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Greta Thunberg e il #climatechange? L'importante è che se ne parli

La polemica sui social finisce per distrarre l'opinione pubblica dai veri contenuti

Greta Thunberg e il #climatechange? L'importante è che se ne parli
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27 Ottobre 2021 - 18.49


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di Elena La Verde

Quando i giovani parlano, di solito la maggior parte degli adulti storce il naso. Quando parla Greta Thunberg, invece, l’opinione pubblica si divide fra chi è pronto a sostenerla e a difenderla dai leoni da tastiera e fra chi non si risparmia nel criticare e biasimare i suoi interventi. Un “odi et amo” catulliano che ricorre in modo costante quando si parla di personaggi pubblici, soprattutto se sono giovanissimi e provano a toccare argomenti più grandi di loro. E proprio questo accade a Greta, ogni qualvolta si rivolge ai grandi del pianeta toccando argomenti che sono considerati più grandi di lei, fuori dalla sua portata.

La ragazza parla di fiumi che si prosciugano, di ghiacciai che si sciolgono, di terre che s’inaridiscono e di foreste che bruciano; dichiara senza mezzi termini l’imminente morte di interi ecosistemi e ne denuncia con forza e con rabbia le future conseguenze catastrofiche; non abbraccia un futuro fatto di sogni, di illusioni o speranze, ma ha piena consapevolezza del mondo che la circonda e invita tutti a svegliarsi, a muoversi e ad agire presto, prima che sia troppo tardi.

Proprio nel momento in cui lei grida all’azione, i toni si accendono e gli animi s’infiammano: a salire non è la temperatura globale che lei ricorda, ma sono i contrasti, le polemiche e le provocazioni, che arrivano a scottare sulla pelle di un’intera generazione. L’attivista, infatti, al termine di ogni suo discorso, crea polemiche e il suo nome, nel giro di poco tempo, si trasforma in un “hashtag” di tendenza, divenendo in quel frangente l’oggetto più chiacchierato sui social.

Sui social si legge di tutto e di più, dalle critiche più costruttive ai commenti d’odio per eccellenza. Ma, nel caso di Greta Thunberg, tutti i commenti sembrano avere un fattore in comune: la protagonista è attaccata e condannata sotto ogni punto di vista, prima per le sue parole, poi per i suoi gesti e i suoi modi di comunicare. Vediamo qualche caso dei commenti sui social: “Greta Thunberg e bla bla bla: si erge a paladina dell’ambiente, ma cosa ne sa lei di crisi climatica!”; “Perché non parlano gli scienziati o gli esperti in materia? Cosa ne può sapere una ragazzina di diciotto anni?”.

In più, è chiaro che osservazioni, giudizi e critiche non riguardano soltanto lei, ma anche chi la segue, in particolare giovani e giovanissimi. Si raccoglie di tutto nel vasto contenitore dei social, il bello e il brutto tempo. Il rischio però di generalizzare e di cascare nella produzione di stereotipi è sempre dietro l’angolo. Si finisce con il concentrarsi più sul personaggio pubblico che su tutto il resto.

Greta Thunberg può piacere o meno. Crea dibattito, apre contraddittori e le opinioni su di lei saranno sempre contrastanti e divergenti (ha persino diviso i colleghi della redazione di Globalist culture. ndr). E’ un dato di fatto. Eppure, occorre stare attenti. Per quanto sia amata o odiata e per quanto siano opinabili i suoi modelli comunicativi e i suoi comportamenti, una cosa è certa: i contenuti dei suoi messaggi e dei suoi discorsi sono legittimi, validi e veritieri. La crisi climatica c’è, esiste e non è solo una semplice espressione usata dai media e dai giornalisti. E’ una minaccia con cui dovremmo fare i conti. Prima acquisiamo consapevolezza, meglio è.

Il fatto che ci siano giovani come Greta, che sono sensibilizzati e sono in grado di sensibilizzare sul grande tema dell’ambiente, ragazzi che a modo loro riescono a far discutere i grandi del pianeta, è un segnale positivo. Nel bene o nel male, come scriveva Oscar Wilde, l’importante è che se ne parli.

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