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Gianni Rodari ci insegnò l’immaginazione tra Lewis Carroll e Gramsci

Cento anni fa nasceva il grande narratore per l'infanzia e pedagogista. Dalle raccolte introdotte dalla Littizzeto a Frankie hi nrg a mostre e spettacoli, i link alle iniziative

Gianni Rodari ci insegnò l’immaginazione tra Lewis Carroll e Gramsci
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20 Febbraio 2020 - 08.27


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Francesca Fradelloni

Ancora oggi non dimentico quella torta scesa dal cielo per uno di quegli straordinari prodigi di cui era capace la fantasia di Gianni Rodari. Quel misterioso oggetto spaziale che atterrò vicino alla pacifica borgata romana del Trullo e fece temere agli adulti un’improvvisa invasione di extraterrestri: schiere di scienziati e ricercatori avanzarono ipotesi terribili, allarmarono le genti del quartiere. Avevo sette anni, e dopo aver letto quelle pagine, quella torta la immaginavo fuori dalla finestra ogni mattina, nel cielo di Cagliari. Tutto era possibile con il maestro Rodari e le sue storie. La fantasia viaggiava senza limiti, sempre folle. Senza contenimento. Ci aveva insegnato a non aver paura di quella pazzia tutta dentro l’immaginazione.

I bambini cresciuti con i suoi racconti, novelle, filastrocche (riproposte pure negli anni Settanta da Pierangelo Bertoli) e romanzi ancora oggi sanno che si può riflettere con metafore, allegorie, simboli, immagini fuori posto e fuori luogo, con la visioni ed estrazioni. Tutti si ricordano in Favole al telefono il peso che aveva la lacrima di un capriccio. Fu doloroso sapere che le nostre lacrime, quelle di noi figli di una società opulenta e arrogante, erano lacrime leggere e senza peso. Noi bambini dell’epoca, lettori del maestro, ci portiamo ancora oggi una visione del mondo tollerante, inclusiva, bizzarra e vicina al diverso.

E quest’anno che correranno le celebrazioni per i cento anni dalla sua nascita (il 23 ottobre 1920 a Omegna, morì il 14 aprile 1980 a Roma), mi piace riproporre le parole pronunciate dal presidente delle Biblioteche di Roma, Paolo Fallai. “Cerchiamo di non celebrare Rodari aggrappandoci al centenario della sua nascita come a una formalità. Vogliamo prima di tutto leggerlo e farlo leggere e rileggerlo. Perché fa parte di quella non grandissima schiera di maestri che questo Paese rischia di non onorare come dovrebbe e che qualcuno vorrebbe dimenticare. Ricordiamo Gianni Rodari perché è uno degli autori più importanti della nostra letteratura”. Colui che ha speso la sua vita a spezzare ogni barriera che limitasse la creatività, ogni luogo comune che mortificasse le parole, ogni schema che avesse lo scopo di rinchiudere l’infanzia. Aveva avuto l’ardire di rimodulare l’obbedienza, proprio lui, maestro e pedagogista.

Fu il pioniere di una rivoluzione stilistica che conferì alla letteratura per l’infanzia italiana un carattere intellettuale e una partecipazione popolare in una combinazione inedita. In lui convivono, da una parte il grande tema politico dell’utopia, dall’altra la creatività linguistica del nonsense. Nella sua storia e formazione c’è la ricezione dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci, l’utilizzo del mito popolare del paese di Cuccagna, l’elaborazione stilistica del comico della “Fantastica”, l’esercizio in poesia di una modalità nonsense mutuata da Edward Lear e Lewis Carroll.
Il grande scrittore di Omegna, diceva e si augura che tutti: “Leggessero, non per diventare letterati, ma perché nessuno sia più schiavo”.

Per tutti gli eventi
Dal teatro alle mostre, dai concerti ai premi, ecco una breve raccolta degli appuntamenti per la celebrazione del grande scrittore.
Clicca qui per il sito sui 100 anni di Gianni Rodari

Ultime uscite per celebrare il centenario
Dalle “Filastrocche in cielo e in terra” con introduzione di Luciana Littizzetto a “Grammatica della fantasia” con introduzione di Frankie hi nrg mc, sono tante le pubblicazioni.
Ecco un breve elenco: clicca qui

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