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"Famiglia"

L’uso di questa parola in politica sottintende posizioni diverse su una serie di questioni importanti nella società, dalla genitorialità all’aborto, dai diritti delle donne e il loro ruolo nel nucleo famigliare alla gestazione per altri

"Famiglia"
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redazione Modifica articolo

2 Novembre 2022 - 13.14


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di Elia Jamal Frollà

“Dio, patria e famiglia”: Giorgia Meloni ha fatto di queste tre parole il fulcro delle proposte politiche del proprio partito. Lasciando da parte le prime due, rifletto sulla terza.
Che cos’è, innanzitutto, la famiglia? Semplicemente ricorrendo ad un dizionario, si potrebbe inquadrare la famiglia come una comunità umana formata da individui legati tra loro da un rapporto di affetto, di convivenza, di parentela. Continuando, si può aggiungere che è caratterizzata da una residenza comune, dalla cooperazione economica e dalla riproduzione.

Andando oltre, tuttavia, ci si accorge che famiglia è stato diverse cose nei vari contesti storici e geografici e che è, a tutti gli effetti, un prodotto culturale. In passato facevano parte di questo gruppo membri che oggi non si identificherebbero come ‘familiari’. Ad esempio, il concetto è passato dall’indicare l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto lo stesso tetto – come nel significato etimologico – fino al senso più comune oggi attribuitogli.

L’uso di questa parola in politica sottintende posizioni diverse su una serie di questioni importanti nella società, dalla genitorialità all’aborto, dai diritti delle donne e il loro ruolo nel nucleo famigliare alla gestazione per altri, dalle adozioni alle unioni civili.

Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, si è espressa su queste questioni definendo l’aborto come “il lato oscuro della maternità”, le unioni civili come “la fine dell’umano”, il matrimonio come “il momento cruciale che dà valore alla differenza sessuale”. La posizione di questa destra conservatrice è risaputa ed è una posizione di difesa della famiglia naturale, lotta all’ideologia gender e sostegno alla vita.

L’espressione che più colpisce però è quella di Famiglia naturale. Essa intende un nucleo composto un padre e una madre eterosessuali, sposati dalla chiesa cattolica, con figli e i cui ruoli siano ben definiti. L’aggettivo naturale colpisce molto, perché vorrebbe indicare che quel tipo di famiglia è quella conforme alle leggi della natura, genuina e spontanea.

Un’espressione che sembra compatta e solida ma che in realtà rivela una latente carica ossimorica, come se non fosse altro che l’accostamento di due forze, che puntano in direzioni opposte: famiglia, da un lato, come costruzione sociale che ha avuto e avrà una composizione molto diversa; naturale, dall’altro, che allude a uno standard superiore a ogni cultura e proprio dell’uomo come specie. Questa combinazione si risolve in una spaccatura che ne rivela l’illusione. Uno iato incolmabile che, oltretutto, si individua anche tra un piano teorico, quello della famiglia come dovrebbe essere, e quello concreto della famiglia come veramente è.

Da un lato la famiglia naturale, o tradizionale che dir si voglia, che diventa ideologia, e dall’altro la realtà dei fatti, con possibilità diverse e mai definitive: perché ci sono tanti modi di fare famiglia e l’unica possibile non è quella eterosessuale ed eteronormata. Plausibile e valida sicuramente, ma non l’unica.

La vera essenza della famiglia deve, piuttosto, risiedere in un complesso di legami di amore, fiducia, affetto e responsabilità reciproche che riguardano la singolarità dei casi e il piano concreto, piuttosto che teorie e ideologie.

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