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Cinema a rischio chiusura

Arriva l'allarme sia dalle attività più piccole sia da quelle storiche, come il Sivori di Genova

Cinema a rischio chiusura
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10 Giugno 2022 - 15.55


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C’è il rischio molto concreto che alcune sale cinematografiche, da quelle gestite da piccole aziende italiane alle più celebri come il Sivori di Genova, quindi con un’attività pluricentenaria, possano interrompere il loro operato di garanti dell’offerta culturale e, di conseguenza, chiudere i battenti.

È Alessandro Giacobbe, managing director di Academy Two e presidente della società Alesbet a mettere in luce questo possibile epilogo al ministro della Cultura Dario Franceschini.

Il Sivori, oltretutto, fu uno dei primi che nel 1896 proiettò le prime immagini mobili dei fratelli Lumière e si fece promotore della divulgazione di questa nuova forma d’arte. Inoltre, fu famoso anche per essere stato sede dell’Assemblea costituente del Partito Socialista Italiano. Giacobbe afferma che sono in quasi mille i cinema che stanno combattendo per poter sopravvivere, e sono proprio quei cinema che molte volte organizzano incontri, rassegne, dibattiti, collaborazioni con le scuole e, di conseguenza, cercano di esaudire ogni esigenza dello spettatore oltre a continuare ad assolvere il compito di diffusione della cultura. Gli operatori – continua Giacobbe – “hanno necessità di riabituare il pubblico alla frequentazione con film prodotti per la sala ed in esclusiva di sfruttamento per un periodo adeguato che non potrà mai essere oggetto di un accordo tra attori della filiera divisi da esigenze che poco attengono alla sfera socio culturale alla quale il suo ministero dovrebbe far riferimento, intervenendo in autonomia con una normativa ragionevole che fissi l’intervallo tra l’uscita in sala ed i successivi sfruttamenti in 180 giorni almeno per un periodo transitorio post emergenza”.

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