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Emergenza profughi a Siena: la denuncia del Cravos

Il Cravos di Siena denuncia le istituzioni senesi al seguito della cattiva gestione dei profughi pakistani arrivati da poco nella Città che si ritrovano ora per strada e senza aiuti

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5 Agosto 2022 - 23.23


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Un gruppo di circa 250 ragazzi al di sotto dei 30 anni di origine pakistana è arrivato nella Città del Palio da qualche settimana, mettendo in crisi le istituzioni. Con loro hanno pochissimi documenti, molta fame e gli occhi stanchi, ma soprattutto non hanno nessun luogo dove dormire se non la strada o giacigli di fortuna. Siena è una delle mete finali per chi arriva dalla rotta balcanica partendo dalla Macedonia per poi passare alla Serbia, la Croazia e infine il nostro Paese.

Il Cravos di Siena, tramite un post sui social, denuncia la situazione e in particolare l’atteggiamento del Comune: ”La presenza dei migranti per strada e nei vari luoghi pubblici è voluta dal Comune, che si mostra totalmente disinteressato alla risoluzione effettiva del problema, raggirato non solo stigmatizzando i migranti come sporchi e pericolosi, ma anche strumentalizzando il tema della sicurezza, del decoro e dell’ordine pubblico dei cittadini senesi, in particolare puntando sui bambini e gli anziani”. Il post continua poi con un attacco specifico all’operato del Sindaco: “Forse De Mossi non sa che quando una persona straniera entra in Italia ed effettua la richiesta di asilo, l’amministrazione deve fornire immediatamente le misure di accoglienza secondo quanto stabilisce l’art. 10 della nostra Costituzione”.

All’Amministrazione Comunale viene criticato il modo in cui sta gestendo una situazione così delicata, in cui ci sono in gioco delle vite. Viene definito un “atto incostituzionale” dal Cravos. Questo perché innanzitutto la richiesta di accoglienza è un diritto della persona che deve essere sempre garantito e in secondo luogo perché il Comune dovrebbe procedere obbligatoriamente a fornire ai migranti posti letto che, a detta del De Mossi, mancherebbero. Ma secondo il Cravos quest’ultimo punto sarebbe solo una scusa di “mancata volontà politica di gestione del problema”.  

Il post continua con “tutti questi inadempimenti da parte del Comune sono dettati da una volontà politica ben precisa, che mira a dividere il tessuto cittadino e a creare un inutile conflitto interno, prendendo come capro espiatorio la figura dello straniero etichettato come nemico, in quanto povero. […] Anche la questione degli spazi in cui ospitare i migranti è una tematica strettamente legata alla volontà politica di non sfruttare le strutture già presenti nel territorio. Basta pensare all’ex-monastero allestito per i profughi ucraini inutilizzato o alla presenza di edifici pubblici abbandonati e inattivi in periferia”.

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