polveri sottili che superano di gran lunga i limiti di sicurezza. Migliaia di residenti sono stati evacuati e la conta delle vittime è tragicamente in aumento: almeno 24 morti e 23 dispersi sono stati confermati alla mattina del 13 gennaio.
Di questa drammatica situazione e sui suoi effetti abbiamo conversato con Marco Congiu che conosce bene gli Usa per aver fatto da quel Paese, per anni, il corrispondente per Sky. Il disastro è il risultato di una catena di concause e a tal proposito osserva Marco Congiu : ”Questa è una stata una sfortunata tempesta perfetta di concause. Da una parte, il vento intenso e secco di Santa Ana, che rende il territorio arido ancora più vulnerabile, e dall’altra un’infrastruttura elettrica. È come se il sistema fosse destinato a fallire in condizioni estreme come queste”.
Le scintille scaturite dai fili elettrici hanno rapidamente trovato terreno fertile in un paesaggio segnato da una prolungata siccità e da temperature elevate, trasformandosi in incendi che hanno raso al suolo intere aree, sia boschive che metropolitane. Interi quartieri, da Pacific Palisades a Brentwood, sono stati evacuati, mentre i vigili del fuoco lottano per contenere fiamme che continuano a divorare la terra, ettaro dopo ettaro.
Il giornalista ha inoltre sottolineato, nella conversazione, come nonostante i progressi tecnologici, le infrastrutture della California rimangano vulnerabili a eventi di questa natura: “La maggior parte delle linee elettriche dello stato è ancora sopraelevata e rappresentano un pericolo diretto per le comunità.”
Questo scenario, già di per sé allarmante, si innesta in un contesto di tensioni politiche che vedono la tragedia trasformarsi in uno strumento di scontro. Il governatore Gavin Newsom e la sindaca Karen Bass, mentre cercano di fronteggiare l’emergenza, sono al centro di critiche feroci, con Donald Trump che ha approfittato della crisi per mettere sotto accusa la gestione e la leadership democratica dello stato. Sotto attacco è soprattutto Karen Bass, 43ª sindaca di Los Angeles e prima donna afroamericana a guidare la città. E’, inoltre, una delle esponenti di punta del Partito Democratico anche tenendo conto che la sua elezione a Los Angeles, una delle città più influenti del paese, è stata immediatamente vista come un segno di cambiamento e una possibile rampa di lancio per una carriera a livello nazionale. Pertanto è stata descritta come una figura di rinnovamento per un partito che cerca di consolidare il proprio appeal tra le fasce più progressiste e le minoranze etniche. Questì drammatici eventi potrebbero, quindi, trasformarsi in un banco di prova incerto per le sue ambizioni di leader nazionale.
A Los Angeles, Bass sta affrontando critiche per la presunta mancanza di preparazione della città agli incendi. Il fatto che si trovasse in un viaggio ufficiale in Ghana quando le fiamme hanno iniziato a propagarsi ha fornito ai suoi detrattori, tra cui Trump, ulteriore materiale per metterne in dubbio la dedizione e la capacità decisionale in situazioni di emergenza; malgrado ciò, i suoi sostenitori sottolineano come essa abbia rapidamente mobilitato risorse federali, statali e locali per affrontare la crisi, con la chiara capacità di districarsi con determinazione tra le complessità burocratiche.
Il Partito Democratico, consapevole della potenziale portata nazionale di Bass, si trova ora nella difficile posizione di difendere una delle sue figure più promettenti, senza però minimizzare le critiche legittime emerse durante la crisi. La sfida che Bass deve affrontare non riguarda solo la gestione degli incendi, ma anche la costruzione di una narrativa politica che contrasti efficacemente quella repubblicana per consolidare il suo status di candidata di primo piano per la politica nazionale. Lo dimostrano le mosse di questi giorni degli esponenti politici a partire da Trump il quale ha lasciato intendere che la sua amministrazione potrebbe vincolare gli aiuti federali per la ricostruzione all’adozione di politiche meno restrittive in materia ambientale. Osserva Congiu: “L’America è un paese nel quale la contrapposizione bipolare è diventata una costante. Qualsiasi fatto, qualsiasi evento, si trasforma in prese di posizione politica contrapposte. Trump ovviamente attacca mentre il governatore Newsom e la sindaca Bass tentano di difendere la loro gestione in mezzo a critiche crescenti”
In particolare, Newsom, da tempo considerato una figura di spicco nel panorama democratico è costretto a giocare in difesa. Ha annunciato un’indagine indipendente sull’approvvigionamento idrico, dopo che alcuni idranti si sono esauriti nei quartieri di Pacific Palisades. Tale problema ha sollevato domande sul livello di preparazione delle infrastrutture di fronte a emergenze di questa portata; altresì il governatore ha anche sottolineato che i serbatoi d’acqua della città erano pieni prima dell’inizio dei venti, e che la rete idrica, seppur funzionante, non era progettata per far fronte a incendi di tale portata.
Trump non ha perso occasione per amplificare le sue critiche, sostenendo che i leader californiani sarebbero più interessati a politiche progressiste che alla sicurezza dei cittadini. Ha anche accusato Newsom di aver privilegiato la protezione di specie ittiche in via di estinzione rispetto alla prevenzione degli incendi, un’affermazione che il governatore ha definito “inaccettabile e inaccurata”. Karen Bass, pur rientrata di fretta dal viaggio ufficiale in Ghana, è stata ugualmente presa di mira, con Trump che l’ha accusata di trascurare il suo dovere nei primi giorni della crisi.
La retorica di Trump è stata accompagnata da attacchi da parte di Elon Musk, che su X ha scritto:”DEI significa che la gente morirà“, riferendosi ai programmi di diversità, equità e inclusione. Il commento ha raccolto milioni di visualizzazioni, alimentando il dibattito sull’efficacia delle politiche progressiste.
Mentre gli incendi in corso continuano a devastare il territorio, mentre i vigili del fuoco lottano giorno e notte per salvare ciò che possono, la California si ritrova dunque al centro di un conflitto profondamente politico. Con Trump pronto a insediarsi ufficialmente alla Casa Bianca, il destino dello stato progressista per eccellenza potrebbe dipendere da come saprà affrontare questa crisi su due fronti.