L’inedito di Pasolini: “Leggendo Rafael Alberti mi sento un apprendista” | Culture
Top

L’inedito di Pasolini: “Leggendo Rafael Alberti mi sento un apprendista”

Un testo scoperto da Francesca Coppola a un convegno sullo scrittore il poeta all’Accademia di Spagna a Roma. Preceduto da una camminata

L’inedito di Pasolini: “Leggendo Rafael Alberti mi sento un apprendista”
Preroll

redazione Modifica articolo

25 Ottobre 2019 - 18.47


ATF

Ivano Di Carlo

“Credo che non ci sia razza di poeta più diversa da me di quella di Rafael Alberti”. Le parole sono di Pierpaolo Pasolini, che – affascinato dalla poetica albertiana – vuole far tesoro del suo talento: “Tutto quello che so della poesia, non vale infatti per conoscere Alberti. Tutto quello che so l’esaurisco per fare poesia io stesso, e per farne esperienza nel leggere, da critico, gli altri poeti che un po’ mi somigliano. Ma la più bella cosa del mondo è continuare ad apprendere. Chi di noi non desidererebbe essere sempre apprendista, ragazzo di bottega? È così che mi sento leggendo Alberti. Come un ragazzo che entra a imparare il lavoro a una bottega, e vede il maestro intento all’opera: un’alta montagna di cristallo”.
A offrirci la conoscenza di questa pagina di Pasolini, e della sua ammirazione per il poeta spagnolo, è Francesca Coppola, ventinovenne napoletana, ricercatrice, dottoranda in letteratura spagnola all’Università di Salerno, che ha scovato un dattiloscritto autografo inedito di Pasolini.

Lo scritto era presente fra le sue carte, custodite all’Archivio Contemporaneo Alessandro Bonsanti del Gabinetto Scientifico letterario G. P. Vieusseux di Firenze. È dedicato alla celebre silloge Sobre los ángeles di Alberti, tradotta in Italia da Vittorio Bodini per la collana Bianca di Einaudi con il titolo Degli angeli nel 1966. La scoperta ha una caratteristica singolare: Coppola, impegnata nella tesi dottorale su Alberti, è riuscita a trovare quello che il poeta spagnolo aveva confessato di cercare invano e avrebbe voluto conservare. È chiaro il perché: “Lo guardo come un negro, che non ha mai visto un bianco, guarda un bianco”, dice Pasolini abbinando stupore ed elogio.

Come osservato da Francesca Coppola, Pasolini “non legge la poesia in quanto poeta ma – è egli stesso a scriverlo nell’autografo dedicato a Degli Angeli – lo fa come un filologo, come un linguista”. Pertanto, continua la ricercatrice, “la sua analisi è quella di uno specialista all’opera che sente il suo mestiere ingenuamente e al tempo stesso come un dovere”. E “alla spontaneità della vocazione si accompagna la ricerca obbligata, percepita quale vincolo a cui tener fede”.
La relazione culturale tra i due grandi poeti della cultura europea del Novecento sarà il tema della tre giorni del convegno “Pasolini e la cultura spagnola. Rafael Alberti, 20 anni dopo”. La sede sarà, nei giorni dal 28 al 30 ottobre, l’Accademia di Spagna al Gianicolo, a Roma.
Il convegno è stato organizzato dall’ Emui (Euro Mediterranean University Institute), con la collaborazione dell’Accademia di Spagna a Roma e quella dell’Istituto Cervantes, e il supporto accademico dell’Università della Sapienza di Roma, Lecce (Salento) e Madrid Complutense.

Il convegno vede la collaborazione del Centro Studi di Casarsa della Delizia e della Cineteca Nazionale di Bologna, che presenterà tra i relatori Roberto Chiesi.
Sabato 26 ottobre, al mattino, ci sarà una “Passeggiata nella Roma di Rafael Alberti”. Per la partecipazione rivolgersi a: Istituto Cervantes di Roma cenrom@cervantes.es
L’accesso alle sessioni (solo pomeridiane) programmate è gratuito: clicca qui.

Native

Articoli correlati