Pietro Bartolo: “Restauriamo la Porta d’Europa a Lampedusa, segno d’accoglienza dei migranti” | Culture
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Pietro Bartolo: “Restauriamo la Porta d’Europa a Lampedusa, segno d’accoglienza dei migranti”

Al via una campagna di crowdfunding di Unicoop Firenze per la scultura di Mimmo Paladino eretta in memoria dei morti in mare

Pietro Bartolo: “Restauriamo la Porta d’Europa a Lampedusa, segno d’accoglienza dei migranti”
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25 Luglio 2020 - 09.51


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Su un promontorio di Lampedusa, affacciata in direzione dell’Africa, dal 2008 si erge la “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa”, scultura di Mimmo Paladino in ceramica refrattaria e ferro zincato: una porta che riflette la luce, con i segni arcaici e del nostro tempo del pittore e sculture impressi sulla superficie, aperta e non chiusa per simboleggiare un continente e una terra aperta ai migranti che tentano la via del mare per una vita dignitosa o, semplicemente, per sopravvivere. Alta cinque metri, larga tre metri, è nel punto più a sud del nostro continente ed è alla memoria dei migranti morti nel Mediterraneo e un incoraggiamento per chi è sbarcato. Come ha segnalato il medico per anni nell’isola ed europarlamentare Pietro Bartolo ha bisogno di un restauro. Il salmastro, il vento, la pioggia incidono sulla sua superficie e la corrodono. La cifra stimata per i lavori è di 30mila euro.

Unicoop Firenze ha accolto l’appello e ha avviato una campagna di crowdfunding per i soci e i clienti e chiunque voglia aderire tramite la piattaforma online Eppela.com, oppure facendo la spesa nei punti vendita di Coop.fi con l’impegno, da parte dell’azienda, di raddoppiare la cifra donata. Titolo della campagna: “Vogliamo restaurare la Porta d’Europa”. Vi partecipa anche la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.

Che la Porta sia diventata un simbolo con una sua forza lo ha dimostrato l’atto di inizio giugno quando venne impacchettata per contestare proprio lo spirito di accoglienza che rappresenta e contro gli sbarchi. Fu installata su iniziativa della
Associazione Amani e di Arnoldo Mosca Mondadori. L’artista aveva contemplato che le intemperie la modificassero tanto che, nella nota stampa, la descrive come “un’opera a quattro mani, su cui ho lavorato io, ma che continua a vivere e ad essere plasmata dagli elementi naturali, come il mare e il vento, un lavoro corale”. Ciononostante, sostengono i promotori della campagna, un restauro è necessario. E lo hanno pensato in vista della data del 3 ottobre, ricordando che il 3 ottobre 2013 368 migranti morirono in un naufragio davanti a Lampedusa.

“La Porta di Lampedusa segna l’inizio dell’Europa. È la prima immagine che vede chi arriva nel nostro continente e sulla nostra piccola isola che ha accolto negli anni più di 350mila persone – dichiara Pietro Bartolo nella nota stampa – Si tratta di migranti e persone per cui l’Europa dovrebbe rappresentare la salvezza e la possibilità di vivere una vita dignitosa. Restaurare oggi la Porta d’Europa significa battersi contro un’Europa fatta di indifferenza e rimettere al centro i valori di solidarietà e accoglienza per cui è nata”. Sempre nel comunicato, il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello conferma: “I lampedusani si portano dietro, tutti, la forza di essere stati pescatori. Per il codice internazionale della navigazione, chi ha bisogno deve essere aiutato. In mare non si chiedono i documenti prima di decidere se e chi deve essere salvato”.

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