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Andy Warhol e The Velvet Underground, i geni del caos

L’appuntamento musicale del mercoledì

Andy Warhol e The Velvet Underground, i geni del caos
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Lucia Mora Modifica articolo

23 Febbraio 2022 - 16.44


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Ieri, 22 febbraio, ricorreva l’anniversario della morte di Andy Warhol, scomparso a New York il 22 febbraio 1987. Non tutti sanno che Warhol sperimentò tante e diverse forme d’arte, oltre a quella figurativa: per esempio, dedicò parte della sua vita al cinema e alla musica, producendo film e sostenendo l’attività di alcuni gruppi musicali.

La collaborazione più celebre è senz’altro quella che lega Warhol ai mitici Velvet Underground di Lou Reed, per i quali non solo produsse il primo album (The Velvet Underground & Nico), ma ne disegnò anche l’arcinota copertina, contribuendo a posizionare l’opera tra le più iconiche di sempre.

A Warhol e ai Velvet è dedicato l’appuntamento di oggi.

Squeeze (1973)

In sé non è così malvagio, ma il (grosso) problema di Squeeze è uno ed è semplice: non c’entra nulla con i Velvet Underground. Lou Reed ormai aveva abbandonato il gruppo da un pezzo e le redini erano in mano al bassista Doug Yule, che tentò invano di tenere in vita una creatura già morta. Squeeze è di fatto il suo album solista, tanto che per i fan dei Velvet non andrebbe neanche considerato nella discografia della band.

White Light/White Heat (1968)

Il disco che più di tutti esprime la natura caotica e nevrotica dei Velvet Underground. White Light/White Heat è il riflesso dei continui litigi tra Reed e il co-fondatore John Cale – lo stesso motivo che allontanò la cantante Nico dal complesso dopo una sola collaborazione, accusata da Reed di tradirlo con Cale. Oltretutto, al posto di Warhol, era subentrato come manager Steve Sesnick, il quale sosteneva di essere in grado di far diventare i Velvet più grandi dei Beatles (sic); una spavalderia di cui Cale diffidò fin dal primo istante. Insomma, la tensione in sala di registrazione era alle stelle. Risultato: un’opera grezza, fatta di sperimentazione sonora nuda e cruda. Ne è l’emblema la lunga e dissonante Sister Ray posta in calce al disco. Dopo White Light/White Heat, la band non sarebbe mai più stata la stessa, complice l’addio di un membro fondamentale come Cale.

The Velvet Underground & Nico (1967)

D’altronde, i Velvet Underground senza litigi non sarebbero i Velvet Underground. Persino il loro esordio, segnato dall’intramontabile The Velvet Underground & Nico, nacque nella discordia, a partire dalla scelta di Warhol di imporre la presenza di Nico al gruppo. Ciononostante, i Velvet non avrebbero potuto sperare in un inizio migliore, anzi: una vetta così alta non l’avrebbero mai più raggiunta. È un disco che salta da un genere a un altro con una destrezza invidiabile, senza mai abbandonare la vena sperimentale. Un album importante per la storia della musica? Lasciamo che a rispondere sia la Library of Congress, che considera la sua influenza (storica e culturale) tale da inserirlo nel 2006 nel “National Recording Registry”. Ciò significa che, tra un discorso di Martin Luther King e una registrazione del fonografo di Thomas Edison, compare anche il noise rock di Lou Reed e compagnia.

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