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Un libro "sbertuccia" Roma dell'era Raggi: i grillini vogliono la testa del vicesindaco

Daniela Amenta e l’editore annullano un incontro su “Malatempora” alla Casa della memoria per le polemiche tra i M5S sul via libera dato da Luca Bergamo

Un libro "sbertuccia" Roma dell'era Raggi: i grillini vogliono la testa del vicesindaco
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12 Settembre 2019 - 16.06


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A voler vedere il bicchiere mezzo pieno da quanto stiamo per riepilogarvi viene da registrare la potenza delle pagine stampate e della satira. Parallelamente prende lo sconforto di fronte alla pochezza e chiusura di chi vorrebbe tenere lontana se non silenziare ogni voce dissenziente. Accade questo: domani sera, venerdì 13, Daniela Amenta doveva presentare il suo libro Malatempora. Roma ai tempi di Virginia Raggi (Edizioni All Around, 2018, 141 pp., ill., 15 euro) alla Casa della Memoria e della Storia di Roma, che è del Comune, in compagnia di Claudio D’Aguanno, il musicista Nicola Alesini  e della vicepresidente dell’Anpi romana Marina Pierlorenzi.
Tutto liscio, no? Alt. Appuntamento annullato. La ragione? In una chat dei Cinque Stelle si è scatenata una bagarre dove sostenitori pentastellati hanno reclamato a gran voce la testa del vicesindaco e assessore alla cultura Luca Bergamo: avrebbe commesso un errore imperdonabile, è reo di aver concesso la sala per un libro di satira che  ironicamente, civilmente, racconta Roma ai tempi di Raggi. Più grillini invocano che l’assessore venga sfiduciato. Chi ha letto la chat parla di toni da “inquisizione”. 
La giornalista e scrittrice ha una penna affilata ed esilarante, nel suo libro racconta con il sorriso tanti mali della città, come i disservizi degli autobus e le attese infinite alle fermate. Se avete letto i suoi post su Facebook converrete che il passaggio alla pagina stampata è naturale e garantisce quel ridere gioioso e amaro al tempo stesso come lo si trovava nei film di Monicelli o Sordi, tanto per fare paragoni elevati. Sennonché da quelle pagine la sindaca 5 Stelle non ne esce bene. La città si sbriciola e lei se ne sta come alla finestra affacciata sui Fori.
Apriti cielo! La presidente della commissione Cultura, la consigliera Eleonora Guadagno, ha postato in chat l’appuntamento con il logo di Roma Capitale, di Biblioteche di Roma, della Casa della Memoria e la dicitura Assessorato alla Crescita culturale sotto lo stemma del Campidoglio. A occhiuti cittadini pentastellati il sigillo del Comune  non è sfuggito e non è andato giù: porta direttamente a Luca Bergamo e, via digitale, si sono fatti sentire. Peraltro dimenticando come la Casa della memoria sia una ottima istituzione cittadina che travalica la durata delle giunte.
La bagarre ha assunto dimensioni tali da finire sulla cronaca romana di Repubblica. Investendo di riflesso e pesantemente anche la Casa della Memoria e l’Anpi romana. Al che la casa editrice e l’autrice hanno deciso di ritirarsi e non prestarsi – come spiegano – a battaglie intestine del movimento-partito, in corso per di più nei giorni delicati delle trattative per i sottosegretari del neogoverno M5S-Pd.
Già giornalista dell’Unità, oggi voce di Radio Capital nel programma Cactus di Concita De Gregorio, Daniela Amenta spiega in una nota il passo indietro: “Ho deciso di annullare la presentazione del mio libro alla Casa della Memoria e della Storia di Roma, che si sarebbe dovuta tenere domani sera, per non prestare il  fianco ad una guerriglia tutta interna al Movimento 5 Stelle di Roma. Guerriglia che avrebbe creato problemi sia ai partigiani dell’Anpi, custodi, assieme ad altre associazioni resistenziali e di ex deportati, di questo luogo simbolo della Città, sia al vicesindaco e assessore capitolino Luca Bergamo che in queste ore è stato fatto bersaglio di basse polemiche all’interno del M5S romano”.
Le polemiche scaturiscono da alcuni esponenti grillini “evidentemente poco avvezzi al confronto democratico”, registra la scrittrice. Con un lato perfino paradossale: come ricorda la casa editrice, Daniela Amenta ha presentato il libro “già diversi mesi fa al teatro di villa Pamphili, struttura anch’essa del Comune di Roma, senza che vi fossero obiezioni da parte di nessun esponente dei Cinque stelle romani. Non si capisce dunque il perché di questa polemica a scoppio ritardato. Forse qualcuno nel M5S ritiene che a Roma viviamo nel migliore dei mondi possibili e non accetta critiche all’operato della Giunta”.
La vicenda assume contorni ancora più paradossali quando si ricorda che Daniela Amenta aveva letto brani di Malatempora il 25 aprile scorso, in un omaggio ai partigiani romani e in particolare alla partigiana scomparsa a marzo Tina Costa, alla Casa internazionale delle donne. Di quell’invito sia l’autrice che All Around si dicono orgogliosi: quell’invito dei partigiani al 25 aprile “ci dice quanto la cultura, i libri, come ha sottolineato, durante le celebrazioni per i 150 anni dell’Associazione italiana editori, il Capo dello Stato, siano un presidio di libertà”. A quanto pare la libertà del dissenso a qualcuno fa paura.

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