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Quel pasticciaccio sui Fori e il Colosseo: troppi galli nel pollaio

Ben cinque istituzioni, tre statali, una regionale e una comunale, governano la più importante area archeologica del Paese. Vi pare normale? E c'è chi chiede finalmente lumi al ministro Franceschini

Quel pasticciaccio sui Fori e il Colosseo: troppi galli nel pollaio
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9 Ottobre 2017 - 20.06


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Quel pasticciaccio incomprensibile intorno al Colosseo, i Fori e il cuore archeologico di Roma. Dove, nella medesima zona, hanno voce in capitolo e quindi si accavallano tre istituzioni statali, il Comune e la Regione. Senza richiamare il citatissimo titolo di Carlo Emilio Gadda il senatore Walter Tocci, del Partito Democratico, con una interrogazione al ministro dei Beni Culturali nonché collega di partito Dario Franceschini solleva domande pertinenti sulla riorganizzazione del dicastero e, tra altri territori, sull’area archeologica romana includendo l’Appia antica diretta da non molto da una valente figura, Rita Paris.

Troppe voci in capitolo

Vale la pena di riprendere un estratto del testo di Tocci parola per parola, per avere un’idea della situazione ingarbugliata che la volontà di Franceschini di creare un parco archeologico a sé per il Colosseo rende ancora più intricata: «I Fori e il Colosseo – scrive il senatore – sono ricaduti sotto la responsabilità di una nuova soprintendenza denominata “parco archeologico”, la cui competenza si arresta a porta Capena, non comprendendo l’importante area del foro Boario che ne è parte integrante. Qui subentra un’altra soprintendenza appellata come “speciale”, la quale gestisce soltanto un piccolo tratto che termina a porta San Sebastiano. Dalle mura, infatti, il cammino ricade sotto la gestione del parco archeologico dell’Appia, il quale, a sua volta, opera nello stesso territorio di competenza di una preesistente istituzione di emanazione regionale, conosciuta come parco dell’Appia. Infine, su varie parti insiste da sempre anche la soprintendenza capitolina che gestisce beni di grande rilievo, ivi compresi i Fori imperiali e il circo di Massenzio. Pertanto, sono ben 5 le istituzioni, tre statali, una regionale e una comunale, preposte al governo della più importante area archeologica del Paese».

 

Avete smarrito il filo delle competenze? Siete semplicemente esseri umani. «L’estrema frammentazione di competenze impedisce la gestione integrata del complesso Fori-Appia; inoltre, la recente sentenza del Consiglio di Stato ha precisato che il direttore del parco archeologico del Colosseo svolge funzioni di valorizzazione tecnica ed economica e solo “sporadicamente” si occupa anche di tutela. Da tale autorevole dichiarazione nasce quindi l’interrogativo su chi debba svolgere la tutela di uno dei più importanti monumenti al mondo, visto che la riorganizzazione ministeriale ha lasciato scoperta proprio tale funzione».

Tocci allarga il discorso alla «separazione tra musei e soprintendenze» sul territorio italiano decisa con la riforma decisa da Franceschini e commenta che «la suddivisione del personale determina in alcuni casi la mancanza del numero minimo di competenze necessarie» e va oltre. Intanto però sarebbe già qualcosa sbrogliare la matassa romana.

 

 

 

 

 

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