Roberto De Simone: le tante creazioni oltre la gatta cenerentola | Culture
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Roberto De Simone: le tante creazioni oltre la gatta cenerentola

Una figura di grande rilievo nel panorama musicale e culturale - Un forte impatto sulla musica contemporanea e sulla generazione dei cantautori napoletani.

Roberto De Simone: le tante creazioni oltre la gatta cenerentola
Roberto De Simone è stato Direttore artistico del Teatro di San Carlo dal 1981 al 1987 e Direttore per chiara fama del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli dal 1995 al 2000. Nominato Accademico di Santa Cecilia nel 1998, è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2019.
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8 Aprile 2025 - 12.56


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di Giulia Giovani*

*Professoressa di Musicologia e Storia della Musica al Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena

Compositore, musicista, musicologico, etnomusicologo, drammaturgo e regista fantasioso. Tutto questo, e molto di più, è stato Roberto De Simone (1933-2025), al quale più generazioni hanno guardato per scoprire le chiavi di accesso alla tradizione musicale partenopea, al cui studio e valorizzazione il maestro ha dedicato un’intera vita. La sua figura, di grande rilievo nel panorama musicale e culturale, ha attraversato diverse discipline, spaziando dalla ricerca etnomusicologica e musicologica alla composizione, dalla regia alla direzione artistica, impattando fortemente sulla musica contemporanea e sulla generazione di cantautori napoletani formatisi alla “scuola” della Nuova Compagnia di Canto Popolare.

«Cerco di seguire le tracce che la tradizione popolare ha lasciato nella storia», dichiarava De Simone in una intervista degli anni Ottanta, a ridosso del successo della sua opera La gatta Cenerentola (Spoleto, Festival dei Due Mondi, 1976), un impasto di musica popolare e colta ispirata alla fiaba secentesca in lingua napoletana di Giambattista Basile, raccolta ne Lo cunto de li cunti. Affidata alla Nuova Compagnia di Canto Popolare, da lui diretta, la favola fu portata in tournée in tutta Europa e nel mondo per molti anni.

Tuttavia, al di là de La gatta Cenerentola (il suo lavoro più celebre)De Simone è stato protagonista, insieme a Roberto Leydi e Diego Carpitella, di un’importante riflessione sul folk-revival. Più delle interviste e dei saggi accademici, è stata l’esperienza teorico-pratica di De Simone con la Nuova Compagnia di Canto Popolare a dimostrare come fosse possibile reinventare la tradizione musicale partenopea; proponendo un repertorio che univa brani poetico-musicali antichi e nuovi, e coniugandoli con lo stile tipico dell’espressività popolare, il maestro ha mostrato come la tradizione potesse non solo preservare la memoria storica, ma diventare un linguaggio vivo, capace di rispondere alle esigenze del presente.

La sua arte si è sempre contraddistinta per la capacità di tradurre gli studi teorici in pratica, riuscendo a legare in modo originale ricerca e performance. Questo approccio ha permesso a De Simone di giocare un ruolo fondamentale anche nel panorama operistico, non soltanto legato alla sfera popolare. Importante il ruolo di Roberto De Simone nella valorizzazione delle composizioni settecentesche di “scuola napoletana”; oltre alle regie di opere mozartiane, rossiniane e verdiane, spiccano infatti le rappresentazioni de Le Zite ‘ngalera di Leonardo Vinci, de La Serva Padrona e de Il Flaminio di Giovambattista Pergolesi, de L’osteria di Marechiaro di Giovanni Paisiello.

Per chi non conoscesse l’arte di Roberto De Simone, consigliamo la visione de La gatta Cenerentola e del documentario A proposito di Roberto De Simone, parte del ciclo di Rai Cultura “Apprendisti Stregoni”, che andrà in onda su Rai5 giovedì 10 aprile. Venerdì 11 aprile, sempre su Rai5, appuntamento con Il flauto magico di Mozart con la regia di De Simone e la direzione di Riccardo Muti.

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