Sanremo meno 9: sedici mani per “Furore” di Paola e Chiara | Culture
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Sanremo meno 9: sedici mani per “Furore” di Paola e Chiara

Don Amadeus benedirà la reunion delle sorelline milanesi nella cattedrale della musica.

Sanremo meno 9: sedici mani per “Furore” di Paola e Chiara
Paola e Chiara sul palco di Bibione con Max Pezzali
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Marcello Cecconi Modifica articolo

29 Gennaio 2023 - 17.35


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Giorno dopo giorno si avvicina Sanremo: lo seguiremo così, giorno dopo giorno, raccontando ciò che i media raccontano e ciò che ci appare divertente o irritante. Proseguiamo con un’altra puntura di spillo alle sorelle milanesi.

Eppure ritornano. Rieccole Paola e Chiara, la mora e la bionda. Le sorelline milanesi torneranno a cantare insieme dopo anni, una delle tante reunion, sull’orlo dei cinquanta. Le Iezzi, che iniziarono come coriste degli 883, furono lanciate proprio a Sanremo 1997 dove si affermarono nelle Nuove Proposte. Ma il vero boom lo ottennero con la svolta sexy/pop/latino al Festivalbar del 2000 con il tormentone Vamos a bailar che le ha fatte conoscere anche a livello internazionale.

Vamos a bailar (esta vida nueva) del 2000

Poi un’alternanza fra album in coppia e tentativi da soliste, fino allo scioglimento definitivo nel 2013 e imbocco di strade diverse, dj per Paola e recitazione per Chiara. Galeotto è stato il tornare agli inizi. Il 10 luglio scorso sono state invitate, con grande sorpresa del pubblico, a esibirsi in coppia da Max Pezzali (ex 883) al concerto di Bibione e lì, procurata o no, è scoppiata la scintilla della reunion.

Le ragazze tonano con Furore. “È una canzone che parla di un momento di unione e divertimento espresso con tanta intensità”, è la loro tautologica spiegazione dello spirito della canzone. Una rivelazione così misurata da non rischiare la penitenza della giuria che indaga sulle anticipazioni dei brani sanremesi. Un’intensità che sarà tanto intensa che per esprimerla degnamente hanno avuto bisogno di sei autori, oltre loro stesse. Otto nomi e cognomi da snocciolare sul palco prima di quello del direttore d’orchestra. Un compito da far tremare le gambe obbligando alla lettura del “fogliettino” chi sarà incaricato ad annunciarli al pubblico.

Ma chi sono questi nomi? Quattro di loro, (Federico Mercuri, Giordano Cremona, Leonardo Grillotti, Eugenio Maimone) è come se fossero uno solo perché fanno parte di Itaca, da loro definita “una bottega artigianale di musica su misura per l’artista”, società produttrice indipendente premiatissima, “based in Milan”, che produce per gente come Elodie, Rovazzi, Sangiovanni, Annalisa, Benji & Fede, Ghalì. Ai quattro si aggiungono Jacopo Ettore e Alessandro La Cava per il testo, scritto così a otto mani con le due sorelle. Insomma una cooperativa musicale.

Don Amadeus fiutava da mesi questo ritorno e non si è fatto scappare l’occasione di benedire la “pacificazione” nella cattedrale della musica.

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