di Irene Perli
L’asta di Sotheby’s a Londra ha dato vita a dieci minuti di suspance: in questo lasso di tempo, infatti, sono state fatte dieci diverse offerte da 4 bidder.
La cifra raggiunta? 74 milioni di sterline, che con le commissioni sono diventati 85,3 milioni di sterline (108,4 milioni di dollari), scatenando una gara per contendersi la Dame mit Fächer – La dama con il ventaglio – di Gustav Klimt.
Sotheby’s ha presentato l’opera come “non solo la star della stagione estiva delle aste londinesi, ma anche una delle più belle e preziose mai offerte in Europa”.
La «Dama» dell’artista austriaco supera le stime di prevendita di 65 milioni di sterline, divenendo così l’opera più preziosa mai venduta in Europa. Non ha caso ha superato il precedente record de L’homme qui marche I di Alberto Giacometti, scultura aggiudicata dalla casa d’aste londinese per 65 milioni di sterline (103,9 milioni di dollari), nel 2010.
La tela rappresenta anche il secondo miglior prezzo di vendita mai registrato in asta e supera il precedente record di Klimt, raggiunto a New York da Christie’s, per Birch Forest dalla collezione di Paul G. Allen a 104,6 milioni di dollari all’asta.
La nuova posseditrice della magnifica opera è Patti Wong, fondatrice di Patti Wong & Associates, che ha fatto un’offerta per conto di un cliente a Hong Kong.
Gustav Klimt, figura di spicco nel panorama artistico del XIX e XX secolo, è stato un pittore austriaco le cui opere hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte. Nato nel 1862 a Vienna, Klimt si formò all’Accademia delle Belle Arti della città, dove acquisì una solida base accademica che avrebbe poi abbandonato per abbracciare uno stile personale e innovativo. Le sue opere hanno raggiunto prezzi particolarmente alti: il Ritratto di Adele Bloch-Bauer II, ad esempio,è stato venduto in asta di New York nel 2006 per 87,9 milioni di dollari.
La visione di Klimt sull’arte si distingueva per la sua concezione totale, in cui l’opera d’arte doveva coinvolgere tutti i sensi. Egli credeva che l’arte dovesse superare i confini tradizionali, esprimendo le profondità dell’anima umana e le complessità della vita. Questa prospettiva si rifletté nei suoi dipinti, in cui la bellezza estetica si fonde con un’intensa esplorazione emotiva.
Klimt fu un pioniere nell’utilizzo di decorazioni preziose e dettagliate, come foglie dorate e motivi ornamentali, che contribuivano a creare un’atmosfera lussuosa e mistica. Le sue opere sfidavano le convenzioni dell’epoca e si distinguevano per la loro audacia e originalità: erano infatti caratterizzate da un’inconfondibile fusione di elementi decorativi, simbolismo e sensualità.
L’opera recentemente venduta ha una caratteristica peculiare: è l’ultimo ritratto di Klimt, iniziato nel 1917 e completato prima della sua morte nel 1918. Ritrae una donna senza identità, immersa in un paesaggio che esprime l’amore di Klimt per l’arte e la cultura cinese e giapponese.
Il primo elemento che spicca è la fenice, simbolo di rinascita, immortalità, buona fortuna e fedeltà. Possiamo osservare anche i fiori di loto, simboli di amore e purezza.
I riferimenti all’oriente non finiscono qui: si prosegue con la giustapposizione di motivi delle xilografie giapponesi. È, infatti, risaputo che gli abiti preferiti dall’artista erano i lussuosi kimono di seta e le vesti cinesi, e che la sua casa contenva una grande quantità di rari oggetti provenienti da Cina e Giappone. Non è un caso, quindi, che l’asta abbia assegnato l’opera proprio a un compratore da Hong Kong.
L’eredità di Gustav Klimt continua a influenzare l’arte contemporanea, ispirando artisti di ogni generazione. La sua concezione di arte come veicolo per l’espressione profonda e per la trasgressione dei limiti tradizionali è un richiamo costante alla libertà creativa e all’importanza di mettere in discussione le convenzioni stabilite. Il visionario artista rimane una figura di grande rilevanza nella storia dell’arte, il cui impatto e la cui influenza si estendono ben oltre il suo tempo.