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La Biennale ritorna e riaccende la speranza

La 59^ Esposizione Internazionale d’Arte procede a ritmo continuo con la scaletta delle inaugurazioni dei padiglioni nazionali a Venezia

La Biennale ritorna e riaccende la speranza
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22 Aprile 2022 - 18.32


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di Giuseppe Acquaro

Un’occasione per creare sorrisi e incontri seppur ben disciplinati tra chi arriva da ogni parte del mondo. Il presidente della biennale, nonché “padrone di casa”, Roberto Cicutto, si muove tra i padiglioni volenteroso di non perdersi neanche un appuntamento. Dichiara anche di essere felice che l’esposizione “Il latte dei sogni”, segnata nella sua gestazione dalla pandemia e ora dall’eco della guerra in Ucraina, abbia attirato migliaia di persone e che abbia fatto da promotore anche quest’anno all’organizzazione nella di decine di mostre e di eventi nella città.

Cicutto ha affermato: “La Biennale sta nel mondo in una posizione privilegiata che è Venezia. La gente che viene, dopo due anni di astinenza, ne aveva molta voglia e la sta vivendo con gioia”. Aggiunge inoltre, ritagliando uno spazio per ciò che sta succedendo in Ucraina, che la Biennale “sta cercando di fare qualche cosa che non sia solo un supporto ma possa dare una prospettiva per il dopo, così come auspicano gli stessi commissari e l’artista del padiglione ucraino”. Il pensiero, appunto, va all’aver fatto in modo che sì aprisse un padiglione ucraino e alla realizzazione di uno spazio ai Giardini, “Piazza Ucraina”. Infine, lancia un appello in modo che gli artisti possano ritrovare il dialogo come unico modo per superare anche la peggiore delle crisi, anche quella che si sta vivendo oggi.

Oltre a Cicutto, c’è anche Cecilia Alemani, la quale risponde di un progetto che parla del futuro dell’umanità, di corpi e metamorfosi, di tecnologie e natura, attraversando il tempo. Il progetto presenta oltre 1.400 opere di 213 artisti (circa l’80% donne) che vanno dalle avanguardie del ‘900 alle nuove leve del contemporaneo, dai movimenti degli anni ’60 a quelli degli anni ’80. La definizione più usata è di una mostra “trans-storica”, un modo di procedere caratterizzante proprio dell’attività del presidente Cicutto che mette in primo piano le relazioni sotto una chiave interdisciplinare. Il presidente intende “creare uno spazio dove si fondano il passato, il presente e il futuro con la capacità di captare le future linee, la necessità che il mondo sempre di più, anche durante la pandemia, ha dimostrato di aver bisogno che è quello di approfondire e non pensare alla cultura solo come uno spazio per privilegiati, per delle élite”. La Biennale ha difatti intrapreso una strada che, dando uno sguardo alle proprie origini e al proprio sviluppo, possa trovare elementi di comunione utili per affacciarsi al futuro.

Il presidente Cicutto ha infine avviato un’importante ricerca e afferma: “Abbiamo già cominciato con una grande ricerca a cura del nostro Archivio storico delle Arti Contemporanee in cui sono coinvolte quattro università e due istituti di alta formazione veneziani, come il conservatorio Benedetto Marcello e l’Accademia di Belle Arti”. Questa ricerca coinvolge 120 studenti che stanno creando “una mappa geopolitica delle provenienze non solo geografiche, ma anche politiche, economiche e formative degli artisti che sono venuti alla Biennale negli ultimi 20 anni. Di tutte le discipline: non solo arte, ma anche musica, teatro, cinema, architettura, danza. Da lì la raccolta dei dati che sarà messa a disposizione darà il via a filoni di ricerca molto più originali di quelle che si sono frequentati finora”.

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