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“Te piace o’ presepio?”: il senso delle tradizioni nel Natale del Covid-19

La ritualità natalizia, ai tempi della pandemia globale, è sospesa: eppure, in una situazione dove tutto è fermo, ci sono casi in cui la tradizione viene reinventata adattandola ai tempi che corrono

“Te piace o’ presepio?”: il senso delle tradizioni nel Natale del Covid-19
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24 Dicembre 2020 - 10.17


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di Elena La Verde

Siamo agli sgoccioli. Domani sarà Natale e tutti lo vivremo con uno spirito diverso da quello degli anni precedenti. Verranno meno tutti i riti domestici e le ormai consuete pratiche consumistiche. Se ieri non farlo significava contravvenire alle usanze oggi, al contrario, è diventato quasi normale non farlo. È così: il Natale nell’anno del Covid-19 è contrassegnato dal distanziamento e dal conseguente isolamento sociale. In questo contesto vengono meno le grandi tradizioni popolari natalizie, che vivono della presenza reale – e non online – delle persone. La ritualità natalizia non si ripete ed è assente in ogni angolo del paese: non sono previsti i mercatini, le bancarelle o le fiere, che attirano i cittadini e i turisti all’acquisto di prodotti tipici del luogo; sono annullate le fiaccolate notturne, organizzate di solito prima della celebrazione della messa; sono sospesi e rimandati per il prossimo anno i presepi viventi, che ricreano la natività cristiana, contribuendo non solo a rendere più magico e incantevole il paesaggio delle città, ma facendo anche riscoprire e sentire a pieno il vero valore delle feste.  Per quest’anno, ci si deve dimenticare di vedere fisicamente Matera e i suoi sassi, che fanno da sfondo ad uno dei presepi viventi più suggestivi di sempre, anche se la Pro-Loco, organizzatrice del presepe, per sopperire alla mancanza, si è lanciata in iniziative di solidarietà rivolte alla comunità materana. Lo stesso discorso si applica per il presepe vivente di Genga, in provincia di Ancona, che viene rappresentato nelle Grotte di Frasassi: secondo gli organizzatori, realizzare un corretto distanziamento in una location così particolare, è impossibile.
Eppure, in una situazione dove tutto è fermo, c’è qualcuno che si muove e prova a resistere, reinventando la tradizione e adattandola ai tempi.

Non ha detto di no Greccio, il paesino in provincia di Rieti, in cui fu realizzato il primo presepe vivente al mondo (e fu San Francesco D’Assisi nel 1223 l’iniziatore di tutto): infatti il presepe vivente di Greccio si terrà, ma in via del tutto eccezionale sarà online e sarà possibile seguirlo sulle pagine social della Pro-Loco del paese. Anche a Morcone, nella provincia di Benevento, si tiene il famoso “presepe nel presepe”, così rinominato in quanto composto da due scene, l’una nell’incantevole centro storico del paese, l’altra più naturale appena fuori, ma per via delle circostanze, è in una forma diversa da quella che conosciamo. Il presepe, a porte chiuse, ha acceso le sue luci non solo per illuminare il percorso fino alla capanna della natività, che è rappresentata da una giovane famiglia, ma anche per accogliere l’arcivescovo di Benevento, monsignor Fedele Accrocca, per la registrazione del suo discorso ai fedeli, che sarà poi trasmesso in Tv e diffuso sui canali social. È un messaggio di speranza, quello che si vuole lanciare, dove la luce ne è il filo conduttore. E sulla scia della luce, a Tricase, nel leccese, dove da sempre la collina si trasforma nella Betlemme di 2000 anni fa, per non rinunciare del tutto al presepe e ai simboli che incarna, è stato deciso di allestire una grandissima stella cometa, che per tutto il periodo delle feste illuminerà il territorio, come se volesse ricordare a tutti che i presepi viventi – e più in generale le tradizioni natalizie – non sono morti, ma si fermano per un attimo e si contaminano con la contemporaneità, mutando la loro forma e adattandosi ai tempi che corrono.

Perché, lungo il perire dei tempi, l’alba è sempre nuova e non resta che guardarla, accettandone i cambiamenti, ma al contempo non rinunciando al passato. Per cui, alla domanda di Luca, il protagonista di Natale in Casa Cupiello, che pone spesso al figlio Tommasino, «Te piace ‘o presepio?», la risposta è solo una.

,‘o presepio, ce piace, ce piace.

Per avere ulteriori informazioni sui presepi viventi descritti nell’articolo, si rimanda ai loro siti principali:

– Il presepe vivente di Genga (sito dedicato); (la pagina Facebook)

– Il presepe vivente di Greccio (sito dedicato); (la pagina Facebook)

– Il presepe vivente di Matera (sito dedicato); (la pagina Facebook)

– Il presepe vivente di Morcone (sito dedicato); (la pagina Facebook)

– Il presepe vivente di Tricase (sito dedicato); (la pagina Facebook)

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